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ROMA, 14 maggio 2022 - Nessun luogo è privo del suo genio. Questa frase del poeta Servio,
scritta per commentare il quinto canto dell’Eneide di Virgilio, segna un
profondo distacco tra una concezione del paesaggio fondata semplicemente su
elementi e cose per divenire vivo e partecipato. Anche il Tevere con le sue
sponde ha un nume tutelare che lo protegge. Questo non solo per fare riferimento
alla tradizione antica che vedeva geni dietro ogni manifestazione della natura,
ma per evidenziare quel paesaggio invisibile che si nasconde in ogni situazione.
Il “genius” è parte del nostro animo e si manifesta nel momento che percepiamo
dall’ambiente il significato profondo che lo lega alla sua storia e al suo modo
di essere. Per questo motivo il fiume ha sempre influenzato le persone che lo
hanno vissuto. Effetto di questa influenza è stata la personificazione operata
sul paesaggio e nel paesaggio che ha determinato l’azione dell’uomo nei millenni
della storia di Roma.
Oggi percepiamo il genio attraverso quello che definiamo carattere di un
ambiente, la sua essenza si fonde con il suo “genius loci” per rappresentarne
compiutamente le
caratteristiche, uniche ed incommensurabili, che si misurano con il senso di
appartenenza.
L’Oasi Urbana del fiume Tevere, un’area naturale protetta compresa nel quartiere
Flaminio, presso il Lungotevere delle Navi tra Ponte Matteotti e Ponte
Risorgimento, rappresenta un ‘modello di natura’ da imitare e replicare nella
nostra città; un microambiente ideale dove la fauna può trovare riparo durante i
viaggi migratori e un angolo di natura che può deliziare gli abitanti della
città.
Con l’installazione Il Tevere. 150 Remi verso il Cielo, si vuole celebrare il
rapporto vitale tra la città di Roma ed il suo fiume. L’acqua nel suo incessante scorrere rappresenta la prima fonte
battesimale del Cristianesimo primitivo e prima ancora il fiume sacro alle
divinità della Roma antica. Il rapporto con il fiume trova la sua moderna rappresentazione nella vita
dei fiumaroli e dei Circoli storici che sugli argini svolgono la propria
attività sportiva e sociale, silenziosi custodi che lo navigano e lo amano
quotidianamente. Questa opera celebra il fiume di Roma in un Alzaremi al Cielo, simbolico
tributo al più antico sodalizio remiero della Capitale, il Reale Circolo
Canottieri Tevere Remo, che nel 2022 celebra i 150 anni dalla sua fondazione.
Il fiume quale palestra naturale all’aria aperta diventa teatro del
progetto Canottaggio Sport Terapia Integrata che nel suo letto ha preso vita.
Testimonianze, aneddoti, storia e memorie nelle pagine raccontate dal Museo del
Tevere mettono la cornice naturale a questo evento così iconico per la nostra
città spesso non valorizzata come merita.
Lo sport rinnova l’antico rapporto dei cittadini romani con il loro fiume che
con la costruzione degli argini alla fine dell’Ottocento ha costretto a fluire
tra alti muraglioni.
La percezione del fiume è molto cambiata da allora per i cittadini romani;
il fiume è stato tagliato fuori dalla città, ma salvato così dalle continue e
disastrose inondazioni.
Divenuto così un valore aggiunto e non una minaccia il fiume con il suo
incessante procedere verso il mare, azzera il caos cittadino con i suoni della
natura dando di nuovo la sensazione di non avere mai perduto il contatto con
i suoi cittadini romani.
Presenta:
Maria Elena Marani Architetto Paesaggista PhD in Storia
Disegno e Restauro dell’Architettura
Specialista in Beni Naturali e Territoriali e Specialista in Beni Architettonici
e del Paesaggio.
Intervengono:
Giuseppe Abbagnale, Presidente Federazione Italiana Canottaggio
Daniele Masala, Presidente Reale Circolo Canottieri Tevere Remo
Marcello Scifoni, Presidente dell’Associazione ‘Museo del Tevere’, e
Leonardo Carletti, Consigliere dell’Associazione ‘Museo del Tevere’,
presenteranno il libro “Il Dio Scontroso”
Nicolò Cavalcanti, Responsabile ‘Programma Canottaggio Integrato’