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Spolon, De Maria e Bozzato: nuova linfa per la Nazionale Adaptive

venerdì 1 Maggio 2009

Spolon, De Maria e Bozzato: nuova linfa per la Nazionale Adaptive

     
 

Spolon, De Maria e Bozzato: nuova linfa per la Nazionale Adaptive

di Marco Callai

GAVIRATE, 01 maggio 2009 – Sotto a chi tocca! Nuovo quadriennio per gli Adaptive, facce nuove o … quasi!. Tre atleti ai nastri di partenza della nuova stagione, tre esperienze diverse con la volontà comune di fare strada nell’Adaptive Rowing pur conoscendo le difficoltà di dover scalzare medagliati alle Paralimpiadi o atleti molto esperti e quotati.
Sono Massimo Spolon (Gavirate), Silvia De Maria (Caprera Torino) e Andrea Bozzato (Gavirate).
“Ho iniziato per caso: ero in piscina con il mio amico Simone Miramonti e lui mi ha chiesto se volevo provare a uscire in barca” spiega Spolon (foto a sinistra).
Un colpo di fulmine. “Ho provato ed eccomi qua! Ho iniziato due anni fa con Paola dopo diverse stagioni di nuoto amatoriale alla piscina di Ispra”.
La protesi alla gamba sinistra non un freno alla sua voglia di avventurarsi in una nuova disciplina sportiva. “Ho partecipato all’ultimo raduno prima delle Paralimpiadi: adesso riparto gareggiando domani e domenica in doppio con Silvia De Maria e Stefania Toscano”.
Silvia (foto a destra), seduta sulla sua sedia a rotelle, ascolta e interviene: una donna solare, sprizza energia da tutti i pori.
“Ho partecipato alle Paralimpiadi di Tennis e sono stata la numero 23 del mondo, amo anche lo sci ma al Caprera ho trovato in Simona l’allenatrice ideale”.
Nemmeno a Gavirate, in Nazionale, si può lamentare… “Energia allo stato puro, anzi no: corrente elettrica”.
Massimo, bidello alla Guido Macchi di Brebbio ma ottimo pittore come vedremo in uno dei prossimi articoli, aggiunge: “Bravissima come tecnico e come donna”.
Per Andrea (foto sotto), atleta che ha subito un’artrodesi (immobilizzazione chirurgica dell’articolazione) tibio-tarsica, il canottaggio segue una lunga esperienza nel ciclismo: sport praticato con buoni risultati a livello Adaptive.
“Stiamo provando il quattro con: in barca ci sono anche tre campioni paralimpici come Luca Agoletto, Graziana Saccocci e Alessandro Franzetti”.
Andrea ammette orgoglioso. “Dopo venti giorni di pratica, ho vinto il campionato italiano a Ravenna”.
“Si vede che non c’era proprio nessuno” è la pronta risposta di Silvia.
Cosa significa canottaggio per loro? “Sensazione di libertà, contatto con l’acqua molto particolare: silenzio meraviglioso sul Po” racconta Silvia. “La scorrevolezza in mezzo al lago” ribadisce Andrea. “La tecnica, la disciplina, l’assieme con il compagno” riprende Massimo.
Bozzato aggiunge. “Ci vuole lo spirito di adattamento che nel ciclismo serve relativamente”.
E a chiudere ci pensa Silvia. “Il canottaggio? Mi piace, sono anarchica, in barca sto davanti e faccio ciò che voglio!”.
 

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