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Comunicato Stampa

sabato 10 Gennaio 2009

Comunicato Stampa

Alla presidenza federale
CON ENRICO GANDOLA
LA SECONDA VOLTA DI UN LOMBARDO AI VERTICI DELLA F.I.C.

In 120 anni della Federazione Italiana Canottaggio la linea dominante della presidenza federale è stata quella piemontese, grazie all’evoluzione organizzativa partita proprio da Torino. E naturalmente c’è stata anche un ricambio presidenziale di linea romana, con l’eccellente guida dell’avv. Massimo Giovannetti, uomo di cultura e di sport, che ha retto la barra del timone federale per due periodi, dal 1935 al 1943 e poi ancora dal 1949 al 1958. Due periodi lunghi, forse un po’ delicati, ma entusiasmanti ed anche con una partecipazione agli “europei” 1935 di grande valore morale, anche se purtroppo senza partecipazione alla finale. Fu, ricordiamolo, quando il lecchese Antonio Offredi ebbe a patire l’abbordaggio da parte del francese Saurin, la cui prua dello skiff trapassò il polpaccio dell’azzurro, imponendo così un movimento di verifica delle norme di sicurezza che portarono alla disposizione dell’attuale pallina di prua. E con orgoglio il presidente federale, memore dei suoi trascorsi giovanili sul Tevere, fu capovoga in batteria e nel ricupero, concludendo così nel doppio con Ferruccio Mascherpa un impossibile campionato europeo.

E dopo Giovannetti nel successivo quadriennio, e con la responsabilità delle Olimpiadi di Roma, ecco di nuovo alla guida del remo azzurro un altro torinese, l’ing. Alfredo Boccalatte, che come Giovannetti rispecchiava la passione fiumarola per il Tevere, a sua volta era l’espressione della grande passione torinese per il Po.

Nel 1961 iniziò la serie di tre quadrienni a guida lombarda, pur se il personaggio affondava le sue radici nella buona terra piemontese: l’avv. Diodato Lanni (nato ad Asti il 10 giugno 1911), presidente della Canottieri Lario, era un uomo di indiscusso spessore, anche politico, particolare non secondario in quel periodo della storia nazionale. Fu consigliere comunale di Como e per quasi due decenni fu presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’Ospedale Sant’Anna di Como e presidente della F.I.A.R.O., la Federazione Italiana delle Associazioni Regionali Ospedaliere. Era un personaggio di grande carisma e se ne ricorda in quel periodo la partecipazione alla Giunta Esecutiva del Coni con la presidenza Onesti, ma anche di grande rilievo fu la sua elezione a Vice Presidente della F.I.S.A. Una elezione questa che ristabiliva un certo equilibrio nell’assetto internazionale, in cui era giusto che l’Italia occupasse una posizione rilevante dopo essere stata parte determinante nella fondazione del massimo organismo mondiale e che purtroppo non ha avuto seguito dopo la sua scomparsa, avvenuta a Como il 26 marzo 1975 (e ricordiamo che riposa nella tomba di famiglia a Fara Novarese, in provincia di Novara).

Con Lanni si è chiuso il ciclo dell’ufficio di presidenza italiano della F.I.S.A. che aveva visto in questa posizione Carlo Montù nel 1926-27 e Luigi Di Sambuy dal 1927 al 1939, ricordando che in quel periodo si registrarono anche delle vice presidenze “tecniche” italiane, con Massimo Giovannetti vice presidente F.I.S.A. per l’anno degli europei di Milano del 1938 e del 1950, mentre si ritrova l’ing. Boccalatte vice presidente della F.I.S.A per l’anno delle Olimpiadi di Roma del 1960.

Ed ora con Enrico Gandola riprende un ciclo presidenziale lombardo, e guarda caso comasco. Un ciclo che si fonda sulla particolare esperienza anche da vogatore del campione bellagino, tutt’ora attivo nell’impegno master e di coastal rowing e che un domani, auspicando non sia mai necessario, sarebbe bell’e pronto a scendere in barca a confermarsi presidente non solo da scrivania, ma anche da remi e carrello.

Ferruccio Calegari

Nella foto, l’avvocato Lanni, al centro del gruppo (cliccare sull’immagine per ingrandirla)