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Focus sulle Società Remiere: la Canottieri Retica

lunedì 7 Settembre 2020

Focus sulle Società Remiere: la Canottieri Retica


ROMA, 07 settembre 2020 – Dopo una breve pausa, per dare spazio allo svolgimento, a Duisburg (Germania), del Campionato Europeo Under 23, torniamo a “viaggiare” con la rubrica “Focus sulle Società Remiere”. Per quest’occasione ci fermiamo a Verceia, località situata sulle rive del Lago di Mezzola, all’imbocco della Valchiavenna, per parlare con Roberto Sgheiz, il Presidente della Canottieri Retica. Un sodalizio, nato nel 2008, che si dedica da sempre allo sviluppo dell’attività sportiva del canottaggio finalizzata alla crescita di tutte le categorie agonistiche comprese quelle master. Il sodalizio, grazie alla sua attività, riesce ad ottenere un buon successo specialmente tra i giovani che sono stati tra i protagonisti dei vari Festival dei Giovani e dei Campionati Italiani di categoria. Entrando nel novero del dialogo con il Presidente Sgheiz, gli chiediamo se il lockdown ha lasciato strascichi nella sua società:


“Senza dubbio la chiusura dell’attività ci ha notevolmente danneggiato, soprattutto dal punto di vista economico, mentre per quanto riguarda la ripresa dell’attività tutti i gruppi sono ripartiti bene, compresi i corsi estivi, sia in termini di numeri che di impegno. Il problema che ci tocca direttamente, come tutte le società, è quello economico perché il nostro bilancio è in buona parte sostenuto dall’organizzazione di una gara valida per il Trofeo d’Aloja e di un’altra gara regionale dedicata al nostro fondatore Walter Corti. L’organizzazione delle due manifestazioni ci impegna molto, ma alla fine ci sono, dovrei dire c’erano, dei riscontri positivi sia in termini economici che di visibilità: gli Enti che ci sostengono apprezzano molto l’organizzazione di questo tipo di manifestazioni sul territorio, dal momento che richiama in zona un flusso considerevole di persone tra atleti, accompagnatori e simpatizzanti.


Anche i gruppi di Società straniere e italiane che, da tempo, scelgono il Lago di Mezzola per periodi di allenamento, hanno dovuto disdire le prenotazioni a causa della chiusura dell’attività e anche in questo caso abbiamo avuto una perdita di esercizio che a fine stagione influirà notevolmente sul bilancio della Società”. Presidente, oramai si è tornati alla normalità e, anche se a fatica, si continua a lavorare e ad allenarsi attenendosi ai vari protocolli in vigore. Lei ritiene che il cambiamento in atto possa sedimentarsi nello sport in genere e nel canottaggio in particolare? “Le cose sono cambiate per tutti gli sport, tanto che per qualche disciplina (nuoto, rugby, calcio) non si sa ancora come si ripartirà con l’attività non professionistica; ritengo che dovremo imparare a convivere per molto tempo con una serie di regole già definite dai protocolli attuali, anche se ad oggi la normativa non è ancora chiarissima.


In Canottieri gli allenatori Carlo Gaddi e Gianni Rotta stanno facendo un ottimo lavoro con i ragazzi nel rispetto dei protocolli sottoscritti, questo a tutela della salute dei nostri tesserati e dei collaboratori, affinché ciascuno possa ‘vivere’ la Canottieri in totale sicurezza”. Lei ritiene di poter ripristinare i programmi iniziali, bloccati dalla pandemia, e svilupparli ulteriormente? “Come anticipato prima, i nostri principali appuntamenti stagionali sono l’organizzazione delle manifestazioni remiere e attualmente non c’è una prospettiva positiva che ci permetta di poter pensare di riprendere questi programmi, siamo comunque fiduciosi, per nostra natura e anche perché pensare positivo è da sempre il mood della nostra Società. Abbiamo altri progetti a lungo termine, quali per esempio la realizzazione di un campo gara fisso sul Lago di Mezzola per le gare e per gli allenamenti dei ragazzi e dei gruppi che spesso ospitiamo per gli allenamenti, e siamo fiduciosi di poter riprendere a tempo pieno le nostre attività e i nostri progetti come abbiamo già fatto per i corsi estivi”.


Durante il lockdown sono state organizzate dalla Federazione alcune gare virtuali. Ci può dare la sua valutazione su questo nuovo modo di fare canottaggio? “È stata sicuramente un’ottima iniziativa, i ragazzi hanno partecipato con la solita carica agonistica ed è stato rispolverato lo spirito di competizione che da tanto mancava. La competizione agonistica stimola notevolmente l’attività dei ragazzi volta al raggiungimento di un obbiettivo; la formazione e l’orientamento dei nostri giovani tesserati verso la conquista di valori positivi, tra i quali anche un sano agonismo, sono obiettivi nei quali profondiamo le nostre energie, nella speranza di contribuire all’edificazione di un tessuto sociale migliore, a beneficio di tutti”. Presidente, in che maniera la sua Società affronterà l’ultima parte della stagione remiera programmata da settembre a dicembre?


“Parteciperemo a tutte le gare in programma per agonisti, ragazzi e master: c’è tanta speranza da parte di tutti, c’è voglia di affrontare le trasferte e mettersi in barca per risalire il campo gara e presentarsi al via. Abbiamo voglia di tornare a percepire tutte quelle vibrazioni positive che la preparazione di una gara trasmette! In questo momento crediamo che non ci saranno problemi per la disputa degli Europei junior a Belgrado (Serbia), dove sarà impegnato il nostro Leo Tedoldi, atleta della Nazionale junior, che si merita questa gratificazione dopo tutti i sacrifici fatti durante la stagione, peccato invece per l’annullamento dei mondiali junior”. Secondo lei come si potrebbero aumentare i tesserati nei vari sodalizi e, conseguentemente, anche nella Federazione? “Ritengo sia assolutamente fondamentale entrare nelle scuole durante le ore di lezione per spiegare e illustrare la disciplina del canottaggio che, attualmente, è ancora sconosciuta a troppe persone, basti pensare che è spesso confusa con la canoa.


È importante portare le classi in canottieri durante le ore di scuola per fornire ai ragazzi delle lezioni con allenatori qualificati, solo così si potranno avvicinare i ragazzi al canottaggio. Abbiamo avuto esperienze molto positive andando nelle scuole con i remoergometri e ospitando delle classi in Canottieri, purtroppo la burocrazia non gioca a nostro favore, ma è nostro dovere, e piacere, insistere; i nostri allenatori Carlo Gaddi e Gianni Rotta sono molto professionali e disponibili, e gli riconosco una particolare sensibilità nell’approccio e nella motivazione allo sport dei nostri giovani ospiti. Bisognerebbe snellire la procedura per avvicinare le scuole ai centri remieri, in modo che gli alunni svolgano la lezione presso le Canottieri; investire in trasporti, attrezzature e tecnici è fondamentale e sarà compito degli Enti preposti”. Si parla sempre più insistentemente del coastal rowing da inserire nel programma olimpico e quindi di un suo sviluppo, lei ritiene che questo possa essere un volano per promuovere ulteriormente il canottaggio lungo lo Stivale? “Sicuramente è un’opportunità in più e sicuramente è e sarà un altro tipo di esperienza. Bene, quindi, la promozione del coastal rowing, ma c’è ancora tanto da fare per il canottaggio olimpico”.


Presidente Sgheiz, nel concludere ci illustra il suo punto di vista sull’Italia del canottaggio? “Assolutamente sì. Dico subito che il canottaggio è uno sport nobile e molto impegnativo, a livello agonistico ci sono pochi ‘sbocchi’ per un giovane atleta che decide di provare ad affrontare la carriera semi-professionistica; nell’attività agonistica ci si concentra troppo sull’atleta di punta, ma è molto importante far crescere tutti gli atleti, in modo da cercare di assemblare più equipaggi a contendersi un eventuale titolo o comunque per raggiungere un obbiettivo. Capita spesso che per certe barche il titolo italiano se lo giochino solo due-tre equipaggi e per questo, forse, il canottaggio perde un po’ di credibilità. Trovo molto valido il modello tedesco, dove già nelle scuole viene promossa una leva sportiva a 360 gradi, e che negli ultimi anni ha fruttato medaglie e successi a questo Paese e comunque ha coinvolto tanti ragazzi. Inoltre è necessario permettere agli atleti di avere accesso a borse di studio e supportarli nei loro percorsi, per non costringerli a dolorose e drastiche scelte. Bisognerebbe lavorare di più sugli atleti di medio livello in modo tale che crescano e ci sia più competizione alle gare: non è bello assistere alle gare dei titoli italiani o regionali e vedere la finale secca per la mancanza di equipaggi iscritti”.

Speciale “Focus sulle Società Remiere”