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Donne e allenamento: Paola Grizzetti racconta il Seminario

giovedì 10 Novembre 2011

Donne e allenamento: Paola Grizzetti racconta il Seminario

VARESE, 10 novembre 2011 Paola Grizzetti, Commissario Tecnico della Nazionale di Adaptive Rowing, riflette ad alta voce su alcuni dei temi trattati nel seminario sul canottaggio femminile allenato tenutosi oggi pomeriggio all’Ata Hotel di Varese.

“Sono contenta di aver partecipato al seminario di oggi, è stato un importante momento di approfondimento sul ruolo della donna-allenatrice. Siamo partiti da una convinzione comune. Tutti quanti eravamo d’accordo sul fatto che il livello delle prestazioni ed i numeri delle atlete nello sport fosse in netta crescita, in alcune nazioni il rendimento in termine di medaglie mondiali e olimpiche è anche superiore a quello degli uomini. Siamo, però, indietro dal punto di vista dell’allenamento. Leadership, controllo, lavoro di gruppo: questo è stato il contributo di Anna Grethe Jeppesen, allenatrice norvegese di tiro a segno.

A un certo punto della sua carriera sportiva, si è chiesta cosa fare nella sua vita. Il marito ha proseguito l’attività di atleta, lei è diventata un tecnico e, dopo anni di studi, ha creato un sistema efficace di confronto tra allenatori ed allenatrici di discipline diverse che si relazionano al termine di ogni settimana di allenamento. Un efficace interscambio che andrebbe ripreso anche in Italia. Non soltanto da noi, ma anche in altre nazioni la situazione non è delle migliori. La Gran Bretagna sembra tanto avanti, ma le allenatrici donne non ci sono ed il loro ruolo di leader viene difficilmente riconosciuto. Ci sono sicuramente problematiche culturali dietro. Marika Fenley, dall’Università di Losanna, ci ha illustrato il rapporto con il lavoro. Nel Nord Europa, per legge, il 40% dei dirigenti e dei lavoratori con alte responsabilità porta la gonna, nelle altre zone del Continente non arriviamo al 20%. Sono dati che devono sicuramente farci riflettere.

Io ho portato la mia esperienza della medaglia d’oro vinta a Pechino con il quattro con Adaptive: dietro c’è stato un lavoro di cinque anni ed ho anche detto che nessuno mette la mano sul fuoco sul risultato finale appena parte la gara del proprio equipaggio. Io ci sono riuscita, spero di esser stata un buon esempio per altre colleghe. In conclusione, Tricia Smith e Anita De Frantz hanno espresso la loro soddisfazione per la buona presenza in sala a un evento collaterale. Anche Boultbee e Postiglione ci hanno lanciato provocazioni interessanti e l’auspicio, comune a tutti, è quello di favorire l’avvicinamento al canottaggio allenato di un maggior numero di donne”.