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Intervista a tutto campo a Massimiliano D’Ambrosi

venerdì 28 Agosto 2020

Intervista a tutto campo a Massimiliano D’Ambrosi


TRIESTE, 29 agosto 2020 – A 38 anni è uno dei più giovani, se non il più giovane, Presidenti di Comitato Regionale, il triestino Massimiliano d’Ambrosi, numero uno del canottaggio nel Friuli Venezia Giulia. Un passato da agonista con la conquista di diversi titoli italiani, allenatore di II livello, una laurea in ingegneria ed un’attività a 360° a favore del canottaggio, che grazie anche all’ottima conoscenza di inglese e tedesco, dal Friuli Venezia Giulia ha superato i confini, tessendo importanti contatti con le nazioni contermini e oltre. Il popolare “Max” è in prima linea anche per quanto riguarda l’organizzazione del Campionato Italiano di Coastal Rowing a Lignano, al quale chiediamo: Quando hai scoperto per la prima volta il Coastal Rowing? “Il primo contatto avvenne nel 2005 a Montecarlo, si trattava della prima edizione del Challenge Prince Albert II. Non ricordo come ne venimmo a conoscenza, ma partecipammo con un quattro io, Alessandro Stadari, Fabrizio Cumbo, Diego Sergas ed il timoniere Piero Todesco. Alla partenza non sapevamo a cosa stavamo andando incontro. Una volta arrivati a Montecarlo l’impatto con le imbarcazioni, pesantissime, con lo scalmo mobile, delle onde incredibili, ricordo persino all’inizio un po’ di mal di mare…”.


Quale la tua prima impressione e che cosa ne pensi adesso? “Per quanto mi riguarda fu subito estremamente divertente, noi eravamo oramai verso la fine del nostro percorso agonistico, una delle ultime gare disputate fu proprio il primo Campionato Italiano di Coastal Rowing l’anno successivo a Sanremo, ma a Montecarlo ci tornammo ancora per un paio di anni. Sicuramente un canottaggio diverso, divertente, spensierato, ma anche un ottimo strumento di promozione turistica per le nostre coste e per i maggiori laghi, su questo aspetto dovremmo guardare di più a quanto viene fatto soprattutto nel nord Europa, ma anche la Canottieri Lignano da diversi anni ne ha capito l’importanza e nel suo piccolo porta avanti questo filone”. Lignano un’altra assegnazione del Campionato Italiano a distanza di 4 anni. Un riconoscimento da parte della FIC, a una società, la Canottieri Lignano, supportata dal Comitato Regionale del FVG che si sono messi ancora una volta in gioco? “Il Campionato di 4 anni fa fu certamente molto diverso, una preparazione durata un anno intero, l’organizzazione dell’arrivo di corsa sulla spiaggia per la long-distance, prima ed unica volta sinora in Italia, mutuando quanto ormai da anni avveniva al Mondiale. Un evento che penso abbia lasciato un buon ricordo a tutti coloro i quali ne hanno preso parte.


Quest’anno, dopo la rinuncia di Cagliari, dove spero vivamente potremo ritrovarci il prossimo anno, sono bastati un paio di giorni per ottenere il via libera da parte del Comune, di Bella Italia Village e del Cantiere Filippi a questa nuova avventura che la Canottieri Lignano, con il nostro forte sostegno, ha deciso di intraprendere, per dare la possibilità a tanti appassionati italiani di questa disciplina di non perdere un appuntamento tanto atteso”.  Organizzare un evento di livello in un solo mese, ancor di più al tempo del Covid, è certamente una scommessa importante, ma il COL non sta lasciando nulla di intentato e sono sicuro che venerdì 11 settembre saremo pronti ad accogliere al meglio tutti coloro i quali avranno scelto di essere presenti”. Un caso che nel FVG ci siano club particolarmente votati al Coastal? “Non so dirlo con certezza, sicuramente è un dato di fatto che se andiamo a guardare il medagliere complessivo dei Campionati Italiani, la nostra Regione ha fatto la parte del leone sin dalla prima edizione. Non so quanti Campionati consecutivi ha vinto la Canottieri Saturnia nel quattro o il triestino Martini nel singolo, senza dimenticare le medaglie o i titoli conquistati anche da SGT, San Marco, Pullino e Ravalico.


E fin dalla prima edizione del Mondiale per Club sono fioccati anche lì titoli mondiali e medaglie. Inoltre, a livello organizzativo, questo è il terzo Campionato Italiano in Regione, in quanto oltre alle due edizioni di Lignano (credo la prima Società a fare ‘doppietta’) non va scordata la splendida edizione 2011 al Villaggio del Pescatore nel magnifico scenario delle falesie e del castello di Duino”. Una candidatura di Trieste al Mondiale poi preferita Oeiras in Portogallo (poi non disputata causa covid). Come hai vissuto il periodo preparatorio, la visita della FISA a Trieste e la successiva scelta dell’organismo internazionale? “E’ stata una bella esperienza, alla quale mi è stato chiesto di partecipare un po’ come osservatore, per cercare di dare una mano. Il lavoro messo in campo dal gruppo di lavoro costituito dalla Canottieri Saturnia avvalendosi dell’aiuto di membri anche di altre Società è stato eccezionale, anche per il poco tempo avuto a disposizione. Durante la visita della FISA, sia il campo di gara che le strutture che erano state individuate sono state definite “amazing” dalle due rappresentanti della FISA.


E’ stato molto apprezzato il percorso di gara nel cuore della città, con un’ampia visibilità sia per gli addetti ai lavori che per gli spettatori, apprezzamento per il dossier presentato per la candidatura, soprattutto la parte dedicata alla sostenibilità: la volontà degli organizzatori era quella di un primo Mondiale senza plastica. Purtroppo le tempistiche di candidatura posticipate, trattandosi di un possibile subentro dopo una rinuncia, non hanno collimato con i tempi della politica per il rispetto delle regole nei stanziamenti di bilancio ed alla fine l’hanno spuntata gli amici portoghesi”. Pensi possibile la futura candidatura di una località del FVG al Mondiale di Coastal Rowing? “Dall’edizione di quest’anno, poi annullata causa Covid, la FISA ha scelto di abbinare i due eventi: long-distance e beach sprint. Questo certamente limita un po’ il numero di località che possono ambire all’organizzazione del Mondiale, in quanto per il beach sprint si rende obbligatoriamente necessario disporre di una spiaggia per l’organizzazione del tutto.


Questo forse toglie la possibilità di sfruttare il coastal per creare dei percorsi di gara che entrano nelle città, penso al Mondiale di Hong Kong, ma anche, nel nostro piccolo, al Borin Coastal Rowing, che la SGT ha organizzato per due anni di fila, portando i partecipanti nel salotto buono di Trieste. Io personalmente terrei i due eventi separati, sia a livello mondiale che italiano, anche perché con l’ingresso degli junior nella beach sprint in vista delle Olimpiadi Giovanili di Dakar, ora posticipate al 2026, ma inizialmente previste nel 2022, anche i numeri tenderanno inevitabilmente a crescere sempre di più e non è semplice per chi organizza gestire ed alternare due eventi con caratteristiche così diverse”. Quale ritieni una location ideale, e quindi quali le caratteristiche, per questa disciplina? “Come ti dicevo prima, per la long-distance penso sia da puntare sempre di più a percorsi alla scoperta delle nostre grandi città sul mare o dei bei tratti di costa, mi piacerebbe gareggiare in fronte a Piazza dell’Unità d’Italia a Trieste, nel Canal Grande di Venezia, da Castel dell’Ovo a Mergellina a Napoli, attorno all’Argentario o all’Isola del Giglio o alle Cinque Terre, ma anche sul lago di Garda, giusto per citarne alcuni e dimenticarne almeno altri cento… per il beach sprint trovo invece che la collocazione ideale sono le nostre località turistiche balneari, con le meravigliose spiagge e magari nei mesi di luglio od agosto, dove la competizione potrebbe diventare anche un incredibile volano promozionale per il nostro sport.


Se parliamo delle condizioni marine, beh, devo dirti che io sul mare con onde molto alte e formate mi sono divertito come un pazzo, quindi quello per me è il ‘mare da coastal’, certo per la sprint, dove magari conta di più l’abilità ed anche per avere condizioni eque sui due campi di gara paralleli, è meglio invece avere condizioni di bonaccia”. Cosa manca al Coastal Rowing per una sua maggiore diffusione? “Credo che appena sarà confermato l’inserimento nel programma olimpico vi sarà certamente una notevole spinta alla diffusione in termini di acquisto delle imbarcazioni. In questo momento sono poche le Società ad esserne proprietarie, certamente la loro movimentazione non è nemmeno semplice e senza il determinante aiuto del Cantiere Filippi non sarebbe stato possibile organizzare nessun Campionato Italiano. Ed anche il costo delle stesse è ancora non troppo alla portata. Manca però forse anche un po’ di mentalità, il pensare al coastal anche ad uno strumento turistico, di escursione, per avvicinare alla voga anche amatori o turisti occasionali. Perché se sulla spiaggia posso provare e/o noleggiare un kayak, non posso fare lo stesso con un singolo o doppio di coastal?”.

Maurizio Ustolin


Speciale Campionati Italiani Coastal Rowing e Beach Sprint – Lignano