Martino Goretti: "La motivazione del 4
senza PL è fortissima"
ROMA,
21 giugno 2012 -
Verso l'obiettivo, verso il sogno, verso un'esperienza totalmente nuova per tre
quarti dell'equipaggio. Remando verso Londra, con convinzione nei propri mezzi,
con minuziosa e costante ricerca dei propri difetti per cancellarli e migliorare
giorno dopo giorno. Alla base di tutto c'è il lavoro e la consapevolezza di una
preparazione attenta e dettagliata, sicuramente la più intensa della loro
carriera. E' il capovoga Martino Goretti (Fiamme Oro) a parlare, a cuore
aperto, ed a raccontare l'inverno ed i primi sei mesi del 2012 del quattro
senza Pesi Leggeri azzurro.
Martino, da cosa partiamo?
"Dal fatto che quest'anno siamo partiti con la consapevolezza che, nonostante
la splendida stagione passata e nonostante le medaglie vinte (argento ai
Mondiali ed oro agli Europei n.d.r.), nell'anno olimpico si riparte da capo. Per
Marcello Londra sarà la seconda Olimpiade, per me, Daniele ed Andrea la prima.
Siamo tutti e tre preparati ad affrontare qualcosa di nuovo, qualcosa che non
conosciamo bene e che sarà sicuramente più difficile di quanto ci è stato
raccontato".
Come avete lavorato durante l'inverno?
"Grazie al nostro CT Giuseppe Polti, in un clima sicuramente tranquillo. In
tre anni, nelle gare nazionali ed internazionali, avevamo già dimostrato tutto
il nostro valore. Le difficoltà sono sorte a causa della pressione e della
volontà di migliorare, cercando di allenarsi sempre di più e meglio. La nostra
motivazione olimpica è fortissima. Negli altri anni, ti alzavi la mattina ed
andavi ad allenarti chiedendoti dove saresti arrivato a fine anno. Ora è
diverso: sappiamo di aver un'Olimpiade davanti".
Coppa del Mondo: raccontaci di Belgrado.
"Eravamo carichissimi, reduci da intense sessioni di allenamento. Siamo
stati eliminati, d'un soffio, dall'Olanda, un equipaggio probabilmente più
avanti nella preparazione rispetto a noi perché ancora a caccia del pass
olimpico ma sicuramente non d'altissimo valore dato che poi in finale ha preso
sei secondi. Per me, quella è stata la batosta più grande".
Più grande rispetto a Monaco di Baviera?
"Si, senza dubbio. Perché poi abbiamo cercato di recuperare con grande
generosità e determinazione in raduno a Varese. A Monaco di Baviera, siamo
usciti contro Danimarca e Francia, due equipaggi che poi, punta a punta, si sono
giocate la medaglia in finale. E' chiaro, non siamo ancora al livello dei
Mondiali di Bled ma io ho sentito meglio la barca. La Coppa del Mondo, per noi
ed altre nazioni, è comunque una tappa intermedia, un momento di verifica della
propria condizione".
Martino, cosa è cambiato rispetto al 2011?
"Non siamo più quattro ragazzi spensierati e senza nulla da perdere, come
eravamo un anno fa con l'innesto di Marcello, ma adesso abbiamo delle
responsabilità. Ci alleniamo sempre al massimo senza mai risparmiarci. Tutti
quanti, senza se e senza ma. Per fare un esempio, non ho mai visto Andrea
Caianiello allenarsi così tanto ed i frutti di questo lavoro se li ritroverà,
anzi ce li ritroveremo a Londra" .
Cosa puoi dirci della concorrenza?
"Mi sono guardato i passaggi delle altre barche. Inglesi ed australiani sono
sempre molto temibili, vantano una grande tradizione olimpica in questa
specialità. Poi Danimarca, Francia, Sudafrica, Germania, Cina. Tutte barche
vicinissime nei tempi. L'Olimpiade assomiglia anche a un vero terno a lotto se
pensi che a volte non vai in finale magari perché hai sbagliato una palata ed
hai perso centesimi decisivi.
Ora Livigno, l'aria di montagna quanto sarà importante per voi?
"Ritengo questo raduno molto importante sotto il profilo tecnico e
psicologico. Lavoreremo molto sulla tecnica, per cercare il migliore assieme ed
una condizione che ci permetta di esprimerci al top a Londra. Livigno ci darà
stimoli e tranquillità che non abbiamo trovato altrove. In conclusione, ci
teniamo a ringraziare tutti quelli che vivono con noi, ogni giorno, le
difficoltà e le incertezze della preparazione olimpica dandoci fiducia e
credendo in noi. Mi riferisco alle nostre famiglie, io in particolare a papà
Eros per la sua vicinanza, i suoi consigli ed il suo costante invito a non
scoraggiarmi mai, ed al nostro CT, uomo che alle tante parole preferisce sempre
i fatti".