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PIU’ IN ALTO DELLE NUVOLE

lunedì 26 Luglio 2010

PIU’ IN ALTO DELLE NUVOLE

BREST, 26 luglio 2010 – Sorridere o piangere di fronte alle vittorie? Questo è un problema di non facile soluzione, nessuno sa dare una risposta. A volte succedono tutte e due le cose perché gioia e commozione si fondono in un unico sentimento. Possiamo dire contagioso? Ebbene si, vola di cuore in cuore e non si ferma più. C’è chi vuole capire come, cosa e perché accada: semplicemente l’onda delle emozioni diventa travolgente, ti porta via con sé e tu non opponi alcuna resistenza. Non esiste una spiegazione razionale.

Scendono dalla barca Mario, Andrea, Francesco e Vincenzo dopo la finale del quattro senza. Sembrano quattro Angeli appena atterrati sulla Terra. Proprio così, loro le ali le mettono negli ultimi 500 metri, proprio nel momento in cui il sogno sembra destinato a lasciar il passo alla cruda realtà. Quel vantaggio importante ridotto a poco più di tre decimi dal Golia Gran Bretagna fa pensare alla fine della magia, all’impossibilità di vincere il nostro primo Mondiale Under 23 nella “barca Regina”. Gli inglesi vogliono fare un sol boccone di noi, l’Australia è pronta a sfruttare l’effetto traino. Attimi lunghissimi.

E invece no, è destino che domenica 25 luglio 2010 la storia venga scritta dai nostri azzurri. Dai nostri Angeli. Eccoli tutti e quattro pronti a tirar fuori un bel paio di ali, il via lo dà il capovoga Andrea Palmisano ed è pienamente recepito dal caparbio Vincenzo Capelli, dal saggio Francesco Fossi e dal furetto Mario Paonessa. Il quattro senza azzurro vola. Più in alto delle nuvole, laddove non ci sono Gran Bretagna, Australia o Repubblica Ceca che tengano. L’oro è al sicuro, una miniera d’oro per questi giovani che cullano le speranze del futuro della Nazionale. 

“Volli sempre volli fortissimamente volli”. Questi ragazzi rispolverano l’alfieriana memoria per la loro fame di successo. Una fame comune ad altri atleti. Cosa si può dire del ‘quattro con’ fiorentino-napoletano Landi-Liuzzi-Agrillo-Ponti? Germania e Gran Bretagna ne escono massacrate dal  confronto con la prepotenza di un equipaggio che vince divertendosi. E il quattro di coppia leggero femminile? Pollini-Noseda-Trivella-Battagin stracciano le avversarie senza soffrire, quasi come se tutto fosse ampiamente previsto e il loro fosse un semplice copione da recitare pagina dopo pagina, palata dopo palata. Il finale della banda Amarante-De Maria-Motta-Regalbuto è una sinfonia dolcissima per le nostre orecchie e uno spettacolo impagabile per i nostri occhi. E’ vero, sentiremo poi l’inno inglese ma resta il profumo d’argento.

Tanto cartone, tanta amarezza. Più per due senza (Nicoletti-Pinca) e quattro di coppia pesi leggeri (Jovanovic, Zobec, Cereda, Buzzi) che vedono sfuggire la medaglia per 68 centesimi che per il doppio di Federico Ustolin e Gabriele Cagna che disputano un Mondiale al di là delle proprie aspettative e possono giustamente esser orgogliosi di esser la quarta forza internazionale under 23 in questa specialità.

Ma la possibilità di metter le ali non svanisce. Né per loro, né per tutti i ragazzi e le ragazze che in Bielorussia non salgono sul podio oppure non entrano in finale. Ci saranno altre occasioni, la loro forza di volontà e il loro amore per il canottaggio avranno la meglio sulla delusione.

Basta volerlo, fortissimamente volerlo. E guardare le nuvole dall’alto in basso, come capitato a Mario, Andrea, Francesco e Vincenzo, sarà realtà. (MC)

 
Foto Detlev Seyb ©: il quattro senza; il quattro con; il quattro di coppia leggero femminile; il 4 senza pesi leggeri