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Luca Motta, Ecco l’orchestra del 4- leggero

domenica 16 Agosto 2009

Luca Motta, Ecco l’orchestra del 4- leggero

ROMA, 16 agosto 2009 – Dal quattro senza leggero under 23 al quattro senza leggero assoluto: tutto nel giro di un anno, anzi meno.
“Esperienza fondamentale per la mia crescita come atleta, per capire quali sono i miei punti deboli e quali gap devo colmare per migliorarmi”.
Luca Motta, ventunenne torinese tesserato Armida, è l’emblema della scalata remiera 2009: una scalata al termine della quale sinora non è possibile accontentarsi ma certamente, alla luce dei brillanti risultati nelle gare nazionali e del bronzo alla prima prova di Coppa del Mondo di Banyoles, è sinonimo di una stagione molto positiva.
“Un grazie enorme va al mio allenatore Walter Bottega e al mio compagno di barca Giorgio Tuccinardi, il primo per essere stato capace di regalarmi la felicità di remare quando ormai avevo smesso di fare canottaggio e il secondo per aver scommesso insieme a Walter decidendo di fare barca con me nella stagione del 2008 nonostante io fossi uno sconosciuto”.
Raduno a Piediluco, un mese per cercare di eliminare i difetti di Lucerna quando il suo equipaggio si classificò al quinto posto dopo aver condotto per metà finale.
“Per ora sono molto stanco a causa della pesante mole di lavoro che abbiamo affrontato – prosegue Luca – Il raduno è stato molto duro dall’inizio e appena arrivati abbiamo avuto una settimana di selezioni: io sono sceso dal 4- per lasciare posto a Livio La Padula ma dopo le tirate ho riconquistato il mio posto. Poi si è ammalato Salvatore Di Somma e per una settimana abbiamo dovuto lavorare senza di lui: tornati assieme, l’equipaggio ha avuto alti e bassi finché non ci siamo ritrovati tornando a sentire bene la barca. Dove migliorare ancora? Sicuramente nella chiusura” .
Il più giovane della barca: non una scusante ma una responsabilità per tutti gli impegni del quattro senza pesi leggeri.
“Non solo, anche l’ultimo arrivato ma i miei compagni mi hanno sempre dato, fin dall’inizio, la massima fiducia considerandomi alla pari e sostenendomi sempre anche nei momenti difficili. In particolare Catello Amarante è stato ed è per noi una figura importantissima,una vera e propria colonna portante: è come se lui fosse il direttore e noi la sua orchestra”.
Per Poznan sa già cosa lo attenderà in una specialità molto numerosa quest’anno.
“Mi aspetto delle gare durissime e tutte ad alto livello, ma sia io che i miei compagni intendiamo interpretarle da protagonisti”.
E infine un pensiero al fratello Matteo, ormai napoletano d’adozione dopo aver trascorso un intero anno alla Canottieri Napoli.
“Nonostante la distanza la sua figura rimane per me un faro da seguire: lui è entrato in nazionale già dal 1° anno Junior ed è tutt’ora una guida per me. Mi sono sempre affidato ai suoi consigli e ancora oggi li ritengo importantissimi e determinanti”.