Una sociologa ai remi
Una sociologa ai remi
ROMA, 27 ottobre 2009 – Una sociologa ai remi, una sociologa che torna da Plymouth con al collo una bella medaglia di bronzo conquistato nel singolo: un nuovo podio internazionale dopo la vittoria dei Mondiali Junior 2005, una nuova e speciale ribalta per Denise Tremul.
Vive la sua prima esperienza a contatto con onde gigantesche proprio in occasione del Mondiale: un’esperienza importante, un’occasione di arricchimento e divertimento.
“Il viaggio è stato molto lungo – spiega la vogatrice triestina – Partenza dal Villaggio del Pescatore (Duino-Aurisina) per poi passare attraverso Austria, Germania, Lussemburgo, Belgio e Francia fino a Calais dove abbiamo preso iL traghetto per attraversare la Manica fino a Dover. Da lì abbiamo raggiunto Plymouth: finalmente, dopo quasi 26 ore di viaggio passate con i miei compagni della Polisportiva San Marco”.
Viaggio intenso, ben ripagato dal paesaggio cartolina.
“Appena arrivati siamo andati subito a vedere il mare: io ero molto preoccupata visto che non avevo mai affrontato gare di questo genere, lo spettacolo era affascinante con la baia piena di navi da guerra ormeggiate e le scogliere a picco, un faro bianco e rosso che sovrastava il tutto. I giorni sono volati, nell’ostello assieme a noi c’erano diverse squadre di altre nazionalità (francesi, tedeschi e ungheresi) con cui abbiamo fatto amicizia”.
Il primo contatto con il coastal, specialità quasi sconosciuta a Denise.
“E’ stata la mia prima gara, non avevo neanche mai visto questo genere di imbarcazione! E’ stato mio fratello Aroon a convincermi a partecipare altrimenti io non ci avrei nemmeno pensato”.
Sensazioni e differenze rispetto alle tradizionali uscite in barca olimpica.
“Molte differenze: a partire dalla barca molto più stretta e larga di un singolo “normale” ma anche più maneggevole: l’acqua entra ed esce continuamente. Le gare sono molto diverse dai classici 2000 metri ai quali sono abituata: onde, boe da superare, rischio di penalità se si sbaglia la traiettoria, percorso lungo (circa 6 km) e in condizioni estreme. Secondo me non è una specialità del canottaggio da sottovalutare ma proprio uno sport che andrebbe sviluppato di più, anche in Italia, soprattutto in città ventose come Trieste”.
Il momento della finale: lunga attesa, grande gioia.
“Sabato abbiamo aspettato la gara tutto il giorno, il percorso è stato cambiato 3 volte: noi singoliste abbiamo gareggiato per ultime alle 18 quando il sole stava tramontando. Le onde erano abbastanza alte e il vento forte dentro diga: fuori invece, c’era una situazione di caos completo. Tattiche di gara non ne avevo: volevo solamente cercare di dare il massimo per riscattarmi dopo i 3 anni passati dal mio ultimo Mondiale under 23 e i 4 dalla medaglia d’oro in 4- juniores. Soprattutto pensando ai giorni passati a letto a febbraio dopo essere stata operata per un ernia inguinale. Ad un certo punto della gara, dopo il primo tratto contro vento, stavo per essere superata dalla quinta: da quel momento ho chiuso gli occhi e ho dato il massimo fino alla fine. Sentivo il tifo dei miei compagni dalla riva è stato molto emozionante”.
Il tempo delle dediche.
“E’ sempre la cosa più difficile, la cosa più veritiera ma banale che mi viene in mente è dedicarla a tutti quelli che mi sono stati vicino anche nei momenti più difficili. Alla mia famiglia che mi ha dato la possibilità di continuare a portare avanti questa mia passione e soprattutto mio fratello Aroon: al mio ragazzo che per vedermi un po’ più spesso ha cominciato anche lui a praticare canottaggio. E a tutta la squadra di under 14 e under 16 con cui mi alleno spesso. Spero che questo mio risultato porti attenzione a tutto il lavoro che stiamo facendo per ampliare la nostra sezione alla Polisportiva San Marco e che nuovi atleti sfondino in campo nazionale.
Barche e Sociologia del Territorio e dello Sviluppo: Denise non si annoia certamente.“Già, sto frequentando il terzo anno di Sociologia per il territorio e lo sviluppo all’ Università degli studi di Trieste: colgo l’occasione per ringraziar i miei compagni di università e in particolare Molly. Inoltre alleno la squadra under sedici che mi dà molte soddisfazioni”.