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Intervista a Rossano Galtarossa

mercoledì 18 Febbraio 2009

Intervista a Rossano Galtarossa

Intervista a Rossano Galtarossa Un’agenda sempre più fitta di impegni, dovuti principalmente al suo ruolo di Direttore degli Impianti della Canottieri Padova e alla promozione del canottaggio nelle scuole, ma Rossano Galtarossa, quattro medaglie (un oro, un argento e due bronzi) in cinque edizioni dei Giochi Olimpici, tiene sempre nel mirino la prossima Olimpiade.
Nel 2004, dopo il terzo posto nel doppio con Alessio Sartori ad Atene, si prese un paio di anni sabbatici: rientrò in Nazionale nell’ottobre 2006 e iniziò, passo dopo passo, a costruire la strada che lo avrebbe portato a festeggiare l’argento di Pechino con i suoi splendidi compagni di viaggio Simone Raineri, Simone Venier e Luca Agamennoni.
In molti poi ricordano le immagini dello spot Edison, in cui Rossano portava la luce nelle case degli italiani attraverso i migliaia di chilometri macinati in barca e al remoergometro. Spot trasmessi, spesso, prima e dopo il TG1.
Quattro titoli mondiali nel quattro di coppia tra il 1994 al 1998, l’ultima grande sfida di una carriera riguarderà probabilmente una specialità diversa: più difficile, più affascinante e, forse, più stimolante.
In singolo, Galtarossa ha vinto sette titoli italiani: il biglietto per Londra ne varrebbe come minimo altrettanti…

Ma procediamo con ordine, Rossano. Attualmente come vivi le tue giornate?
Sono molto impegnato con i preparativi per il Centenario della Canottieri Padova, in qualità di Direttore degli Impianti: il momento clou sarà dal 28 al 30 maggio. Sto portando avanti il progetto con la Provincia di Padova nelle scuole: ho incontrato le prime e seconde classi superiori nell’ambito del progetto Sport a Scuola.

Cosa ti chiedono generalmente i ragazzi?
Di tutto… I ragazzi rimangono allibiti quando gli spieghi quanto ti devi allenare per vincere una medaglia olimpica o mondiale: ti chiedono che vita fai, quanto mangi, quanto dormi. Io mi batto sempre per lo sport pulito e concentro sempre, nei miei interventi, la scarica di adrenalina del risultato gratificante: ai ragazzi, spiego che non esistono sostanze chimiche paragonabili a simili emozioni.

In che modo presenti loro il nostro canottaggio?
Mi aiuto spesso con un filmato collage contenente la finale di Pechino e un allenamento a Padova. Non faccio opera di reclutamento, preferisco incuriosire ed emozionare i ragazzi riferendomi ai risultati. La delusione di Atlanta, l’esame di maturità di Barcellona: mi calo nel loro linguaggio, non faccio mai il professore. Giochiamo con il remoergometro, organizzo anche tornei con i ragazzi: in genere, sono poi gli insegnanti a chiedermi se possono portare i ragazzi alla Canottieri Padova.

Proseguono anche le visite nelle aziende?
Si, porto sempre la mia esperienza da atleta con un occhio alla parte informativa e motivazionale: recentemente ho incontrato i responsabili di un’azienda del vicentino e non dimentico, poi, tutti coloro che hanno creduto nel progetto “Accompagnamo un campione verso la sua quinta Olimpiade”.

Con tutti questi impegni, riesci a trovare il tempo di tenerti in forma?
Parteciperò il prossimo 5 luglio alla Maratona delle Dolomiti in bici da strada. Un gruppo di amatori mi ha già regalato il pettorale per la Maratona di Padona ma non so se vi parteciperò. Ogni tanto conduco lezioni di spinning, faccio soprattutto palestra e ogni tanto esco in barca.

Senti sempre i tuoi soci di Pechino?
Per via di un’amicizia di lunga data, molto spesso sento al telefono Simone Raineri. Luca Agamennoni ha la testa su altri fronti, è appena diventato papà e gli ho mandato le mie congratulazioni via Facebook. Con Simone Venier ci teniamo spesso aggiornati. Ho avuto modo di trascorrere qualche giorno con loro a ottobre, quando il gruppo canottaggio delle Fiamme Gialle è venuto nel Comprensorio Termale Abano e Montegrotto.

Dell’esperienza di Pechino, cosa ti è rimasto?
Una medaglia da esibire nelle scuole! Scherzi a parte, un’esperienza davvero grandiosa, estremamente gratificante anche se poi rivedo la gara e penso alla Polonia cosi nettamente avanti: avrei sperato di combatterla più da vicino. Ma quando vedo l’Australia, fuori dal podio dopo aver segnato il record del mondo, allora mi rendo conto che la nostra è stata una grande impresa.

Meglio i raduni o meglio gli impegni attuali?
I raduni sono un po’ pesanti ma questi impegni sono davvero tanti: era meglio se remavo ancora un pochino…

Allora…
Confesso: non ho mai disputato i Campionati Europei, è un buco nel mio palmares. Se devo pensare a Londra 2012 in singolo, devo pormi degli obiettivi intermedi: Brest può essere uno di quelli, capita proprio una settimana dopo i campionati italiani…


Marco Callai


Foto Mimmo Perna © – Maurizio Ustolin ©