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 “Thames, I love”.  L’Università ai remi

mercoledì 23 Marzo 2011

 “Thames, I love”.  L’Università ai remi

MILANO, 23 marzo 2011 – E’ ormai nella storia che uno dei grandi veicoli di promozione del canottaggio è stato il movimento sportivo universitario ed il più noto confronto a remi è quello tra gli “otto” delle Università di Oxford e Cambridge, il cui primo match avvenne il 10 giugno 1829 (tra l’altro con barca a sedile fisso, lo scorrevole arrivò qualche tempo dopo) a Henley. In seguito l’evoluzione della ormai mitica gara registrò varie  modifiche, divenendo nel tempo richiamo per gli appassionati e desiderio di esserci per tutti gli studenti rematori.

Quest’anno alle ore 17 di sabato 26 marzo scatterà la 157.a edizione davanti a non meno di 250.000 spettatori tra Putney e Mortlake, con Cambridge a prevalere per 80 vittorie a 75 su Oxford (a pari merito la gara del 1877). Nel 2010, il 3 aprile, dopo due anni di successi di Oxford l’otto di Cambridge, tornò a mettere avanti la propria prua col vantaggio su Oxford di 1 lunghezza e 1/3.

In Italia al sorgere del canottaggio organizzato si pensò (e i vari ministeri seguivano con interesse l’evolversi della disciplina) ad organizzare anche iniziative per il mondo studentesco. Ovviamente allora non c’era la grande apertura d’oggi dalle scuole elementari alle università, ma imperando il motto “mens sana in corpore sano” ecco che nel 1891 il Rowing Club Italiano nell’ambito della Regata internazionale di Torino del 13 e 14 giugno 1891 inserisce la gara “Yole di mare” (tipo regolamentare) a quattro vogatori di punta e timoniere, riservata agli studenti della R. Università di Torino, “allo scopo di promuovere efficacemente lo sviluppo dell’esercizio ginnastico del Canottaggio e introdurne la pratica razionale nell’educazione fisica”(1).

Dal regolamento “Il Rowing Club Italiano, annuente il Rettore della R. Università e col concorso delle Società torinesi di canottaggio e della Associazione Universitaria Torinese, istituisce una Gara annuale a remi fra le quattro Facoltà della R. Università degli Studi di Torino”.

Dal dettagliato regolamento si apprende che dopo estrazione a sorte l’abbinamento delle facoltà risulta: Facoltà di Legge-Canottieri Armida, Facoltà di Medicina-Canottieri Caprera, Facoltà di Matematica-Canottieri Cerea e Facoltà di Belle Lettere-Canottieri Esperia.

E viene precisato che nella Facoltà di legge sono compresi gli studenti in giurisprudenza, notariato e da procuratori. Nella Facoltà di medicina gli studenti in medicina-chirurgia, zooiatria e farmacia. Nella Facoltà di matematica gli studenti in scienze fisiche, matematiche e naturali e quelli della Scuola d’Applicazione per gli ingegneri del Valentino e del Museo Industriale. Ed infine della facoltà di belle lettere gli studenti in belle lettere e filosofia.   

La gara si svolse su percorso di 1800 m. e fu vinta dall’equipaggio “Dora”, Facoltà di matematica (Beltramo, Marchello, Somaglia-Stopazzola, Capponi, tim. Sardi) in 6’25”3/5; 2. “Mary”, Facoltà di legge (Maccario, Girino, Pecco, Migliarina, tim. A. Calvi) 6’27”4/5; 3. “Igea”, Facoltà di medicina (Grillo, Appiotti, Buscaglino, Ottonello, tim. U. Marchetti) 6’28”4/5; 4. “Estudiantina”, Facoltà di Belle lettere (Prochet, Gatta, Racca, Benedetto, tim. E. Gilio Tos) 6’29” (2).

Il presidente di giuria della regata fu un personaggio assai importante nella vita civile e industriale torinese, ed anche dello sport remiero, il conte Roberto Biscaretti di Ruffia.

Successivamente, nella riunione centrale del R.C.I. del 13 novembre 1891si incaricò la Presidenza di iniziare le pratiche per l’istituzione della Regata annuale fra le Università Italiane, cercando di ottenere a tale scopo  dal Ministero della Pubblica Istruzione una Coppa d’onore da servire di premio trasmissibile perpetuo – challenge – a tale gara. Ed ecco infatti che già nel 1892 il Ministero della Pubblica Istruzione mette in palio la “Coppa Minerva” che al primo anno sulle acque del Po viene vinta da un equipaggio della Regia Università di Pavia preparato ed allenato dalla Canottieri Ticino. L’anno successivo sarà Pavia ad organizzare la seconda edizione della importante gara e la Coppa ritorna a Torino per merito della formazione della Regia Università di Torino preparata ed allenata dalla Canottieri Cerea. E nel corso degli anni (ad eccezione della grande guerra) saranno vari atenei a incidere il proprio nome sul basamento della “Minerva”, dal Politecnico di Milano, alla Università di Genova, alla Scuola Superiore Navale di Genova, e poi nel 1923 l’Università di Roma allenata dal Club Nautico Romano ed ancora l’Istituto Superiore per il Commercio di Napoli preparato con l’ausilio dell’Italia e della Canottieri Napoli.

Altra manifestazione universitaria di grande rilievo è la Pavia – Pisa, la regata studentesca in “otto con timoniere” che si disputa alternativamente a Pavia ed a Pisa, organizzata nel ricordo degli studenti universitari di Pisa che con quelli di Siena componevano il battaglione universitario guidato dai loro professori che con sacrificio nella battaglia del 29 maggio 1848 tennero eroicamente testa al soverchiante esercito austriaco, consentendo all’esercito piemontese di riorganizzarsi per vincere il giorno successivo la battaglia di Goito.

La prima edizione della regata si svolse sull’Arno, a Pisa, nel 1929 col successo dei padroni di casa e probabilmente con lo stesso amore per la loro Università che pongono gli studenti britannici nel loro confronto: quello tra Pavia e Pisa è uno straordinario avvenimento sportivo in campo accademico ormai nel solco storico della tradizione del remo italiano. La prima vittoria dei pavesi fu registrata sul Ticino nella quarta edizione nel 1932. E scorrendo i nomi di quanti vi hanno partecipato si resta stupiti nel trovarsi davanti a testimonianze di storia, industria e tanti altri notevoli momenti della vita italiana. Quest’anno (49.a regata) l’appuntamento è a Pavia, per celebrare sul Ticino anche i 650 anni di glorioso percorso educativo dell’Ateneo pavese.

Ma ritornando all’affascinante appuntamento del 26 marzo sul Tamigi non va sottovalutato il valore agonistico e promozionale della regate disputate sul grande fiume britannico. La scorsa settimana oltre 300 “otto” femminili hanno preso parte alla “Women’s Eights Head of the River Race” la cui prima edizione ha origine nel 1927 forse nella scia dell’entusiasmo dell’analoga regata maschile lanciata l’anno prima. Per l’Italia, per i suoi appassionati della “voga all’inglese” il canottaggio britannico ha chiaramente un notevole fascino, dato anche dalla particolare festosa cornice che lo circonda, tra crinoline e cappellini delle signore, e le seriose pagliette degli uomini. E la Lombardia ne subisce certamente il fascino in positivo, tanto appunto che sabato 19 marzo un otto tutto lombardo al femminile e con l’etichetta “idrogeno rosa” (Tucano Urbano) è andato a migliorare sul Tamigi la sua posizione di classifica dal 10° al quinto posto e primo degli equipaggi stranieri e non è cosa da poco sul difficile percorso. E nella stessa gara una più giovane formazione della Canottieri Milano in misto con la Tritium si è assestata su un pur onorevole 79.° posto (63.a Vittorino da Feltre integrata da Cus Ferrara).

Ma proprio sul Tamigi la Lombardia nella sua lunga storia remiera ha scritto dei risultati a caratteri dorati, a cominciare da Giuseppe Sinigaglia, l’eroe della Lario, che nel 1914 andò a vincere col suo singolo alle non facili regate di Henley la Diamond’s Cup. E nella stessa localizzazione una trentina di anni più tardi il “quattro senza” della Moto Guzzi di Mandello (Moioli, Morille, Invernizzi e Faggi) si imponeva alle Olimpiadi della rinascita post bellica vincendo la medaglia d’oro. Più avanti altre formazioni della Moto Guzzi e di altri sodalizi remieri hanno partecipato con dignitosi piazzamenti alla Regata Reale di Henley e tra un anno gli equipaggi azzurri, questa volta su un bacino remiero ad hoc, realizzato nell’area universitaria di Eton, andranno alla conquista di nuove medaglie olimpiche.

Ferruccio Calegari 

(1) Lo Sport Nautico, marzo 1891.

(2) All’epoca era d’uso dare un nome simbolico agli equipaggi.

Nelle immagini:

Olimpiadi 1948

1 – Alla cerimonia d’apertura sfila la squadra azzurra

2 – Il trionfale arrivo della finale del quattro senza

3 – Moioli, Morille, Invernizzi e Faggi (Italia) sono premiati e ricevono i complimenti dal presidente del C.I.O.  Sigfrid Edstrom.