GENOVA,
09 ottobre 2013 - Uno speciale
compleanno per la Canottieri Argus.
A Santa Margherita Ligure, domenica
prossima alle ore 10 nella palestra
di via Domizio Costa, tutta Santa
Margherita festeggerà il il socio
onorario Francesco Pittaluga, da
tutti conosciuto come "Checchin".
Pittaluga spegnerà 100 candeline.
Insieme allo zio, Antonio Ghiardello,
ed al cugino, Luigi Luxardo, tutti e
due originari di Santa Margherita
(il quarto vogatore era Aldo
Pellizzoni), partecipò alle
Olimpiadi di Berlino nel 1936
classificandosi brillanetemente al
quarto posto. Per l'Argus sarà una
giornata davvero speciale. "Checchin
è un personaggio straordinario ed è
un esempio per tutte le nuove
generazioni di vogatori e vogatrici
sammargheritesi" commenta il
presidente Francesco Ferretto.
Dal libro sui 100 anni della
Canottieri Argus, scritto nel 2010
dal collega Andrea Ferro, troviamo
notizie importanti sulla carriera
agonistica di Pittaluga.
"La
chiamata di Ghiardello all’indirizzo
dei due nipoti, in vista dei Giochi
di Berlino, partì direttamente da
Roma, dove Pittaluga e Luxardo si
trovavano per adempiere al servizio
militare. Chiusa la parentesi di
Berlino, e una volta terminato il
servizio militare, Pittaluga e
Luxardo fanno ritorno in Liguria,
trasferendosi a Genova dove iniziano
a lavorare come ferrovieri. Passano
pertanto in forza al gruppo sportivo
del Dopolavoroferroviario Genovese,
dove trovano altri due
sammargheritesi, entrambi celebri
campioni d’Europa del 1927, Agostino
Massa e Palmiro Lago.
Massa,
Luxardo e Pittaluga, in compagnia
del genovese Gaetano Petrucci,
formano un nuovo equipaggio del
quattro senza, che sale due volte
sul podio in altrettante edizioni
dei campionati europei: nel 1937 a
Amsterdam (medaglia di bronzo) e
l’anno seguente a Milano
(argento).Risultati di prestigio cui
Pittaluga può aggiungere svariati
successi, e non solo, a bordo del
quattro, nel corso di diverse
edizioni dei campionati italiani.
Giunto a fine carriera, proprio in
occasione di una finale tricolore,
Francesco Pittaluga disputa la sua
unica gara nelle vesti di atleta
della Canottieri Argus, la società
della sua città. Tornato a Santa
Margherita dopo la seconda guerra
mondiale, ha in seguito voluto
trasmettere la passione per la voga
alle nuove generazioni, diventando
allenatore, proprio nelle file dell’Argus,
rimanendo nei quadri tecnici della
società sino agli anni Settanta e
contribuendo in maniera determinante
al rilancio della glorioso sodalizio
biancoceleste".
Marco Callai