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L’argento europeo del quattro senza Under 23: inseguito e agguantato con un percorso tutto in salita

giovedì 19 Novembre 2020

L’argento europeo del quattro senza Under 23: inseguito e agguantato con un percorso tutto in salita


ROMA, 19 novembre 2020 – Seconda piazza del podio, nell’Europeo Under 23, anche per l’equipaggio del quattro senza maschile composto da Nunzio Di Colandrea (RYC Savoia), Alessandro Bonamoneta (SS Murcarolo e ora Fiamme Gialle), Edoardo Lanzavecchia (SC Armida) e Vladimir Kuflyk (RYC Savoia). Una medaglia importante conquistata in una specialità olimpica, che ha soddisfatto sia atleti che tecnici, e giunta alla fine di un lungo percorso preparatorio: “Non avendo in calendario gare internazionali, tutte annullate – inizia Edoardo – abbiamo interpretato ogni allenamento in acqua, durante il raduno, come una vera e propria competizione. L’assenza degli appuntamenti internazionali si è fatta comunque sentire in negativo. Per me in particolare poi è stato un periodo un po’ difficile dal momento che ho dovuto conciliare gli allenamenti con la stesura della tesi (in economia aziendale ndr). Dovendomi laureare a settembre, avevo la consegna il 28 di agosto”. Un periodo pesante, quindi, che ha richiesto tutte le energie dell’azzurro: “Inizialmente, tra l’altro, la barca non rispondeva come ci aspettavamo, ma questo era dovuto anche al fatto che tutti noi avevamo dei problemi – continua Lanzavecchia – io come ho detto avevo la tesi, mentre i miei compagni erano alle prese con vari problemi fisici. Successivamente abbiamo ridiscusso la formazione, mantenendo gli stessi uomini, e la barca è cambiata completamente.


I risultati si sono visti quasi subito anche considerando che io mi ero sgravato dall’impegno universitario e gli altri stavano risolvendo i loro problemi fisici”. Sull’Europeo, poi, l’atleta torinese aggiunge: “È stato un evento molto particolare per tutte le limitazioni imposte. Col senno di poi mi viene da dire che tutto sommato siamo stati anche fortunati, vista poi l’evoluzione della pandemia. In tutto questo, però, il dover stare sempre tutti insieme, evitando i contatti con gli atleti delle altre nazioni, ha fatto si che tra noi si creasse una grande armonia. Personalmente l’ho apprezzato. Relativamente alla gara, la barca ha risposto bene da subito e abbiamo capito, già dalle batterie che potevamo dire la nostra. Mi ha fatto piacere questa medaglia perché intanto non me l’aspettavo e poi perché penso sia stata la degna conclusione della mia esperienza tra gli Under 23”. E se Edoardo ha concluso il suo percorso in categoria, Alessandro lo ha inaugurato: “Sicuramente è stato un podio significativo dal momento che ero al mio primo anno in Under 23, la prima volta che mi sono misurato coi grandi. Poi il fatto di disputare l’Europeo su una barca importante e prestigiosa come il quattro senza, mi ha dato ulteriore soddisfazione. Proprio perché sapevamo quanto valesse questa specialità, in raduno abbiamo dato tutti il massimo”.


Un lavoro duro, comunque, che ha fatto segnare ad Alessandro un salto di qualità: “Sicuramente il clima tra gli Under 23 si è rivelato molto professionale. Siamo stati chiamati a lavorare più seriamente. Essere arrivato poi addirittura a prendere una medaglia dopo tanto impegno non solo mi ha dato soddisfazione, ma anche tanta sicurezza in me. È stato un inizio importante. Certo, in gara l’adrenalina era tanta, come tanta era la concentrazione perché di errori, quando si gareggia a quei livelli, se ne possono fare pochi. Fortunatamente mi sono trovato subito bene coi miei compagni di barca, tutti ragazzi che già conoscevo, e questo mi ha aiutato molto”. L’atmosfera così “particolare” che ha caratterizzato l’Europeo ha colpito un po’ tutti gli atleti, compreso Nunzio che dice: “Era tutto molto strano, sopratutto in prossimità degli ultimi 250 metri. Sembrava di essere su un altro campo gara. Personalmente ho sentito molto la mancanza delle grida di incitamento da parte del pubblico e dell’adrenalina che trasmette. Anche in premiazione fare le foto distanziati con le altre nazioni, indossando le mascherine, oppure non poter girare sul campo liberamente, non è stato tanto bello. Siamo tutti consapevoli però che queste misure erano assolutamente necessarie. Speriamo che l’anno prossimo si possa tornare alla normalità”.


Tutto questo però non ha tolto all’atleta campano l’immensa gioia per il bell’argento portato a casa: “La medaglia per me è stata tipo una liberazione, sia perché mi sono confermato ancora una volta, sia perché il quattro senza è una specialità olimpica e quindi prestigiosa. In quella medaglia è racchiusa tutta la sofferenza e i momenti di difficoltà imposti della quarantena: penso al doversi allenare a casa da soli oppure al fatto che ogni appuntamento internazionale in programma era costantemente in bilico tra l’essere confermato o annullato. Insomma, non è stato facile ma alla fine ce l’abbiamo fatta! Vorrei anche sottolineare che questo traguardo è stato raggiunto anche grazie a Marco Russo, nostro allenatore di riferimento fin dall’inizio del raduno. Lui era sempre lì, pronto a correggerci ogni volta che c’erano sensazioni negative. Ci ha accompagnato in ogni singolo allenamento e ci ha messo nelle condizioni di poterci esprimere al massimo”. E a Marco Russo vanno anche i ringraziamenti di Vladimir, che, nel ricostruire il suo percorso verso la medaglia, fa riferimento al valore dell’operato del tecnico:


“Durante il raduno abbiamo lavorato tanto per migliorare la barca che inizialmente non andava. Con l’aiuto del nostro allenatore di riferimento Marco Russo, e grazie all’unione di squadra, siamo riusciti, giorno dopo giorno, a crescere ed a trovare quella serenità che ci ha permesso di allenarci nelle condizioni migliori”. Quindi Vladimir ci racconta l’esperienza Europea dal suo punto di vista: “In Germania, dopo aver concluso la batteria dietro alla Romania, campione del mondo senior, abbiamo acquisito molta fiducia e questo ci ha permesso, nella finale, di gestire la gara come volevamo. Abbiamo così agguantato la medaglia d’argento. Per me, come anche per i miei compagni, questa medaglia ha un valore enorme. Durante il lockdown, infatti, con la notizia del mondiale annullato, abbiamo perso tutti un po’ quella grinta che ci faceva andare avanti negli allenamenti. In quel periodo è stato preziosissimo l’operato del Capo Allenatore Spartaco Barbo che ha creato dei gruppi di lavoro per colmare l’assenza di competitività. Tutto questo, per come la vedo io, è fondamentale in questo sport così duro. Posso dire, quindi, che è stata una battaglia più mentale che fisica, ma nonostante questo non abbiamo mollato, perché la voglia di dimostrare al resto dell’Europa chi siamo e quanto valiamo era troppo forte”.