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Focus sulle Società Remiere: la Reale Società Canottieri Cerea

mercoledì 22 Luglio 2020

Focus sulle Società Remiere: la Reale Società Canottieri Cerea


ROMA, 22 luglio 2020 – Continuiamo il nostro peregrinare virtuale in lungo e in largo per l’Italia conoscendo le realtà remiere sparse sullo Stivale. Oggi torniamo in Piemonte per parlare con Antonio Baruffaldi Presidente della Reale Società Canottieri Cerea. Nata nel 1863, è una delle cinque società storiche che, nel 1888, fondarono la Federazione Italiana Canottaggio, per l’esattezza l’allora Rowing Club Italiano. Il sodalizio, situato sulla riva del Po alle spalle del Parco del Valentino, è anche la società remiera nella quale milita Vittorio Soave, un attempato e arzillo antiquario che, da socio del Cerea, nel 1992 diede vita alla regata di endurance in singolo “Silver Skiff” che ora è giunta alla 24esima edizione. Una gara organizzata grazie alla forte presenza di volontari coordinati da Umberto Dentis, già presidente del sodalizio. Una regata internazionale, fiore all’occhiello per il Presidente Baruffaldi, alla quale è abbinata anche la Kinder Skiff, endurance giovanile, e che annualmente registra la presenza dei più forti atleti e atlete provenienti dai cinque Continenti.


Anche per il Cerea la quarantena è stata sinonimo di chiusura e quindi chiediamo al Presidente Baruffaldi di illustrarci i programmi che il suo sodalizio stava predisponendo prima del lockdown: “Dopo aver duramente lavorato durante l’inverno, le nostre ragazze e ragazzi della squadra agonistica stavano affilando le armi per le sfide che li avrebbero visti protagonisti in campo nazionale ed internazionale: alcuni di loro, all’ultimo anno della categoria in cui militano. Tutti sono rimasti delusi da quest’improvvisa calamità che, di fatto, ha privato di un anno la loro giovane carriera sportiva e li ha proiettati anzitempo nella categoria superiore. Anche le attività dei più piccoli sono state penalizzate poiché molti sognavano le loro prime regate regionali, magari il Festival dei Giovani, ma niente da fare ovviamente anche per loro. Si preparavano, inoltre, i corsi primaverili di avviamento al canottaggio per i piccoli e per gli adulti che, normalmente, vanno ad alimentare le schiere dei pre-agonisti e dei soci master. La chiusura dell’impianto il 9 marzo ci ha precluso quest’opportunità economica oltreché sportiva che, ne sono certo, accomuna tutte le altre società che hanno patito gli stessi problemi”.


Presidente, dal nostro osservatorio lavorando per questa rubrica, le assicuro che tutte hanno patito le stesse problematiche. Ora però che la normalità sta tornando velocemente, le chiedo come hanno vissuto il periodo di quarantena i suoi tesserati: “Il giorno stesso della notizia del lockdown il nostro direttore tecnico Federico Vitale si è messo al lavoro, con l’aiuto di un consigliere, portando a casa degli atleti tutti i remoergometri disponibili e facendo tabelle di esercizi a corpo libero anche per coloro che non hanno potuto ricevere il remoergometro. La difficoltà è stata quella di fare allenamenti impegnativi, pur con la consapevolezza che durante la stagione avrebbero potuto non disputare gare. Varie sono state le riunioni dei tecnici con la squadra agonistica. Gli allenamenti proposti dal direttore tecnico hanno avuto molto seguito anche se condotti in remoto con l’ausilio della piattaforma Zoom. Anche i ragazzi più giovani hanno beneficiato delle lezioni in remoto, studiate appositamente per loro, e con la ‘complicità’ dei genitori che li vedevano un po’ distratti dalla forzata clausura. Non sono mancate lezioni di ginnastica ‘military’ e soft, rispettivamente per i soci giovani e quelli più attempati: è stato un modo di ritrovare la socialità che tanto è mancata in questo periodo. Tutto lo staff tecnico si è impegnato per far sentire meno pesante la clausura”.


Lei ritiene di poter ripristinare i programmi iniziali e di svilupparli ulteriormente? “Sono ripresi gli allenamenti in presenza, schierando remoergometri all’aperto per poter mantenere le distanze di sicurezza, con autocertificazioni sullo stato di salute covid-free, disinfezione degli attrezzi e delle barche. Ancora adesso permangono difficoltà legate al vincolo di non poter utilizzare le barche multiple nella nostra regione. La maggior parte dei nostri atleti ha comunque reagito bene alla situazione critica e le selezioni nazionali, e la auspicata ripresa delle gare da settembre, sono validi obiettivi per continuare a prepararsi con serietà. In società si è conclusa la terza settimana di ‘estate ragazzi’ e, nonostante l’utilizzo di soli singoli e 7,20, abbiamo avuto una trentina di piccole e piccoli partecipanti per ogni settimana. L’utilizzo dei soli singoli ha però penalizzato anche i corsi degli adulti che si sentono più a loro agio sui doppi o meglio ancora su quadrupli. E poi veniamo alla Silver Skiff: la regata, come sempre da calendario, si terrà il secondo fine settimana di novembre e, quindi, siamo ottimisti di poterla organizzare al meglio delle nostre possibilità”.


Continuando nel nostro dialogo le chiedo, Presidente, una sua valutazione sulle gare virtuali che la Federazione si è trovata a dover organizzare durante il lockdown: “Sono state una buona iniziativa federale ed hanno contribuito a mantenere alta l’attenzione delle ragazze e dei ragazzi sui loro obiettivi agonistici anche se, a detta dei tecnici, il metodo del video sulla gara di mezz’ora non era molto pratico. Questo ha causato parecchie squalifiche e la conseguente esclusione dalla classifica finale anche di chi aveva fatto una buona prova. Nel complesso però il sistema è positivo, avvalorato anche dalla numerosissima partecipazione”.


Secondo lei questa pandemia ha cambiato il modo di condividere la passione per il canottaggio e se sì, in che modo? “Ora che (forse) si sta tornando alla normalità, la stragrande maggioranza dei giovani riprenderanno con l’entusiasmo di sempre. Si è notata, in ogni modo, una, speriamo momentanea, disaffezione in molti soci i quali faticano a tornare a frequentare la società. Questo per timore dei contagi, ma anche per l’impossibilità di poter uscire in barche multiple con gli altri soci. Sono state molte le riunioni in call conference con il Comitato Regionale e tutte le società piemontesi per condividere problemi, trovare soluzioni comuni e districarsi tra le linee guida dei vari decreti e protocolli da seguire. Durante il lockdown il Consiglio Direttivo Cerea si è riunito quasi tutte le settimane con un deciso super lavoro rispetto alla normalità. In ogni modo ci vorrà del tempo, ma torneremo tutti alla normalità remiera che ci contraddistingue”.


Presidente, nel ringraziarla per questo dialogo, le chiedo se la Reale Società Canottieri Cerea riuscirà a mantenere il livello al quale ci ha da sempre abituati: “La Cerea, come molte altre società, si mantiene a un buon livello anche grazie alle quote sociali e ai corsi. Grazie anche ai risultati dei nostri atleti beneficiamo di piccoli contributi Federali e questo perché le risorse di cui dispongono le Federazioni sono sempre scarse. Nulli, invece, sono i supporti del Comune il quale pretende, invece, il canone di concessione e, al massimo, ne rateizza il trimestre dell’emergenza Covid-19. Siamo ricorsi al mutuo Light del Credito Sportivo per aiutarci a superare le difficoltà economiche che la pandemia ci ha posto di fronte, ma andiamo comunque avanti senza indugio e non ci resta che augurarci, e augurare a tutto il mondo del canottaggio, una rapida ripresa della normale attività remiera. In chiusura mi consenta di inviare un ringraziamento al Presidente Abbagnale, e a tutta la Federazione Italiana Canottaggio, per il complesso lavoro che la pandemia sta imponendo, e per questa rubrica ‘Focus sulle Società Remiere’ bella e interessante”.

Speciale “Focus sulle Società Remiere”