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Atleti a Poznan: Stefania Toscano e Daniele Stefanoni

venerdì 28 Agosto 2009

Atleti a Poznan: Stefania Toscano e Daniele Stefanoni

POZNAN, 28 agosto 2009 –  Gli azzurri Stefania Toscano e Daniele Stefanoni fanno parte della forte squadra adaptive italiana. Remano insieme nella specialità del doppio misto busto e braccia (TAMix2x) e si presentano ai Campionati del Mondo 2009 dopo aver ottenuto il quarto posto ai Giochi Paralimpici dello scorso anno.

Toscano e Stefanoni si sono già cimentati in batteria e nei ripescaggi e la vittoria da loro ottenuta martedì gli vale la partecipazione alla Finale A in programma sabato.

World Rowing: Qual è il vostro parere su Poznan?
Stefania Toscano:
E’ la mia prima volta qui, dal momento che non viaggio molto al di fuori del canottaggio. Il parco è bellissimo e tutto qui è molto pulito e ben organizzato. Inoltre mi piace molto l’antico centro storico della città.
Daniele Stefanoni: L’ultima volta che sono venuto in Polonia è stato venti anni fa ed è molto migliorata. Mi piace molto Poznan, è veramente un bel posto. Una cosa che veramente apprezzo è il luogo dov’è situato il campo di gara e il suo allestimento così vicino alla città. Non è però facile per noi remare qui – ci sono onde e le condizioni del  campo di regata variano spesso.

WR: Come sono andate le vostre prime gare qui ai Campionati del Mondo?
DS:
La batteria ci è stata di grande aiuto per tastare le condizioni locali. Non siamo abituati alle onde ed il vento era sostenuto, cosa che ha reso tutto più difficile. Il ripescaggio è andato meglio, ma anche quella è stata una sfida dura visto che alla boa dei 100 metri eravamo ancora in terza posizione.

WR: Qual è il vostro obbiettivo qui?
ST:
Porta sfortuna e non va detto. Io ci credo in queste cose.
DS: Ebbene, la cosa più importante è l’essere qui e aver raggiunto la Finale A. Ora dobbiamo fare attenzione a non commettere errori.

WR: Ci sono dei favoriti per quanto riguarda la vostra gara?
DS:
Guardando ai risultati direi che i brasiliani sono quelli da battere. L’Ucraina è in parte rinnovata. Poi ci sono sempre gli equipaggi della Polonia e della Gran Bretagna da tenere d’occhio. E’ sempre una lotta con i polacchi. Secondo me ci sono cinque equipaggi in corsa per le tre medaglie con il Brasile in cima alla lista.

WR: Come vi siete preparati per questi Campionati?
ST:
Nessuna pausa dopo le Paralimpiadi, ho continuato ad allenarmi abbastanza.
DS: Quest’anno abbiamo effettuato un solo raduno di allenamento collettivo. Ci siamo ritrovati ad Aprile dopo che non ci vedevamo da otto mesi. Ci siamo allenati separatamente dal momento che ritrovarsi è un pochino difficile per noi  che apparteniamo a società diverse.

WR: Quali sono i vostri obbiettivi dopo Poznan?
ST:
Ho già compiuto 50 anni e non faccio piani che vadano oltre la soglia di un anno. Se vi saranno atleti migliori sicuramente saranno in barca al mio posto. Ma dovranno prima battermi e per ora non è successo. Questo è anche un ottimo motivo per combattere la pigrizia  e continuare ad allenarmi duramente.
DS: Sono pienamente d’accordo: il posto in barca non è mai una certezza. Così non ti lasci mai andare. Un’altra Paralimpiade mi attende il prossimo anno, perché ho ottenuto la qualificazione nella gara di sci di fondo per i Giochi Olimpici invernali di Vancouver.

WR: Qual è il vostro apporto in barca?
DS:
Stefania è meglio di me e quest’anno si è allenata di più rispetto al sottoscritto. Lei è la parte stimolante e contribuisce molto nel dar coraggio a tutta la nostra squadra.
ST: Woh!, grazie: Che belle queste parole. Credo che ci completiamo bene  l’un con l’altro. Daniele ha praticato molto sport ed ha una grande competenza in fatto di gare oltre al fatto che è il più tattico di noi due.

WR: Avete notato dei cambiamenti nell’adaptive rowing da quando è entrato a far parte del programma paralimpico?
DS:
Penso che l’attenzione verso questa disciplina sia cambiata. Anche all’interno degli stessi club di canottaggio il rispetto è maggiore e piano piano iniziano a capire che anche noi ci alleniamo duramente.
ST: Dal mio punto di vista, anche  il rispetto all’interno della squadra nazionale è cambiato. Ne siamo tutti più integrati e siamo tenuti più seriamente in considerazione. Anche se qui sfortunatamente siamo alloggiati in un albergo diverso rispetto al resto della squadra italiana. Riceviamo comunque lo stesso trattamento, le stesse cure e tutto quanto il resto,…. e ci rechiamo agli allenamenti insieme. Credo comunque che sarebbe stato bello sentirsi parte della squadra non solo all’interno del parco imbarcazioni.

WR: Quando avete iniziato a remare e cosa vi ha motivato nel farlo?
ST:
Ho iniziato quando ero ancora a  Milano nel 2006. Il canottaggio è parte importante della mia vita e la passione per lo sport è ciò che mi da la carica.
DS: Ho iniziato solo nel 2007. Mi fu chiesto se volevo andare ai Giochi Paralimpici di Pechino ed io risposi di sì. Chiesi cosa occorreva che sapessi fare  e mi fu risposto” imparare a remare”. Ero stato molto attivo sino ad allora praticando sci di fondo e ciclismo. Ho partecipato ai Giochi Paralimpici invernali del 2006 ed avevo già vinto tre Campionati del Mondo di ciclismo. Il canottaggio è giunto al momento giusto, visto che avevo avuto alcuni problemi alle gambe e nel doppio non devo usarle. Lo sport in generale è stata la mia salvezza, altrimenti non mi sarei più mosso. La mia passione per lo sport è grande e da quando lo pratico mi piace molto la competizione. Come si dice in italiano: “l’appetito vien mangiando”.

 
Foto D.Seyb – Canottaggio.org ©

 
Fonte FISA, traduzione e adattamento FIC