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ROMA, 14 settembre 2020 -
Dopo la pausa del week end, dedicata allo svolgimento del Campionato Italiano di
Coastal Rowing e Beach Sprint di Lignano Sabbiadoro, torniamo con la Rubrica
“Focus sulle Società Remiere” e rimaniamo in Lombardia, a Trezzo sull’Adda, per
dialogare con Alessandra Teli, Presidente della Canottieri Tritium. Una società
con origini incerte che, in base ad alcuni documenti, risalgono o al 1908 o al
1927. La cosa certa è che dal 1927 al 1930 la SS Tritium, come si chiamava
allora, svolgeva un’intensa attività remiera sul fiume Adda, nel tratto
prospiciente l'impianto idroelettrico, salvo poi chiudere i battenti per
difficoltà economiche. In seguito, solo nel 1967, si ricostituisce la Società
con il nome di Canottieri Tritium, che deriva dal nome latino della
città in cui ha sede.
Ma entriamo subito in contatto con la Presidente Teli alla quale chiediamo
che strascichi ha lasciato il lockdown, se li ha lasciati, nella sua
società: “Sì, purtroppo il Covid-19 ha colpito duramente anche la
nostra realtà. Prima della chiusura siamo riusciti ad assegnare i remoergometri
agli atleti più grandi, che sono stati seguiti a distanza e quotidianamente
dall’allenatore, mentre per i piccoli abbiamo mantenuto contatti a distanza
anche grazie ad alcune chat di gruppo organizzate da me con l’aiuto degli
allenatori. Lo stesso per gli adulti dell’indoor rowing, ai quali veniva inviato
il programma di allenamento ogni settimana da parte dell’allenatrice. Alla
chiusura per Covid-19, poi, per noi si è aggiunto un avvicendamento dello staff
tecnico che ha causato l’ulteriore chiusura della sede e fermo dell’attività
fino ad inizio luglio.
È stato un momento molto duro. Una difficoltà inattesa che però ci ha dato
l’occasione, anche grazie all’aiuto della Federazione con il Presidente
Abbagnale, di entrare in contatto con un campione assoluto, lo sportivo che ha
vinto di più al mondo nel canottaggio: Daniele Gilardoni. Daniele, dopo averci
tenuto sulla corda per un paio di settimane, ha deciso di accettare la sfida ed
ha assunto il ruolo di Direttore Tecnico. È una grande occasione per noi, un
nuovo inizio che ha reso la ripresa dopo il lockdown particolarmente grintosa e
determinata, come sa essere lui. Gli strascichi che rimangono sono invece
soprattutto di natura economica: riduzione delle rette, difficoltà delle aziende
sponsor ad onorare gli impegni presi prima del lockdown, impegni economici
connessi all’adeguamento della sede, ecc..
In tutto ciò non vi è dubbio che gli aiuti approntati dalla Federazione, in modo
diretto e tempestivo, siano stati preziosi”. Ormai si è tornati alla
normalità e, anche se a fatica, si continua a lavorare ed allenarsi attenendosi
ai vari protocolli in vigore. Presidente, Lei ritiene che il cambiamento in atto
possa sedimentarsi nello sport in genere e nel canottaggio in particolare? “Credo
di sì. I cambiamenti forzati sono difficili da sostenere, ma credo che abbiano
il merito di avere costretto l’intero mondo sportivo a mettersi in discussione e
spostare l’attenzione su quelli che sono i valori più importanti che lo sport
deve insegnare. Mi pare che, forzatamente sottratti a una logica di pura
competizione, si siano potuti rivalutare, in questa seppur difficile fase, gli
aspetti positivi della missione educativa dello sport: il valore dell’impegno,
l’importanza del sacrificio, della solidarietà, del rispetto, l’importanza dello
stare insieme e crescere insieme, per i più piccoli, in un ambiente sano e a
stretto contatto con la natura, valore aggiunto di questo sport meraviglioso”.
Lei ritiene di poter ripristinare i programmi
iniziali, bloccati dalla pandemia, e svilupparli ulteriormente? “Allo
stato delle cose, il cambio radicale sul piano tecnico che si è verificato in
Tritium ha fatto sì che si producessero importanti cambiamenti anche nei
programmi dell’attività. Programmi sulla cui realizzazione mi sento
assolutamente fiduciosa, consapevole del rinnovato entusiasmo messo in campo
proprio dal nuovo DT e dall’intera nuova compagine tecnica”. Durante il
Lockdown sono state organizzate dalla Federazione alcune gare virtuali. Ci può
dare la sua valutazione su questo nuovo modo di fare canottaggio? Lo
sforzo profuso dalla Federazione durante il lockdown è stato encomiabile e di
grande aiuto alle società, a mio parere. Credo che questo nuovo modo di fare
canottaggio rappresenti una grande opportunità per mantenere alto il livello di
preparazione degli atleti.
Nel contempo le gare virtuali sono state in grado di soddisfare il loro bisogno
di confronto e di sfida anche in condizioni di difficoltà come durante la
quarantena, o come attività integrative dei normali programmi di allenamento e
gare, che rimangono irrinunciabili!”. In che maniera sta affrontando la
riprogrammata stagione remiera? “Credo si debba agire nella
consapevolezza del difficile periodo che abbiamo vissuto, in questo 2020, e
della situazione ancora non del tutto definita. Detto ciò, in pieno accordo con
il DT, si sta lavorando per dare ai ragazzi la possibilità di partecipare alle
gare in calendario, senza gravarli però d’aspettative eccessive. Fortunatamente
non abbiamo avuto defezioni, anzi qualche nuova iscrizione, e nessuna situazione
particolarmente traumatica a livello personale o familiare per i ragazzi, ma
siamo convinti che il ritorno alle gare dovrà essere una sostanziale ripresa di
contatto dopo un anno di distanza.
Sarà un nuovo inizio in cui il divertimento, e un po’ di leggerezza, non
potranno mancare, al fianco della giusta voglia di ricominciare a mettersi in
gioco e vincere!” Secondo lei come si potrebbero aumentare i tesserati
nei vari sodalizi e, conseguentemente, anche nella Federazione? “Sono
entrata in questo mondo davvero da poco tempo per avere suggerimenti mirati. Una
riflessione però la voglio fare. Quello che ho voluto fin dall’inizio del mio
mandato è una società più ‘attrattiva’, più ‘inclusiva’, più ‘accogliente’.
Ecco, a distanza di (solo) un anno non posso che sottoscrivere nuovamente quella
dichiarazione. Bisogna avere il coraggio di fare scelte magari impopolari, ma
animate dai giusti scopi: il canottaggio non può continuare ad essere uno sport
per pochi perché ‘è sempre stato così’, perché è uno sport ‘nobile’, perché
generazioni e generazioni di amministratori e di allenatori l’hanno pensato
così!
Non si può voler allenare solo il ‘campione’; non si possono emarginare gli
atleti meno vincenti per difendere l’onore delle società costruito su successi
veri e di livello, ma magari vecchi di decenni! ‘Attrattivo’ grazie ad un’eco
mediatica più marcata; ‘inclusivo’ perché promosso tramite le scuole, gli enti
locali ma anche le Università; ‘accogliente’ perché ogni atleta che si impegni,
a prescindere dai tempi al remoergometro o in barca, sia parte vera e pulsante
della squadra e venga valorizzato grazie alle competenze che tecnici e dirigenti
devono avere. Sono convinta che ci si possa arrivare, e credo che attualmente la
Federazione sia già impegnata in tal senso, con i numerosi progetti che
coinvolgono la scuola, per esempio, ma la strada è ancora lunga.
Si dovrebbe fare più formazione a livello dirigenziale e, per quanto riguarda i
tecnici, proporre (o imporre, forse…) una formazione diversificata, che
coinvolga anche aspetti psicologici, emotivi, di contesto sociale, dando
soprattutto spazio ai giovani per crescere come allenatori, dopo essere stati
atleti”. Si parla sempre più insistentemente del coastal rowing da
inserire nel programma olimpico e, quindi, di un suo sviluppo. Presidente Teli,
lei ritiene che questo possa essere un volano per promuovere ulteriormente il
canottaggio lungo lo Stivale? “Si, credo che possa
essere una grande opportunità per aumentare l’appeal del nostro sport in Italia,
grazie a quel giusto grado di novità e a quella idea di dinamismo e
divertimento che evoca”.
Presidente, nel concludere questo dialogo ci farebbe piacere avere un
suo auspicio per la gloriosa Canottieri Tritium: “È un vero onore per me
ricoprire la carica di Presidente di una società prestigiosa come la Triitum,
fucina di veri campioni. La sfida è iniziata un anno fa, ma il cambio di staff
dello scorso giugno rappresenta un nuovo inizio, tra mille difficoltà ma con la
forza dell’entusiasmo, della grande forza di volontà messa in campo da tutto lo
staff, dirigenziale e tecnico, e soprattutto dai nostri ragazzi, che è un vero
piacere avere ritrovato e che sono la motivazione per cui ogni difficoltà si
affronta con grinta e determinazione, come sanno fare loro quando supportati e
valorizzati come è giusto che sia”.
Speciale "Focus sulle Società Remiere"