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Klaus Filter, Storia, fisica e biomeccanica della barca come equipaggio

venerdì 16 Ottobre 2009

Klaus Filter, Storia, fisica e biomeccanica della barca come equipaggio

NAPOLI, 16 ottobre 2009 – Storia del canottaggio: parte da qui l’analisi di Klaus Filter, progettista di scafi ed architetto navale nonché membro della commissione FISA per i materiali.
Origini DDR, si concentra subito sugli aspetti storici: lo scalmo scorrevole, “bandito” dalla FISA perché stravolgeva la filosofia del movimento e, soprattutto, “tagliava fuori i paesi in via di sviluppo di Africa, Sudamerica e Asia a causa dei costi elevati”.
Si passa poi alla teoria del disegno della barca: dopoguerra, la ricerca del compromesso tra quella più idrodinamica e quella più rispondente alle esigenze della biomeccanica.
Singolo, doppio, quattro, otto: rapporto tra lunghezza e pesantezza in vari grafici.
Filter spiega anche come cambia il risultato in funzione della temperatura dell’acqua e poi parla di equilibrio.
“Non esiste punto di stabilità fisso sulle nostre barche – spiega Filter – Il centro di gravità è a circa 36 cm dal pelo dell’acqua e il momento ribaltante dipende dalla reattività dell’atleta. Da calcoli fisici emerge che barche più stabili danno maggior resistenza idrodinamica: nelle barche più lunghe e pesanti si torna facilmente alla posizione di equilibrio mentre le barche più leggere meglio si adattano ai vogatori più esperti”.
Il sistema barca-equipaggio in tutte le sue componenti: Filter parla per quasi un’ora e mezza, snocciola dati su dati passando dalla storia alla fisica e alla biomeccanica.
Potrete vivere tutto il suo appassionato intervento su www.fisaconferencenapoli.com nei prossimi giorni dove, oltre alle slides, troverete anche il filmato.

 
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