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Il canottaggio chiama, il territorio risponde: intervista a tutto campo a Davide Galimberti, Sindaco di Varese

lunedì 13 Luglio 2020

Il canottaggio chiama, il territorio risponde: intervista a tutto campo a Davide Galimberti, Sindaco di Varese


ROMA, 13 luglio 2020 – Terzo appuntamento con la rubrica “Il canottaggio chiama, il territorio risponde” con la quale intendiamo dare voce ai Sindaci delle città impegnati in prima persona nelle organizzazioni di regate internazionali. Dopo Sabaudia e Gavirate, oggi torniamo in Lombardia per dialogare con il Sindaco di Varese Davide Galimberti. Una persona che si è calata nell’organizzazione in prima persona assumendo, in questo caso, la presidenza del Comitato Organizzatore Locale di Varese al fianco della SC Varese del Presidente Mauro Morello. Varese, in località Schiranna, se la pandemia non avesse bloccato tutto, avrebbe organizzato quest’anno sia la tappa di qualificazione olimpica e paralimpica europea e sia la Coppa del Mondo. Ora alla luce della riprogrammazione Varese potrà contare sull’Europeo Assoluto 2021 e la tappa di qualificazione olimpica e paralimpica, sempre il prossimo anno, i Mondiali Junior e Under 23 del 2022, e la Coppa del Mondo del 2023. Una mole di appuntamenti che conferma la vocazione internazionale del lago di Varese e del suo comprensorio.


Entrando nel vivo dell’intervista, e fatta la doverosa premessa, chiediamo a Davide Galimberti, come Sindaco della Città e come Presidente del Comitato Organizzatore, se si ritiene comunque soddisfatto del livello fin qui raggiunto dalla sua organizzazione remiera internazionale: “Certo, avere così tanti appuntamenti e tutti di prestigio internazionale è per noi motivo di grande orgoglio. Pensiamo anche solo al prossimo anno: vedremo i più grandi campioni Europei, sia agli Assoluti e sia alle gare di qualificazione olimpica e paralimpica. Per la città di Varese e per tutto il territorio è un’occasione importante. Siamo da sempre terra di sport e, grazie al nostro lago, abbiamo un feeling particolare con il mondo dei remi. Proprio da qui, d’altronde, partì anche l’idea australiana di scegliere il Varesotto per la sede del proprio European Training Center dedicato agli atleti olimpici. Resta ovviamente un po’ di dispiacere per gli appuntamenti previsti per il 2020 e saltati a causa dell’emergenza, ma mai come in questo caso si deve partire da quanto la realtà ci ha messo davanti. E, nell’affrontare le difficoltà, la programmazione aiuta. Così ripartiamo forti del lungo calendario di eventi da voi citati”.


Qual è secondo lei la peculiarità che ha permesso a Varese di ottenere nell’ultimo decennio l’organizzazione di cosi tanti eventi remieri internazionali? “Anche in questo partiamo da quanto la realtà ci ha messo in mano, ovvero un lago che, per le caratteristiche delle sue acque, può essere scelto come luogo privilegiato di allenamento persino da chi arriva dall’altra parte del mondo. Qui si sono allenati olimpici e olimpionici. Siamo stati fortunati in partenza, per così dire. Poi, e lo sport in questo è maestro, le doti iniziali non bastano: serve lavoro, quotidiano e costante. E così sono stati migliorati tutti gli aspetti che formano il contorno necessario all’acqua: strutture ricettive e di allenamento, relazioni con i mondi sportivi internazionali, promozione di tutto quanto il territorio ha da offrire.


Sindaco Galimberti, si può parlare, sotto l’aspetto organizzativo, del “modello Varese”, e se sì, secondo lei è possibile esportarlo in altre parti d’Italia? “ ’Modello Varese’ è una definizione simpatica, ma in realtà quello che facciamo qui è di per sé semplice. Siamo gente concreta, che quando c’è da lavorare non si tira indietro. Il segreto sta nel lavoro di squadra: il Comitato Organizzatore mette assieme realtà istituzionali, associazioni sportive che vivono il canottaggio sul campo giorno dopo giorno, enti del territorio. Ognuno fa il suo al meglio delle proprie possibilità, tutti hanno lo stesso obiettivo e c’è una buona collaborazione tra ogni ‘ingranaggio’ della macchina. Così anche il coordinamento è più semplice. Si sfruttano le opportunità che si presentano, come bandi e concorsi. Lo si fa nel canottaggio, per restare agli esempi degli appuntamenti da voi citati, e lo si fa in tutti gli altri campi. Prendiamo un altro grande investimento sportivo fatto in questi anni: a Varese verrà rinnovato il Palaghiaccio e abbiamo già candidato la struttura per ospitare gli allenamenti delle Olimpiadi 2026. Tutto è partito da un bando che metteva a disposizione risorse, su questo abbiamo costruito un progetto serio e convincente e, alla fine, abbiamo ottenuto il risultato che volevamo. E lo stesso è avvenuto in altri campi: le Stazioni del capoluogo, la ex Caserma che da anni attende di essere ristrutturata, palestre e strutture sportive di quartiere… Se il ‘Modello Varese’ venisse copiato in altre parti d’Italia saremmo solo contenti per il nostro Paese”.


Varese, e il suo lago, è la località che più di altre ha investito nel canottaggio riuscendo anche a far girare l’economia locale e l’indotto che genera il turismo sportivo. Secondo lei come si colloca il canottaggio all’interno del tessuto sociale del comprensorio del comune e, in maniera più ampia, della provincia e della regione? “Sicuramente c’è un bel feeling tra territorio e mondo dei remi. La città e tutto il Varesotto vanno molto orgogliosi delle realtà sportive che animano il nostro lago. Quest’ultimo è una ‘risorsa’ cui tutti vogliono bene e, così, vedere che c’è chi lo rende attrattivo e attraente per tutto il mondo non può che far piacere. Torniamo poi al tema ‘australiani’: la loro presenza nei nostri Comuni, che parte sicuramente dall’hub di Gavirate, è importante sia dal punto di vista sociale che, ovviamente, anche economico. Certo, tutto è sempre e comunque migliorabile, ma il ‘collocamento’ attuale è già ottimo. La sfida è fare altri passi avanti, ora e nel prossimo futuro”.


Lei, come Presidente, è all’interno del Comitato Organizzatore di questi eventi, le chiedo però quanto è importante fare rete tra territorio e Istituzioni? “Non è importante, è decisivo. Senza una rete efficiente non si va da nessuna parte. Ritorniamo al discorso di prima: se un solo soggetto fosse chiamato a fare tutto non ce la farebbe o, comunque, non lo farebbe con un livello qualitativo all’altezza delle richieste e delle aspettative che eventi internazionali si portano dietro. Con un sistema di collaborazione come quello che abbiamo creato ognuno fa la sua ‘piccola’, per così dire, e decisiva parte e, assieme, si tende tutti verso l’obiettivo comune”.


La SC Varese, presieduta da Mauro Morello, è un fiore all’occhiello per il canottaggio italiano ed è la società che affianca il Comitato Organizzatore nelle varie organizzazioni. Qual è l’alchimia che riesce a tenere unite la Società Remiera e tutte le componenti che identificano, e continuano a farlo negli anni, la Schiranna come il centro del mondo remiero internazionale? “L’alchimia è la realtà che tutti i soggetti che voi citate si trovano a vivere ogni giorno. Niente di più e niente di meno. Perché vedete, i grandi eventi internazionali, quando si è ‘fortunati’ come noi nei prossimi anni, possono durare al massimo per una/due settimane ogni dodici mesi. Il ‘problema’ è cosa si fa nelle cinquanta settimane che restano. Parliamo di soggetti chiamati a vivere quotidianamente il lago, a utilizzare fianco a fianco le stesse strutture, a lavorare insieme costantemente. Così si affinano conoscenze, si possono superare diversità, si può guardare davvero al futuro con in mente il bene di tutti. Se questo lavoro viene portato avanti giorno dopo giorno, rifletterlo poi nell’organizzazione dei grandi eventi è anche più semplice. Non scontato e banale, ma più semplice sì”.


Gli abitanti di Varese e dintorni sentono questi eventi internazionali importanti per l’economia locale e regionale? “Direi di sì, soprattutto in questo momento. Noi, come tutto il nostro Paese, siamo stati duramente colpiti dalla pandemia e dalle sue ricadute. Magari non dal punto di vista prettamente sanitario, se pensiamo a quanto è successo a pochi chilometri da noi, ma gli ultimi mesi lasceranno inevitabilmente ferite profonde. Questi eventi internazionali sono un’occasione per rialzare la testa e per farlo davanti al mondo intero. Varese e i varesini aspettano i prossimi appuntamenti remieri e accoglieranno protagonisti e tifosi come sempre hanno fatto, facendoli sentire ‘a casa’ anche a migliaia di chilometri di distanza”.


Sindaco, nel concludere, secondo lei quanto importante è stata la sinergia tra Amministrazione e la Federazione Italiana Canottaggio nell’assegnazione di questi eventi internazionali da parte della FISA? “Parliamo anche qui di un contributo decisivo ed imprescindibile. L’Amministrazione è il collegamento diretto con il territorio, con le sue caratteristiche ed esigenze ed è responsabile del fatto che il grande progetto diventi ‘locale’ in maniera efficiente. Per arrivare ad assegnazioni tanto importanti, però, servono rapporti ai massimi livelli nelle diverse Federazioni mondiali e, nel caso specifico, nessuno poteva farlo se non la Federazione Italiana Canottaggio. La sinergia è stata fin qui ottima e il mio personale auspicio è che si continui sulla rotta tracciata. Per migliorare, insieme, giorno dopo giorno. Pensando agli appuntamenti già in calendario, ma, ovviamente, anche a tutti quegli obiettivi futuri che solo insieme potremo ottenere”.