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Sport Paralimpico, chiusa la settimana di celebrazioni per i 60 anni dei Giochi Paralimpici di Roma 60

sabato 3 Ottobre 2020

Sport Paralimpico, chiusa la settimana di celebrazioni per i 60 anni dei Giochi Paralimpici di Roma 60


ROMA, 03 ottobre 2020 – Con il Convegno “Roma 1960 – Roma 2020, dalla prima Paralimpiade ai Giochi di Tokyo, sessant’anni di storia del movimento paralimpico” si è chiusa la settimana di celebrazioni del 60° anniversario della prima edizione dei Giochi Paralimpici della storia, iniziata il 18 settembre scorso con l’apposizione di una targa al Paolo Rosi (lo stadio dove si svolse la cerimonia di apertura) e i giochi di luce al Colosseo. L’evento, che si è svolto oggi presso l’Auditorium dell’INAIL, ha rappresentato un’occasione per ricordare da dove è partito il movimento paralimpico e la lunga strada percorsa in questi anni da un Comitato che ha saputo imporsi come un pezzo importante della storia e della vita nel nostro Paese. A moderare i lavori il direttore di RaiSport Auro Bulbarelli.


Nel corso dell’iniziativa è giunto il riconoscimento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha assegnato la Medaglia di Rappresentanza al convegno che ha ufficialmente chiuso le celebrazioni. “Una medaglia – ha sottolineato il Presidente del CIP Luca Pancalli – che appartiene a tutto il movimento paralimpico”. Ad aprire la serie di interventi è stato il padrone di casa, il Presidente dell’INAIL Franco Bettoni il quale ha sottolineato come “da sempre il nostro istituto considera lo sport come straordinario strumento di riabilitazione fisica e psichica. Dietro al mondo della disabilità si nascondono passione, tenacia, talento, che insegnano che se si cade bisogna sempre trovare la voglia di rialzarsi”. “Sessant’anni fa si spegnevano le Paralimpiadi di Roma ma si accendeva la fiamma di un movimento che oggi può contare su 187 Paesi”, questo il pensiero del Presidente del CIP Luca Pancalli. “Oggi è importante ricordare il passato per avere contezza di quello che siamo riusciti a costruire. A Roma si gettò il seme di un sogno e da lì è iniziata quella silenziosa rivoluzione culturale che stiamo portando avanti. Per questo mi sento di ringraziare l’INAIL, perché una squadra è forte quando tutti i giocatori perseguono il medesimo obiettivo”.


“Se non fosse stato per Roma e per quei pionieri, oggi non avremmo le Paralimpiadi e tutti gli straordinari campioni di questa generazione” ha dichiarato invece Il Presidente dell’International Paralympic Committee Andrew Parsons, attraverso un videomessaggio. “Il mio amico Luca Pancalli è un leader straordinario del movimento paralimpico italiano e internazionale. Pensando al futuro, sono convinto che con Milano-Cortina 2026, l’Italia organizzerà una Paralimpiade straordinaria. Dobbiamo molto a Roma e al movimento paralimpico italiano”. La parola è quindi passata agli atleti, a cominciare da chi, in quella prima edizione dei Giochi, era presente: “Abbiamo fatto tanti sacrifici, nessuno ti regalava niente ma quando vincevi esplodevi di gioia” ha raccontato Aroldo Ruschioni, classe 1932, un oro, un argento e un bronzo a Roma ’60; “Maglio era una grande persona perché è riuscito a creare una famiglia dove si stava bene e nella quale tutti ci divertivamo”.


Dalla storia al presente, è stata poi la volta di Martina Caironi a prendere la parola e portare la sua testimonianza: “E’ un immenso orgoglio essere qui e conoscere chi ha fatto la storia delle Paralimpiadi – ha esordito l’oro ai Giochi di Londra e di Rio nei 100 metri e campionessa mondiale in carica – perché a Roma 1960 sono stati gettati semi che noi atleti delle nuove generazioni stiamo raccogliendo. Allo stesso tempo, anche noi stiamo gettando semi importanti. Basti pensare a quanto il nostro movimento sia cresciuto sotto il profilo mediatico, tanto da avere oggi una sempre maggiore dignità”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’altro ambasciatore dello Sport Paralimpico presente, Oney Tapia: “Siamo arrivati dove siamo arrivati, semina dopo semina, generazione dopo generazione. Dopo aver perso la vista pensavo che ci sarebbe stato buio nella mia vita, invece c’è stata sempre tanta luce”. Il Convegno è stato impreziosito dalla presenza di Maria Stella Maglio, vedova del professor Antonio Maglio: “Quando sei grande la disabilità non conta, conta cosa hai in testa”, ha dichiarato ricordando la figura dell’indimenticato marito e medico dell’INAIL, Antonio Maglio, ideatore di quella edizione romana dei Giochi Paralimpici.


Giuseppe Lucibello, Direttore Generale dell’INAIL, ha valorizzato il lavoro svolto negli anni e le prossime sfide da affrontare sempre al fianco del Comitato Italiano Paralimpico: “Con il CIP cerchiamo sempre nuove opportunità di sviluppo e convergenze maggiori”. A testimonianza di quanto il viaggio lungo questi sessant’anni sia stato proficuo per il nostro paese, in chiusura è intervenuto il CEO di Milano-Cortina 2026 Vincenzo Novari: “Milano-Cortina rappresenta un’opportunità unica per il nostro Paese, la più grande vetrina per l’Italia nei prossimi vent’anni. La sfida sarà quella di creare non solo qualcosa di creativo ma anche di efficiente. Per noi Olimpiade e Paralimpiade sono una cosa sola, perché siamo convinti che non esistano categorie ma solo atleti eccellenti”. Significativa la testimonianza che ha fatto giungere, con un messaggio, il Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora: “Nessuno, sessant’anni fa, poteva immaginare la crescita esponenziale del movimento paralimpico ma oggi le Paralimpiadi rappresentano uno degli eventi di più grande rilievo del mondo sportivo”. (Fonte CIP)