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Wurzel e Bertolasi nella storia: «Londra, arriviamo!». Qualificato  anche il quattro senza “leggero”, bronzo per il quattro con adaptive

venerdì 2 Settembre 2011

Wurzel e Bertolasi nella storia: «Londra, arriviamo!». Qualificato  anche il quattro senza “leggero”, bronzo per il quattro con adaptive

MILANO, 01 settembre 2011 – «Il nostro punto di forza è il passo, ci credevamo e ce l’abbiamo fatta». Claudia Wurzel non sta nella pelle, come la sua compagna di barca, la capovoga Sara Bertolasi. Stamattina, ai mondiali di Bled, in Slovenia, hanno vinto la finale B e conquistato la storica qualificazione olimpica per Londra 2012: è la prima volta per un due senza femminile italiano. Le due atlete comasche, della Canottieri Lario, proprio ieri avevano mancato la finale A, classificandosi al quarto posto e perdendo così l’accesso olimpico diretto. Oggi avevano solo due possibilità: la vittoria o il secondo posto per staccare il pass a cinque cerchi. Impresa difficile, non impossibile. Contro le due azzurre, detentrici del secondo miglior quarto tempo delle semifinali (7’21’’29), ci sono Stati Uniti (ieri quarti, nell’altra semifinale, con 7’19’’43), Canada, Germania, Bielorussia e Francia. Claudia e Sara partono bene, restano nel gruppo e lasciano che la Germania scarichi la sua potenza nei primi mille metri. A metà gara, la storia cambia: le due atlete lombarde accelerano il passo e iniziano a rintuzzare lo svantaggio, colpo su colpo, portandosi in prima posizione.

L’Italia vola, il tifo è caldo. Manca solo l’ultimo quarto di gara, e le azzurre non hanno nessuna intenzione di mollare il sogno che sta per realizzarsi. Tre, due, uno… suona la tromba del traguardo. Superata la boa dei 2000 metri, Bertolasi e Wurzel sono prime (settime assolute), alzano i pugni in cielo, il loro volto s’illumina con un sorriso incredulo: 7’22’’67 è il loro tempo, 69 centesimi sugli Stati Uniti, 75 sul Canada. La Germania è quarta a 2”94 e Londra non è più un sogno. «Ci abbiamo lavorato tutto l’anno», spiega Bertolasi, 23 anni. «Abbiamo pensato a ogni minimo dettaglio e lavorato intensamente per eliminare ogni nostro difetto. In Coppa del Mondo camminavamo sul filo: none a Monaco, undicesime a Lucerna. Sapevamo di venire qui a Bled e di giocarci il settimo o ottavo posto». In perfetta sintonia, come in barca, Claudia Wurzel, 24 anni, ancora incredula per l’impresa realizzata. «Abbiamo affrontato il Mondiale con concentrazione», dice, «qui è fiorito il lavoro di un’intera stagione.

Durante i raduni a Varese abbiamo lavorato benissimo. Il segreto di questa qualificazione? Crederci sempre, anche quando a Lucerna in Coppa del Mondo le barche più forti ci davano dieci secondi».
Ma a sorridere, oggi, non è solo il due senza femminile: la seconda grande soddisfazione è arrivata dal quattro senza pesi leggeri degli altri due lombardi Daniele Danesin e Martino Goretti, che con Andrea Caianiello e Marcello Miani hanno impressionato pubblico e avversari vincendo la prima delle due semifinali, con oltre un secondo e mezzo di vantaggio sulla Svizzera. Anche per loro, qualificazione olimpica (su cui nessuno aveva dubbi) e, soprattutto, accesso prepotente in finale. Domani, alle 13.11, lotteranno per l’oro contro Gran Bretagna, Australia, Cina, Svizzera, Danimarca.
La prima medaglia della spedizione azzurra, un bronzo, è arrivata invece dal quattro con “intellettivi” adaptive, composto da Giorgia Indelicato, Elisabetta Tieghi, Luca Varesano, Francesco Borsani e dal timoniere Federico Zoppi: i cinque atleti, tutti lombardi, hanno sfiorato l’argento per 29 centesimi, arrendendosi così alla Germania e all’armo di Hong Kong, primo con dieci secondi di distacco sul secondo e dodici sull’Italia.

L’ultima buona notizia di oggi porta il nome del comasco Pietro Ruta che, con il singolo pesi leggeri, ha conquistato secondo posto e finale, facendo registrare il terzo miglior tempo assoluto. Un po’ di delusione, invece, per il quattro di coppia femminile “pesante” composto dalle tre lombarde Valentina Calabrese, Giada Colombo ed Elisabetta Sancassani, e dalla campana Laura Schiavone. Fuori dalla finalissima, hanno tentato il tutto per tutto nella piccola finale. Obiettivo: qualificazione olimpica. Il posto a disposizione è solo il primo. Ma Gran Bretagna (prima) e Polonia sono troppo forti per le italiane, terze al traguardo con 15 secondi di distacco dal pass olimpico.
Chi invece vivrà il sogno a cinque cerchi è il doppio adaptive, composto da Silvia De Maria e dal lombardo Daniele Stefanoni, che martedì hanno centrato il pass per le Paralimpiadi, dopo il secondo posto ai recuperi. Sabato, la finale.

Foto di A.Bonciani – Canottaggio.org ©: il due senza, il tabellone con la classifica del due senza, il quattro senza pl e il singolo.

Stefano Lo Cicero Vaina