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Roberto Bianco, Essere capitano è una bella responsabilità

martedì 4 Agosto 2009

Roberto Bianco, Essere capitano è una bella responsabilità

BRIVE LA GAILLARDE (FRA), 04 agosto 2009 – “Se hai un sogno non permettere a nessuno di ostacolarti”. C’è scritto sulla maglia di Roberto Bianco e dei suoi altri otto compagni d’equipaggio.
Capitano, mio capitano: all’unanimità Roberto Bianco, leader del gruppo maschile Junior diretto dal CT Claudio Romagnoli.
“Una bella responsabilità per me, posso già dire di aver visto una squadra molto unita nell’arco di tutto il raduno: ognuno ha dato il proprio meglio cercando di familiarizzare sempre più con il proprio equipaggio”.
Al carrello numero 2, capo bordata pari, sente migliorare la barca giorno dopo giorno.
“Il nostro otto, quasi interamente napoletano, vede a bordo tanti amici che si frequentano anche al di fuori delle rispettive società: siamo legatissimi, anzi fratelli e ci diamo la carica l’uno con l’altro nei momenti di difficoltà. Tecnicamente e fisicamente direi che siamo apposto: non vediamo l’ora che inizi il Mondiale per capire il valore del nostro equipaggio a confronto con tutti gli altri avversari”.
Junior primo anno, alle spalle già un Mondiale in quattro senza.
“Non fu un’esperienza esaltante, terzo posto in finale B a Linz: non posso non dimenticare le emozioni vissute assieme ai compagni di barca Serpico, Addabbo e Tedesco”.
In Antonio Colamonici, al CRV Italia, ha trovato “un allenatore no-stress: è grazie a lui se sono qui!”.
Percorso regolare alle gare nazionali e al Memorial D’Aloja: solo vittorie con Giuseppe Vicino, ora capovoga del’otto azzurro.
“Un anno ricco di soddisfazioni, non lo nascondo, anche se il bello viene adesso: oltre ad Antonio, ringrazio anche gli altri due tecnici Danilo Patti e Giovanni Schiattarella”.
Il canottaggio gli è entrato subito dentro, lo si capisce dal modo in cui ne parla.
“Abito sul Lago Patria, mi piaceva vedere scorrere le barche in acqua: prima uscita a bordo di una gig a 4 vogatori subito dopo un paio di giorni al remo ergometro”.
I suoi modelli si chiamano Cop e Hardy. “Li ho conosciuti alla 100° Lysistrata, ho remato con loro: due grandi uomini, due grandi campioni e poi voglio citare anche Leopoldo Sansone che è un esempio in società per noi giovani”.

 

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