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Canottaggio e cultura al Tricolore Master

lunedì 21 Giugno 2010

Canottaggio e cultura al Tricolore Master

Immagine_036.jpgROMA, 21 giugno 2010 – Se visitando lo splendido Palazzo Ducale di Gubbio vi imbattete in Federico II di Montefeltro che parla con un angelo, non spaventatevi, non scappate. Non sono fantasmi, non sono allucinazioni, non sono suggestioni dovute alla particolare atmosfera che attanaglia chi entra in questi luoghi. E’ soltanto una proiezione oleografica, un effetto tridimensionale.

“Soltanto” è un termine assolutamente inappropriato perché è la prima volta che in Italia si fa una cosa del genere. L’architetto Di Bene, Sovrintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Umbria, si è messo in testa un’idea meravigliosa e l’ha realizzata. Con risultati largamente superiori alle attese: “Il Palazzo Ducale di Gubbio meritava una rilancio – spiega Anna Di Bene – per cui ci siamo detti: dobbiamo realizzare qualcosa di inconsueto, di straordinario, qualcosa che emozioni il pubblico dei visitatori. Ma non avremmo mai pensato che il successo sarebbe stato così clamoroso: da quando si è sparsa la voce che a Palazzo Ducale ci sono… due fantasmi, l’affluenza si è moltiplicata, nel solo mese di maggio abbiamo registrato 5000 presenze”.

Valorizzazione del territorio e delle sue bellezze, paesaggistiche e architettoniche: si dovrebbe fare dappertutto in Italia, si sta facendo soprattutto in Umbria, “dove – precisa la Di Bene – sono innumerevoli i paesaggi incontaminati, i beni monumentali disseminati sul territorio: borghi, castelli, rocche… Noi vogliamo farli scoprire a coloro che si nutrono anche di cultura”.

Hanno sempre fame di conoscere cose belle da scoprire anche i Master di canottaggio, tra una regata e l’altra. “Sport e cultura – prosegue l’arch. Di Bene – non fanno a pugni, vanno a braccetto: ecco perché siamo stati ben lieti di approntare per coloro che prenderanno parte al Tricolore Master, su richiesta dell’Ing. Caracciolo, un itinerario che gli consentirà di conoscere e di apprezzare le bellezze paesaggistiche e architettoniche di Piediluco e dintorni”.

Canottaggio, del resto, non è una parola sconosciuta nel vocabolario del Sovrintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Umbria. “I miei figli Matteo e Tommaso – svela Anna Di Bene – qualche anno fa hanno gareggiato per la Tirrenia Todaro, erano anche bravini. Poi hanno smesso, ma quanto è stata utile quell’esperienza! Il canottaggio è tra gli sport più formativi, non lo dico perché l’ho letto su qualche manuale remiero, l’ho constatato di persona accompagnando i miei figli, quand’erano ragazzini, alle regate. La cura della barca, i preparativi prima di scendere in acqua, il rapporto di estremo rispetto che esiste tra i canottieri sono comportamenti che, anche involontariamente, ti aiutano a crescere”.