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Focus sulle Società Remiere: la Canottieri Mondello

mercoledì 21 Ottobre 2020

Focus sulle Società Remiere: la Canottieri Mondello


ROMA, 21 ottobre 2020 – Lasciataci alle spalle, si fa per dire, la Toscana, la prua della nostra rubrica, che da domani si interromperà nuovamente per dare spazio all’evento internazionale di Marina di Castagneto, è puntata su Palermo. Un viaggio virtuale, con le mascherine anti-covid ben indossate, per arrivare a Mondello, per la precisione, ed incontrare Carlo Landolina, Presidente della Canottieri Mondello, un sodalizio giovane che nasce nell’aprile del 2018 e subito si affilia alla Federazione Italiana Canottaggio con il riconoscimento anche del CONI. I colori sociali sono l’azzurro, il bianco e il rosso che caratterizzano le squadre le quali, nonostante la giovane età, si sono messe in luce in fretta con l’attività del Coastal Rowing e con la collaborazione con il Club Canottieri Roggero di Lauria.


Entrando nel vivo del dialogo, chiediamo al Presidente Landolina se il lockdown ha lasciato strascichi nella sua società: “La nostra Associazione, nata due anni fa, è una realtà molto giovane anche se siamo affiancati dal Circolo Canottieri Roggero di Lauria il quale, invece, ha una storia consolidata. Il gruppo Master che abbiamo formato, in poco tempo, è cresciuto nei numeri ma non ancora molto radicato. Per questo abbiamo temuto fortemente che il lockdown potesse distruggere quello che eravamo riusciti a creare, perdendo il sostegno della maggior parte degli iscritti. In realtà, l’entusiasmo che ha caratterizzato l’approccio ai corsi è servito ad animare la speranza di potere tornare a remare all’aperto al termine delle restrizioni necessarie per il contenimento della diffusione della pandemia.


Sono stati molto bravi i nostri coach, Marco Costa e Daniele Navarra, che hanno continuato ad allenare il gruppo grazie alle piattaforme digitali e sognando, anche se eravamo chiusi in casa, di poter tornare a solcare con le nostre barche le acque dello straordinario Golfo di Mondello”. Lei ritiene che la pandemia da Covid-19 abbia generato un certo cambiamento nelle nostre abitudini, in genere, e nei canottieri in particolare? “C’è e ci sarà, da parte di tutti noi, la giusta preoccupazione per la situazione che stiamo vivendo. In questi mesi sono venute meno la spensieratezza, da un lato, e la possibilità di allenarsi per programmare la partecipazione alle gare, dall’altro. Tutti vorremmo non avere una spada di Damocle sulla testa, ma dobbiamo riuscire ad andare avanti giorno per giorno vivendo ogni allenamento come un bellissimo traguardo raggiunto, una bellissima occasione vissuta”.


Presidente, la sua società con tutta probabilità prima della pandemia aveva dei progetti da sviluppare, ora ritiene di poterli ripristinare e svilupparli ulteriormente? “Sì certamente, ma credo che non sia possibile per nessuna società, al momento, fare progetti faraonici. Comunque, non ci siamo fermati. Avevamo ordinato una nuova barca, che è da poco arrivata, e ne abbiamo restaurata un’altra. Certo non mancano le difficoltà, ma andiamo avanti guardando il futuro con serenità”. Si sta per concludere l’anno agonistico, come l’hanno affrontato i suoi atleti? “Con grande positività e animati da un grande entusiasmo. Sappiamo che ogni allenamento andava e va sfruttato per dare sempre il meglio”. Secondo lei come si potrebbero aumentare i tesserati nei vari sodalizi e, conseguentemente, anche nella Federazione?


“Per noi, sembrerà assurdo, è bastato solo il passaparola. Il coastal rowing affascina subito chi lo pratica: per la possibilità di vivere momenti irripetibili a contatto con la natura e godere di  paesaggi davvero mozzafiato. Tanti ci hanno visto solcare il mare di Mondello con le nostre prue, caratterizzate dal colore rosso, e si sono avvicinati. Hanno cominciato a frequentare i corsi estivi. Ora sono decine gli atleti che vorrebbero proseguire e noi stiamo lavorando perché questo avvenga”. Presidente, come vede il futuro del canottaggio nella sua Regione e a livello nazionale? “Credo che l’attuale Dirigenza nazionale stia operando al meglio per aiutare il canottaggio a crescere in qualità e quantità in tutte le regioni. In Sicilia il coastal rowing ha un grande futuro. Servirebbero, come per tutti gli sport cosiddetti minori, maggiori risorse”.


Tra le categorie che vanno a formare i tesserati della Federazione c’è quella master, lei ritiene che questa categoria sia in crescita e se sì perché? “È assolutamente vero. Ritengo sia in crescita perché si può cominciare a remare in qualsiasi momento della vita. Gli ex canottieri si riavvicinano al canottaggio con un approccio diverso. La gara non per tutti è il fine dell’allenamento, è un obiettivo per molti. Tanti master amano remare perché è uno sport completo che si fa in compagnia, che crea solidarietà e intesa. Si entra a far parte di una squadra e questo fa stare bene e in armonia con se stessi e gli altri”. Tra gare virtuali e ritorno alla normalità il canottaggio pare essere uscito indenne dalla prima onda pandemica, ma la sua società è riuscita a mantenere le “vocazioni” remiere e continuare a fare corsi? “Siamo usciti dal lockdown rafforzati e motivati ed è stata una bellissima estate in cui abbiamo riapprezzato la gioia di salire sulla barca per remare”.


Presidente s’immagini alchimista e ci dia una ricetta de per un canottaggio moderno e al passo con i tempi? “Sarebbe eccezionale poterlo fare, ma posso solo dire che è uno sport che le coppie possono praticare insieme, che i padri possono fare con i figli. Insomma è uno sport di condivisione e di inclusione. Dal punto di vista infrastrutturale, forse, bisognerebbe investire sulle vasche voga per allargare la platea degli atleti, ma comunque è uno sport che ti prende e non ti lascia più anche nella modernità”. Si parla sempre più insistentemente del coastal rowing da inserire nel programma olimpico e, quindi, di un suo sviluppo, lei ritiene che questo possa essere un volano per promuovere ulteriormente il canottaggio lungo lo Stivale?


“Ritengo che sia arrivato il momento che il coastal rowing ‘sbarchi’, è il caso di dirlo, alle Olimpiadi poiché è uno sport entusiasmante che in Italia potrebbe avere uno sviluppo davvero capillare lungo le coste dello Stivale”. Nel concludere Presidente, le chiediamo cosa significa oggi, e con le normative attuali, essere il Presidente di un sodalizio sportivo e, nella fattispecie, di una società remiera? “Aver creato quest’associazione dal nulla non è poco. Le responsabilità sono condivise con il gruppo master e siamo tutti animati da quel sano entusiasmo che ci sta facendo progredire. L’unico rammarico, per tanti di noi, è non aver cominciato prima, magari quando accompagnavamo i nostri figli agli allenamenti. Il bello del canottaggio, però, è che non è mai troppo tardi per cominciare a remare, andando indietro ma guardando avanti. Detto questo fare il Presidente è mettersi a disposizione della grande o piccola community che si è riuscita a creare”.


Speciale “Focus sulle Società Remiere”