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Focus sulle Società Remiere: il Brindisi Rowing Club

lunedì 26 Ottobre 2020

Focus sulle Società Remiere: il Brindisi Rowing Club


ROMA, 26 ottobre 2020 – Dopo l’evento remiero internazionale di Coastal Rowing e Beach Sprint, che ha caratterizzato quest’ultimo week end, torniamo a percorre virtualmente l’Italia con la Rubrica sulle Società Remiere. Un peregrinare che oggi ci porta in Puglia per conoscere il Brindisi Rowing Club, società nata solo nel 2016 e presieduta da Cornelio Narcisi. Un sodalizio che si occupa principalmente di far fare canottaggio a tutti, promuovendo l’integrazione remiera e partecipando a tutte le competizione agonistiche e promozionali continuando a coltivare la passione per il mare e il canottaggio. Per le attività messe in campo dallo staff di Cornelio Narcisi, per gli amici Elio, durante l’evento “Sport e territorio” il Brindisi Rowing Club è stato premiato per l’impegno sportivo con la seguente motivazione: “Al Brindisi Rowing Club il premio per essersi distinto nell’attività del canottaggio che ha iniziato a svolgere anche con i ragazzi autistici nell’estate del 2019“. Una società remiera che ha un forte impegno sociale che, senza mai un attimo di tregua, svolge in favore del territorio.


Entrando nel novero del dialogo con Elio Narcisi, il presidente ci permetterà di chiamarlo con il diminutivo, chiediamo subito se la quarantena ha lasciato strascichi nella sua società tenendo conto anche dell’impegno sociale: “Non poteva essere altrimenti e quindi posso solo confermare che il lockdown, colpendo tutti, ha colpito anche noi. Una situazione che ci ha trasformato e ci ha fatto adattare ad un nuovo stile di vita che coinvolge anche la nostra società. Stiamo seguendo tutte le linee guida emanate dalla Federazione, e dalle Autorità locali, per il contenimento del virus, ma stiamo assistendo, purtroppo, a questa virulenta seconda ondata pressoché inermi”. Lei ritiene che la pandemia da Covid-19 abbia generato, e continua a farlo, un certo cambiamento nelle nostre abitudini, in genere, e nei canottieri in particolare? “Le nostre abitudini sono cambiate senz’altro, ma il mondo sportivo e tutti noi dell’Italia del canottaggio abbiamo adattato il nuovo stile di vita in maniera abbastanza positiva: ci siamo allenati da casa con l’utilizzo dei remoergometri ed abbiamo partecipato alle varie gare emanate dalla Federazione”.


Presidente, la sua società prima della pandemia aveva dei progetti da sviluppare, come sta procedendo ora? “Certamente avevamo progetti e programmi da sviluppare e sono stati comunque sviluppati tutti subito dopo la quarantena. La nostra Società ha continuato, infatti, a realizzare il progetto con gli Special Olympics, partecipando agli Smart Games con la nostra squadra di atleti speciali. Insomma sono soddisfatto del lavoro svolto per questi ragazzi”. Quest’ultima parte della stagione remiera, ricuperata in corsa, si è quasi conclusa, ma come l’ha affrontata con la sua squadra? “L’abbiamo affrontata con grande senso di responsabilità rispettando tutte le linee guida e con l’obiettivo comune di non abbassare mai la guardia. Vedo però che è servito a poco poiché, purtroppo, siamo in piena seconda ondata, ma ne usciremo ne sono certo”. Secondo lei come si potrebbero aumentare i tesserati nei vari sodalizi e, conseguentemente, anche nella Federazione? “Il Comitato Regionale FIC Puglia e Basilicata è una grande famiglia, come del resto tutta l’Italia remiera, e questa grande famiglia sta lavorando per far aumentare i numeri e i risultati si iniziano a vedere”.


Presidente, come vede il futuro del canottaggio nella sua Regione e a livello nazionale? “Il futuro del remo pugliese, come anche per il resto del canottaggio nazionale, sono i giovani e le società pugliesi stanno sviluppando un egregio lavoro insieme alla direzione tecnica regionale e, sono certo, i frutti arriveranno. A livello nazionale noto che si sta operando bene e lo dimostra il fatto che, in campo internazionale, dalla squadra più giovane a quella olimpica continuano a ottenere risultati di prestigio. Il lavoro è ancora molto, ma ritengo che la strada sia quella giusta”. Tra le categorie che vanno a formare i tesserati della Federazione, lei ritiene che la categoria master sia in continua crescita e se sì perché? “Assolutamente sì e come dice lei. La categoria master, infatti, è oramai in netta crescita poiché i master italiani sono molto attivi e ritengo siano da esempio per i più giovani. Quando sono con questi atleti non più giovani, e mi muovo sui campi di gara, respiro un’aria intrisa di pura passione remiera e voglia di essere protagonisti nella condivisione e nell’amicizia che lega tutti i canottieri dal più piccolo al più anziano”.


Tra gare virtuali e ritorno alla normalità il canottaggio pare essere uscito indenne dalla prima onda pandemica, ma la sua società è riuscita a mantenere le “vocazioni” remiere e continuare a fare corsi? “Sì, stiamo continuando a fare i corsi con qualunque età poiché durante il lockdown abbiamo cercato di tenere vivo il nostro sodalizio creando dei programmi personali da casa, e partecipando alle gare virtuali federali. Tutto questo ci ha permesso di essere percepiti in maniera resiliente e di essere intercettati anche da altri ragazzi”. Senta Presidente Narcisi, ha una ricetta da suggerire per un canottaggio moderno e al passo con i tempi? “La ricetta che tutti quanti dobbiamo tener presente è quella di far bene il nostro lavoro giorno dopo giorno ed avere sempre una forte motivazione e passione. Sono certo che ci saranno tempi migliori per tutti, è la vita che ce lo insegna”. Si parla sempre più insistentemente del coastal rowing da inserire nel programma olimpico e quindi di un suo sviluppo, lei ritiene che questo possa essere un volano per promuovere ulteriormente il canottaggio lungo lo Stivale?


“Assolutamente sì poiché sono convinto che nei prossimi anni il coastal rowing prenderà piede in tutta la Penisola. Nasceranno nuovi sodalizi remieri che lavoreranno sopratutto in primavera e in estate quando le condizioni del mare lo permetteranno. Gli appassionati aumenteranno e l’Italia del Coastal Rowing ci regalerà tante soddisfazioni anche ai futuri Giochi Olimpici che avranno nel programma olimpico il Beach Rowing”. Il pararowing sta prendendo sempre più piede nelle società remiere, secondo lei quali sono le attività che potrebbero consentire di comprendere meglio agli aspiranti atleti ed atlete che il canottaggio è una disciplina sportiva inclusiva e adatta ad ogni disabilità? “La disabilità e l’inclusione sono due temi importanti e ricorrenti nella società di oggi. Come Presidente di una Società che si occupa anche dell’aspetti di integrazione sociale attraverso il canottaggio faccio un appello alle Istituzioni di impegnarsi a costruire strutture efficienti mettendo a disposizione attrezzature adeguate e formando istruttori qualificati. Solo così si può sperare di continuare a costruire il futuro inclusivo della disabilità”.


Presidente nel concludere ci dica cosa significa oggi, e con le normative attuali, essere a capo di un sodalizio sportivo e, nella fattispecie, di una società remiera: “Essere il Presidente di una Società Remiera oggi significa soprattutto avere responsabilità a trecentosessanta gradi, far rispettare le regole ed essere da esempio per tutti. Il mio Consiglio Direttivo è molto coeso e ritengo sia questa la carta vincente per il Brindisi Rowing Club. L’Italia del canottaggio ha una fortissima tradizione remiera e tutti i club italiani mandano avanti con onore sacrifici e tantissima passione il canottaggio. Sono sempre più convinto che, nei prossimi Giochi Olimpici, l’Italia del canottaggio ci regalerà medaglie importanti. Per questi motivo dico viva l’Italia e viva il canottaggio!!”.


Speciale “Focus sulle Società Remiere”