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Marco Chiodelli, Il canottaggio è l’unico sport che mi ha convinto

venerdì 5 Agosto 2011

Marco Chiodelli, Il canottaggio è l’unico sport che mi ha convinto

ETON, 05 agosto 2011 – Nuova linfa per il quattro di coppia azzurro, dopo l’argento conquistato nel 2010 a Racice da Calamaro, Ferracci, Manzoli e Baluganti. Al posto del “Michelino”, un innesto cremonese: Marco Chiodelli Palazzoli, vogatore della Baldesio che tardi ha conosciuto il canottaggio. “Nel 2009, perché ero grasso e, come attività sportiva, praticavo saltuariamente il tennis”. Una scelta decisa. “Si, ho deciso di impegnarmi ai remi perché questa è stata l’unica disciplina ad avermi convinto”. A seguirlo, giorno dopo giorno nella sua crescita, Giancarlo Romagnoli. “Un autentico motivatore, il Gianca, mi ha dato entusiasmo e infuso grande voglia di far bene”.

I risultati sono presto arrivati. Due titoli italiani (2010 e 2011) rispettivamente nel quattro di coppia junior e nel doppio under 23 con Manzoli (foto a lato) più numerosi piazzamenti di prestigio. “L’ultima finale di Gavirate, vinta in rimonta contro l’Elpis di Gabbia Rossi, è stata fantastica. A un certo punto, sembrava quasi impossibile prenderli ed invece ci siamo riusciti”.

Lorenzo Cortesi, Andrea Lupi, Edoardo Margheri e, ovviamente, Michele Manzoli. Da tutti loro Marco ha imparato qualcosa. “Una cosa su tutte: come comportarsi sui campi di regata, come affrontare le sfide più difficili con attenzione e voglia di emergere”.

Il primo vero banco di prova: l’Europeo. “Sicuramente non è andata come volevamo, non ci stavano cinque secondi di differenza tra noi e la Romania ma una medaglia d’argento non si butta mai via. La barca è stata costruita velocemente: con il raduno e l’inserimento di Marco Calamaro è via via cresciuta e adesso dobbiamo impegnarci al massimo per finalizzare”.

Un aggettivo per ciascuno dei compagni? “Marco Calamaro è il perfezionista, Big Ferracci è il buono, Rambo la chiave della barca: quando si sveglia non ce ne è per nessuno”.