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Bruno Mascarenhas, Un otto leggero di ragazzi fantastici

sabato 15 Agosto 2009

Bruno Mascarenhas, Un otto leggero di ragazzi fantastici

ROMA, 15 agosto 2009 – Il settimo sigillo mondiale: ecco cosa cerca Bruno Mascarenhas in questa avventura polacca che inizierà il prossimo 23 agosto a Poznan.
Due ori, uno da Junior portoghese e il primo da Under 23 italiano in doppio prima di votarsi anima e cuore alla punta leggera: argento a Siviglia 2002, bronzo a Milano 2003, Gifu 2005 e Monaco 2007 in quattro senza.
Non dimentichiamoci, please, di quel finale emozionante dell’Olimpiade di Atene 2004 quando capovoga Bruno, Salvatore Amitrano, Catello Amarante e Lorenzo Bertini spedirono l’Olanda all’Inferno respingendone gli attacchi finali per soli centesimi: non dimentichiamoci neppure del titolo europeo conquistato nel 2007 a Poznan.
E ora sarà otto pesi leggeri, il punto di partenza per inseguire caparbiamente la terza avventura a cinque cerchi.
“Sto alla grande – esordisce un ottimista Mascarenhas – Il raduno si è svolto con molta serietà sul lavoro e con ottima complicità tra i ragazzi”.
Plasmare un otto vincente non è cosa da poco: l’Italia non vince dal 2006 questa specialità che in passato le ha sempre regalato grandi soddisfazioni.
“Mettere sulla stessa linea d’onda nove teste non è facile, ma venendoci incontro un po’ tutti ci siamo riusciti – prosegue Bruno – Devo dire che questi ragazzi sono fantastici ed è facile andarci d’accordo”.
Mettere insieme nove teste: un lavoro meticoloso e scrupoloso che richiede sforzi importanti per ognuno dei componenti della barca.
“Abbiamo affinato tanto il rapporto umano dentro e fuori e secondo me è fondamentale per compiere grandi imprese: il difetto maggiore è che la barca gira verso i pari, non che sono più deboli ma solo che devono entrare più veloci. Andiamo forte sulla velocità ma di più sulla seconda parte di gara. Dobbiamo solo sistemare la partenza e saremmo a posto”.
Bruno riflette ancora a voce alta sulle sue scelte.
“Nel 2009 ho preso una decisione coraggiosa: non voler fare una barca olimpica e ci credo ancora dopo aver conosciuto questi ragazzi. Poi fare l’otto non significa non faticare o non lavorare, anzi l’obiettivo è sempre quello di vincere, il secondo o terzo posto non è buono mentre nelle barche olimpiche una medaglia è sempre un successo”.
Mondiale: ecco cosa coltiva dentro di sé Bruno.
“Da Poznan mi aspetto di riuscire a dare il massimo ed imporre un ritmo li davanti che tutti e sette possano seguire senza stare scomodi cosi da poter dare tutti il 100%”.
Famiglia e Olimpiadi si incrociano.
“La mia famiglia mi appoggia sempre nelle mie scelte sportive però mi spinge a salire su una barca olimpica il prima possibile e per il quadriennio vorrei far parte di un equipaggio imbattibile, di quelli tosti con un unico obbiettivo in comune: l’oro olimpico”.
In chiusura un forte grazie per i suoi nuovi compagni d’avventura.
“Jiri, Gennaro, Emiliano, Martino, Livio, Davide, Luigi e Andrea: oltre ad avermi fatto ritrovare la passione per il canottaggio si meritano tanto per quello che fanno. Spesso non conosci bene una persona finche non ci vivi a stretto contatto e conoscendo ed osservando questi ragazzi scopri che ognuno di loro fà sacrifici enormi e che spesso però non vengono ricompensati sportivamente come dovrebbero”.