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ROMA, 25 agosto 2020 - Oggi, facendo come
i gamberi, torniamo indietro nuovamente sulla
costa tirrenica per incontrare Gianfranco
Tranquilli, Presidente del Circolo Canottieri
Civitavecchia nato nel 1970. Il sodalizio,
inizialmente presieduto dalla Presidente Maria
Rosaria Verde, aveva la sede sociale presso il
bacino remiero di via Foce Mignone, a Tarquinia,
ma nel 2010, in funzione di una
riqualificazione, subisce uno sfratto tra la
delusione e la rabbia di quanti, in tanti anni
di attività, avevano apprezzato le brillanti
performance sociali culminate con atleti che
hanno vestito anche la maglia azzurra. Negli
anni il Circolo Canottieri Civitavecchia
ricupera la sede di via Foce Mignone e alla
presidenza arriva Gianfranco Tranquilli. Un uomo
che ha ricoperto il ruolo di tecnico oltre ad
essere il deus ex machina del canottaggio
civitavecchiese.
Entriamo quindi nel dialogo col Presidente
Tranquilli al quale, come consuetudine,
chiediamo che strascichi ha lasciato la
quarantena nella sua società: “Il lockdown
ci ha lasciato parecchi strascichi, poiché molti
atleti hanno rassegnato le dimissioni e quindi
la squadra si è ridotta. Una situazione che sta
continuando nonostante in questa zona si sia
tornati alla normalità. È bene comprendere che
gli atleti sono della Federazione, mentre noi li
alleniamo, per cui dobbiamo quanto prima porre
rimedio a questa emorragia di abbandoni”. Lei
ritiene di poter ripristinare i programmi
iniziali, bloccati dalla pandemia, e svilupparli
ulteriormente?
“Assolutamente sì. La mia idea è quella di
ripristinare tutti i programmi iniziali
implementandoli, ma se le gare in programma,
alle quali parteciperei volentieri con i
ragazzi, verranno nuovamente sospese, vedrò
sicuramente andare via anche gli atleti rimasti.
Speriamo che questa pandemia si attenui e ci
lasci lavorare, pur con i vari protocolli, e
preparare i nostri ragazzi che si allenano per
mettersi in competizione, se questa viene a
mancare non hanno lo stimolo per continuare
nella dura disciplina del canottaggio”.
Presidente Tranquilli, parteciperà alle gare
riprogrammate in questo scorcio di anno
agonistico? “Assolutamente sì, poiché se non
si ha la possibilità di avere competizioni si
perde l'occasione, come già avvenuto in passato,
di fornire atleti per la Nazionale e penso che
questo possa accadere anche per le altre
società”.
Secondo lei come si potrebbero aumentare i
tesserati nei vari sodalizi e, conseguentemente,
anche nella Federazione? “Bella domanda.
Ritengo che bisognerebbe organizzare più gare a
livello regionale per due motivi: essendo le
regionali limitate ad un numero di atleti molto
contenuto, si ridurrebbe la possibilità di
eventuali contagi; di contro molti atleti
avrebbero modo di ottenere un risultato che li
incoraggerebbe a rimanere in questo bellissimo
mondo promuovendolo verso gli amici e le
amiche”.
Tra le categorie che vanno a formare i tesserati
della Federazione, lei ritiene che la categoria
master sia in continua crescita e se sì perché?
“Sì certo, ed è evidente che questo accade,
secondo me, poiché i master sono atleti che
hanno tempo e anche nostalgia dei bei tempi nei
quali raccoglievano vittorie e gratificazioni.
Quindi oltre che in crescita rappresentano anche
una risorsa per il canottaggio”. A
Civitavecchia è meglio praticare il coastal
rowing oppure è indifferente e quindi anche il
canottaggio olimpico si può fare? “A
Civitavecchia si possono fare tranquillamente
canottaggio olimpico e coastal rowing. Si sono
anche organizzate negli anni alcune gare di
canottaggio costiero”.
Ha una ricetta da suggerire per un
canottaggio moderno e al passo con i tempi?
“Una ricetta per un canottaggio moderno vera e
propria, secondo me, non c'è. Bisognerebbe
cambiare la mentalità delle nuove generazioni
che, purtroppo, hanno troppe distrazioni e sono
meno propense ai sacrifici di una disciplina
sportiva straordinaria come il canottaggio. Ora
promuovere il canottaggio, a causa del Covid-19,
diventa anche più difficile poiché nelle scuole
sarà più difficile entrare per pubblicizzarlo.
In ogni modo vedremo e ci industrieremo per far
sì che il canottaggio sia sempre più appetibile
nei confronti dei giovani”.
Speciale "Focus sulle Società Remiere"