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Pierpaolo Frattini, Abituato a bruciare le tappe

lunedì 13 Luglio 2009

Pierpaolo Frattini, Abituato a bruciare le tappe

Di Marco Callai

ROMA, 14 luglio 2009 Lui gioca in casa. Per ora. Pierpaolo Frattini, 25 anni, è ora uno degli assi dell’Aniene e della Nazionale italiana di canottaggio. Respira una bella aria in raduno, perché è l’aria di casa essendo lui varesino doc: al suo fianco, spesso, c’è il suo tecnico Renato Gaeta: parliamo di colui che l’ha forgiato cullandolo e trasformandolo in canottiere d’alto livello.
Riavvolgendo il nastro, lo si può far partire dal 1998. “Undici anni fa, dicembre: primo giorno alla Canottieri Varese, ma poi non mi ripresento per tre mesi per vari motivi! Strano, vero? In realtà, già dalla mia seconda apparizione, capisco che è l’ambiente ideale per me: scopro un nuovo divertimento, remare”.
Prime garette, prime gioie e delusioni. “Un giorno Renato mi chiede se so che esiste la Nazionale: lo sapevo ed infatti conquisto un posto molto presto, a Zagabria 2000 ho solo 16 anni ma già faccio parte del 4 con che si vede sfuggire il bronzo per pochi decimi”.
L’importante è non perdersi d’animo e allora riecco Pierpaolo per il secondo appuntamento Mondiale. “Duisburg: primo anno Junior. Dalla punta alla coppia per un quattro vincitore della medaglia di bronzo: non male, ma io dopo tanti giorni di raduno volevo l’oro”.
Tutto questo per un oro: è il titolo del libro dell’attuale capovoga del quattro senza leggero Giorgio Tuccinardi ma anche della missione di Pierpaolo.
A Trakay salda finalmente il conto con la buona sorte. “Capitano della squadra: una bella responsabilità, ma anche un grande orgoglio. Per la prima volta nella storia l’Italia vince la classifica del Mondiale e io non posso che ringraziare i miei tecnici e compagni d’azzurro per questo titolo mondiale”.
Sempre al suo fianco, Renato Gaeta: è un punto di riferimento.
“Mi ha trasmesso la cultura del lavoro: impegnarsi sempre al massimo, mai dare niente per scontato e poi mi ha avviato al canottaggio d’alto livello con 13 allenamenti settimanali. Capire l’importanza di allenarsi prima di andare a scuola, pianificare obiettivi e cercare di raggiungerli: per tutto ciò devo ringraziare Renato”.
Nel 2003 le prime gare da Senior A. “Sono abituato a bruciare le tappe: quasi sempre nella coppia, ma ricordo ancora con grande piacere l’esperienza di Lucerna 2003. Coppa del Mondo: raggiungere la finale, un risultato stupendo e poi non posso dimenticare l’esperienza dei Giochi Olimpici 2004”.
L’otto diventa volante nel 2005 e nel 2006. “Quattro medaglie in due anni: tre argenti e un bronzo tra Mondiali Assoluti e under 23, momenti bellissimi dove ho potuto imparare moltissimo da grandi campioni”.
E ora il 2009. “Abbiamo iniziato con il botto a Banyoles e poi ci siamo fermati a Lucerna: sappiamo che a Poznan sarà ancora più dura ma il nostro gruppo avrà sicuramente la forza di rialzarsi e continuare un progetto importantissimo”.