Clicca
per stampare
questa news
ROMA, 15 luglio 2020 - Torniamo in
Campania a parlare con Pietro Sibillo,
Presidente del Circolo Canottieri Nesis,
sodalizio fondato da un gruppo di appassionati
nel 2014, ma già ben inserito nelle rete delle
società italiane ed impegnato in corsi di
avviamento all’attività remiera di giovani in
cerca di emozioni che amano stare all'aria
aperta e praticare il canottaggio. Al Presidente
Sibillo, sempre concreto e diretto, chiediamo
quali erano i programmi che stava predisponendo
in società prima del lockdown: "In Nesis la
programmazione viene pensata ed organizzata alla
fine del mese di agosto e quest’anno era stata
improntata sullo sviluppo delle attività
giovanili, attraverso l’ampliamento della base
con nuovi reclutamenti presso gli istituti
scolastici del circondario e l’avvio del primo
anno della categoria Ragazzi. Molti dei nostri
sforzi erano rivolti in quella direzione,
unitamente all’allargamento degli iscritti nella
categoria Master maschili e femminili, poi
sappiamo tutti com’è andata a finire,
purtroppo".
Lo sappiamo bene Presidente, purtroppo tutto
bloccato dalla pandemia da Covid-19 e tutti
chiusi in casa, ma come l'hanno vissuto questo
periodo di quarantena i suoi tesserati? "La
quarantena è stata colta come un’occasione per
perfezionare i contatti tra di noi. Una chat
organizzata allo scopo ha consentito di mitigare
la psicosi che nei primi momenti andava
prendendo una brutta piega. Tenerci in stretto
contatto senza differenza alcuna tra Tecnici,
Dirigenti, Atleti, Genitori è servito molto a
farci forza l’un con l’altro. Superata la prima
fase i nostri Tecnici hanno sviluppato programmi
di allenamento praticabili da casa presso le
proprie abitazioni. Agli atleti della categoria
Ragazzi avevamo affidato un remergometro a testa
per potersi allenare da casa con programmi
personalizzati. La chat è utilizzata ancora
oggi, tutti i giorni, ed è diventata un canale
di comunicazione importante, ci dà molto il
senso di una grande famiglia allargata!
Terminata la quarantena siamo tornati lentamente
alla normalità nel rispetto delle regole imposte
dal Governo Italiano e da pochi giorni abbiamo
iniziato ad uscire anche con le barche
multiple".
Lei ritiene di poter ripristinare i programmi
iniziali e di svilupparli ulteriormente?
"Attualmente si fa fatica a programmare/riprogrammare
il futuro, siamo ancora un po' tutti intimoriti
dall’evoluzione ancora incerta dell’emergenza
sanitaria anche se non aspettiamo altro che la
sua completa estinzione. Non sarà facile, ma nel
segno della continuità non dobbiamo lasciarci
sopraffare dai tristi pensieri e, per questo,
pensare a programmazioni a breve e a media
scadenza. I nostri programmi di sviluppo si
basano sulla presenza dei ragazzi, senza di loro
non potremmo attuare nessun programma, per cui
stiamo sperimentando una sorta di programmazione
partecipata con i nostri ragazzi e con i
genitori, grande risorsa del nostro sodalizio.
Sono proprio i genitori che ci chiedono di
proseguire il cammino iniziato qualche anno
addietro e ci sono molto vicini nei momenti
difficili. Proprio come una grande famiglia!".
La Federazione non è rimasta inattiva durante il
lockdown ed ha organizzato delle gare virtuali.
Qual è la sua personale valutazione per queste
iniziative? "Va dato merito a chi ha dato vita a
questa iniziativa che ha consentito a tutti i
canottieri di confrontarsi a distanza. Ci siamo
sperimentati anche in questo e, devo dire, siamo
stati bravi tutti. Il grande sforzo
organizzativo della Federazione, suppongo, sia
stato ripagato ampiamente dal numero dei
partecipanti e dall’entusiasmo profuso. E’ stato
bello rivedere i volti dei nostri ragazzi
illuminarsi per una gara, seppur virtuale, che
li avrebbe visti impegnati dopo tanto tempo
senza competizioni. Se dovessi esprimere una
valutazione numerica, in una scala con 10 valori
darei un 9 pieno".
Lentamente si sta tornando alla normalità e un
minimo di calendario agonistico è stato
riprogrammato da settembre a fine anno, in che
modo il Circolo Nesis affronterà l'ultima parte
di questa funestata stagione remiera?
"L’emergenza sanitaria ha costretto a rimodulare
i piani organizzativi di tutte le Società. Si
pensi ad esempio alla Nazionale Italiana di
canottaggio che, credo, paghi il prezzo più alto
di questa riprogrammazione. Come dicevo prima,
nessuno si può chiamare fuori e per questo i
Tecnici del nostro sodalizio hanno preparato un
programma di lavoro per presentarci alle
competizioni in programma per ben figurare. Ai
nostri ragazzi abbiamo chiesto un piccolo
sacrificio nel seguire con più assiduità gli
allenamenti programmati, pur consapevoli che per
ciò che attiene ai risultati ci saranno delle
sbavature di ogni ordine di grandezza, ma
guardando al bicchiere mezzo pieno diciamo che è
già bello esserci per onorare il nostro amato
sport. Tutto il resto fa parte della
programmazione della prossima stagione
agonistica".
Presidente Sibillo, ci avviamo alla conclusione
di questa intervista per cui le chiedo, alla
luce degli scompensi economici provocati dalla
pandemia, come valuta gli aiuti economici messi
in campo dalla Federazione in favore delle
società? "Sono ben note le difficoltà che
fronteggiano i Circoli a tutti i livelli e trovo
che le misure messe in campo dalla Federazione
non possono neppure lontanamente rapportarsi
alla realtà. Per carità, peggio sarebbe stato se
non avessimo avuto neanche quello, ma per una
Società che è in difficoltà economiche non si
può parlare di aiuto economico proponendo un
buono acquisto da mille euro che, nel migliore
dei casi, costringerà la Società a rimetterci
cento o duecento euro. La Federazione, pandemia
a parte, dovrebbe pensare ad un sistema di
merito che garantisca la ripartizione di aiuti
economici alle Società che curano le categorie
giovanili; senza la cura del vivaio il
Canottaggio non avrà vita lunga. Così come
dovrebbe pensare ad una ripartizione di aiuti
economici per le Società che svolgono lavoro di
alta specializzazione e forniscono atleti alla
Nazionale Italiana. I Presidenti passano, le
Società restano, almeno fino a che riescono a
sostenersi, ma senza l’aiuto della propria
Federazione prima o poi si soccombe. Si prenda
esempio dalla Scherma, dal Rugby e federazioni
similari per ripensare ad un sistema di aiuti
economici che dia respiro all’azione educativa e
formativa dei Circoli Remieri".
Speciale "Focus sulle Società Remiere"
![]() |
Entry by event |
![]() |
Entry by Nation |