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Tra conferme, debutti e metamorfosi: le medaglie europee assolute del quadruplo maschile e del singolo pielle femminile

domenica 8 Novembre 2020

Tra conferme, debutti e metamorfosi: le medaglie europee assolute del quadruplo maschile e del singolo pielle femminile


ROMA, 08 novembre 2020 – Il viaggio tra le medaglie europee di Poznan continua tra i Pesi Leggeri non olimpici, e si rimane su singolo e quattro di coppia, ma a parti invertite: il quattro di coppia maschile medaglia d’oro di Gabriel Soares (Marina Militare), Patrick Rocek (SC Lario), Antonio Vicino e Catello Amarante (Marina Militare) e il singolo femminile medaglia di bronzo di Paola Piazzolla (Fiamme Rosse). Iniziamo dai neocampioni d’Europa, guidati a capovoga da Gabriel Soares, che si conferma sul tetto continentale ancora una volta alla guida del quadruplo Pesi Leggeri maschile e che benedice la disputa della manifestazione di Poznan: “Questo Europeo è stato come un’ancora di salvezza, perché ci ha dato un obiettivo per allenarci durante il lockdown. È stato sicuramente un Europeo particolare, nel quale molti equipaggi non si sono potuti presentare, e con quelli presenti si manteneva una certa distanza, ma tutte le misure adottate erano necessarie per garantire la sicurezza, ed anche se l’atmosfera era surreale, è stato un bene che tutti abbiano rispettato quanto previsto dai protocolli”.


La vittoria di Poznan per Gabriel è stato un toccasana, anche in virtù di un periodo personale non proprio felice: “Il 2020 per me è stato un anno difficile, reso ancora più duro da una grande perdita familiare, e per questo l’oro europeo ha ancora più valore. Devo ringraziare i miei cari e la mia seconda famiglia, la Marina Militare, per il sostegno continuo, che non è mancato soprattutto nei momenti bui”. Se per Soares la medaglia d’oro europea è stata una conferma, non è stato così per Patrick Rocek, finalmente affermatosi dopo anni di sacrifici. Sette anni di fatica per il fratello di Aisha, che nel 2013 al timone dell’otto Junior sfiorò il titolo mondiale – secondo per un centesimo dietro la Germania, con lui in barca anche due attuali membri del Gruppo Olimpico, Leonardo Pietra Caprina e Emanuele Fiume, all’epoca rispettivamente SC Firenze e Pro Monopoli – per poi proseguire da vogatore una carriera esplosa in azzurro solo negli ultimi due anni. “Sono stati anni di duro lavoro – racconta Patrick – e ora finalmente ho iniziato a raccogliere quanto volevo.


Da ragazzo e junior non mi allenavo tanto, poi da Under 23 mi sono messo sotto, ma fisicamente non ero pronto, tant’è che nonostante fossi nel gruppo che preparava i Mondiali di categoria nel 2018 e 2019, alla fine sono sempre stato mandato a casa. Poi con la selezione per l’Europeo Under 23 di Ioannina dello scorso anno, dove salii sul podio, è cambiato tutto, e ora sono arrivato fino a qui. Per me è stato indescrivibile gareggiare con Gabriel, Antonio e Catello, che ho sempre seguito da tifoso quando andavo a vedere le gare di mia sorella e che ora sono amici e compagni di barca. È un orgoglio”. A proposito di Aisha, è profondo il legame tra fratello e sorella, a Poznan finalmente parte della stessa squadra azzurra: “L’ho sempre seguita, anche lo scorso anno, quello dei grandi successi a Lucerna e Linz, ero presente a tifare per lei. Quest’anno però finalmente eravamo parte dello stesso gruppo, io campione sul quadruplo pielle, lei protagonista di un argento pesantissimo sul quattro senza Senior femminile, ed è stata una emozione che non ha parole per essere descritta. Far parte del suo stesso gruppo per me è valso veramente tanto”.


Terzo carrello della barca campione d’Europa è Antonio Vicino, nome di spicco da Junior e Under 23, categorie nelle quali si è laureato campione mondiale, ma che a Poznan ha debuttato a livello assoluto, a 25 anni. Un debutto cercato a forza di lavoro, come racconta lui stesso: “Dato il contesto altamente competitivo ho sempre lavorato tanto per arrivare nella squadra assoluta, sapevo che allenandomi prima o poi ci sarei arrivato. Ci speravo anche la stagione passata, ma purtroppo a causa di una frattura al dito, che mi ha tenuto fermo per un po’, non sono arrivato in forma al Meeting valutativo per l’ingresso in Nazionale. Comunque mi sono tolto delle soddisfazioni qualche mese dopo con un terzo posto ai campionati italiani in singolo Pesi Leggeri e conseguendo la Laurea in Economia e Commercio.


Quest’anno gli imprevisti non sono stati da meno, per un attimo la pandemia mi ha fatto credere di dover rimandare ancora i miei obiettivi, ma ho avuto pazienza e ho continuato ad allenarmi al massimo nonostante il periodo. È evidente che tutto il lavoro fatto in questi anni in Marina Militare e con il tecnico Marco Russo me lo sono ritrovato. La vittoria l’ho desiderata tanto, ma il clima vissuto è stato strano, forse per gli spalti vuoti, o perché questo traguardo segna per me solo l’inizio di tanto lavoro ancora da fare per coronare sogni ben più grandi. Mi auguro che riusciremo a risolvere presto la situazione difficile che stiamo vivendo, intanto non smetto di concentrarmi sul mio percorso di crescita, reso possibile grazie alla Marina, ai miei compagni, a Federica, alla mia famiglia e a tutti quelli che fanno il tifo per noi!”.


Negli ultimi anni il quattro di coppia Pesi Leggeri maschile italiano è una costante a livello internazionale: tre ori consecutivi agli Europei e in Coppa del Mondo, da due anni vicecampione del mondo in carica. Otto medaglie che fanno rima con un nome, quello di Catello Amarante, sempre presente in questi successi. “Sicuramente le emozioni anno dopo anno mutano – esordisce l’alfiere della Marina Militare – negli ultimi anni sono passato da essere quello con meno esperienza in barca e quindi con meno carico di responsabilità ad essere il più vecchiotto ed esperto che quindi doveva dare i consigli giusti al momento giusto. Proprio perché da due anni vincevamo l’Europeo, avevo voglia e sentivo il peso di riconfermare il quadruplo leggero azzurro al vertice in Europa. Avevo anche voglia di far tornare la barca sul gradino più alto del podio a livello mondiale ma per due anni abbiamo conquistato l’argento perché purtroppo qualcuno è stato un po’ più forte di noi, ma lo sport è così e a volte sono proprio le sconfitte che ci spingono ad andare avanti e migliorarsi! Infatti quest’anno ho aspettato l’Europeo proprio con la voglia di riconfermarmi e riconfermare l’Italia come nazione più forte del continente.


È stato difficile rimanere concentrati tutto l’anno a causa dell’instabilità causata dal virus, perché nulla era sicuro, nemmeno l’Europeo. Una volta ricevuta la notizia che si sarebbe fatto però, tutto ha lasciato posto alla voglia di riconfermarsi campioni d’Europa! Infatti ho impostato la gara in modo tale da non lasciare alcuno spazio ai nostri avversari. Questo è stato possibile grazie ai miei meravigliosi e super preparati compagni di barca che ad ogni via che chiamavo hanno sempre risposto con forza e spirito di squadra!”. Risultati resi possibili anche grazie ad altri fattori, tiene a specificare Amarante: “La Marina Militare la devo ringraziare per prima, mi ha permesso di allenarmi a casa fornendomi tutte le attrezzature che mi servivano per restare in forma. Ringrazio Clara con cui ho passato tutto il lockdown, e con la quale ci siamo sostenuti a vicenda quando magari tutto era incerto, e la mia famiglia che mai come quest’anno ho visto veramente poco ma che è sempre vicina a me”.


Venendo infine al singolo Pesi Leggeri femminile, la medaglia di bronzo ha il volto felice di Paola Piazzolla. L’atleta barlettana trapiantata da anni in Toscana è stata autrice di una vera e propria metamorfosi, che l’ha vista passare al singolo dopo ben quattro Mondiali vinti nel quadruplo pielle rosa (tre consecutivi Under 23 dal 2016 al 2018 e uno Assoluto nel 2017). Una metamorfosi in cui si nota la crescita di Paola, passata al podio continentale dopo aver chiuso il Mondiale del 2019 a Linz al dodicesimo posto, e che ci racconta lei stessa: “Il giorno in cui ho vinto il mio ultimo Mondiale in quattro di coppia nel 2018, dopo aver tagliato il traguardo ho provato una sensazione che mai avrei pensato di poter provare dopo aver vinto un campionato del mondo: insoddisfazione. È stato davvero brutto perché allenarsi per un anno intero, vincere un Mondiale e poi rimanere insoddisfatti e con un pizzico di amaro in bocca non dovrebbe essere normale. Così ho deciso di alzare l’asticella e provare a buttarmi nel mondo del singolo. Il mio allenatore Leonardo Pettinari è stato d’accordo sin da subito, e così abbiamo iniziato a fare un determinato tipo di lavoro per ottenere i miglioramenti che piano piano mi hanno portata dove sono ora.


È stato un percorso non facile, perché non abbiamo ottenuto subito i risultati che speravamo e i momenti duri sono stati tanti. Il mio debutto in singolo infatti non è stato dei migliori e alla mia prima gara internazionale da singolista, la seconda tappa di Coppa del Mondo lo scorso anno, non ho fatto una bellissima figura. Così come al mondiale di Linz, conclusosi con un dodicesimo posto per me molto doloroso. Leonardo tuttavia mi ha sempre insegnato a vedere il lato positivo e a non smettere mai di credere in me stessa e nei miei sogni, e per questo gli devo molto. Dal 2019 ho imparato tanto ed è stato una tappa di fondamentale importanza per diventare l’atleta che sono ora. Quindi ci siamo rimboccati le maniche e siamo andati avanti continuando a guardare fisso il nostro obiettivo. La medaglia che ho conquistato il mese scorso agli Europei la volevo davvero tantissimo e la sognavo da un sacco di tempo. Ci tengo a ringraziare ancora Leonardo e anche Antonio Baldacci che è sempre stato presente, e poi tutta la Canottieri Pontedera che per me è come una famiglia”.