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Laura Morato dal basket al pararowing per tentare la strada paralimpica

venerdì 3 Luglio 2020

Laura Morato dal basket al pararowing per tentare la strada paralimpica


ROMA, 03 luglio 2020 – “Sono molto esigente con me stessa. Ogni allenamento è una sfida ai miei limiti. Cerco costantemente di spostare l’asticella in avanti, dando sempre il massimo. Sono convinta infatti che le cose o si fanno bene o non si fanno per niente”: si presenta così Laura Morato, la “nuova” vogatrice tesserata con le fila della SC Armida. L’atleta padovana, infatti, a fine giugno ha comunicato ufficialmente la sua decisione di lasciare il basket in carrozzina per dedicarsi alla sfida del Pararowing con l’ambizioso obiettivo di puntare alla qualificazione per Tokyo 2021. Abbiamo quindi voluto conoscere meglio questo giovane talento che ha fatto dello sport una ragione di vita: “Faccio sport praticamente da sempre. Prima dell’incidente facevo pallavolo, poi sono passata al basket in carrozzina”.


Proprio con la sua ultima squadra di basket, la Britanea84, Laura ha vinto non poco. Parliamo di due Scudetti (2017 e 2018), tre Coppa Italia (2017, 2018 e 2019) e quattro Supercoppa tricolore (2016, 2017, 2018, 2019). L’attività agonistica della neo vogatrice è iniziata nel basket dopo le superiori: “Quando mi sono trasferita a Roma per frequentare l’Università, ho iniziato a fare agonismo debuttando in serie A. Proprio in quegli anni partecipai a un evento presso lo IUSM e fu lì che incontrai per la prima volta Dario Naccari il quale mi propose di entrare a far parte della squadra Pararowing. Decisi comunque di provare ma allora ero proiettata sul basket”.


E continua Laura: “L’anno successivo è stato Giovanni Santaniello a contattarmi, prospettandomi la possibilità di partecipare alle Paralimpiadi di Tokyo. Mi sono interfacciata con lui più di una volta. Da parte mia ero evoluta in termini di mentalità: vedendo limitate le mie possibilità nel basket, ho deciso di mettermi in gioco in uno sport che potesse offrirmi obiettivi ambiziosi. Durante l’ultima stagione ho anche portato avanti sia basket che canottaggio, ma non avevo un solo giorno alla settimana di riposo. Era veramente troppo. Ho dovuto scegliere e ho scelto il canottaggio”. Una disciplina completamente differente che dà stimoli completamente differenti: “È poco che remo quindi sto ancora familiarizzando con la mia barca. Inizialmente c’era anche un po’ di paura. Ora che sto andando meglio però, riesco a sentire in maniera più intensa le meravigliose sensazioni che offre il canottaggio come lo scivolare sull’acqua ed è una sensazione bellissima, mi fa sentire libera”.


Concludiamo facendo una panoramica su quelli che sono gli obiettivi della vogatrice padovana: “Gli obiettivi sono a breve e a lungo termine. Da una parte infatti mi concentro sui singoli allenamenti, cercando di fare sempre meglio giorno dopo giorno. Dall’altra ovviamente la prospettiva è più ampia: voglio provare la qualificazione per le Paralimpiadi di Tokyo che, per ora, rimangono un sogno da realizzare. Fortunatamente ho trovato allenatori straordinari che mi sostengono al meglio, parlo di Cristina Ansaldi, Leonardo Zanin e Filippo Cardellino, per quello che riguarda l’Armida, e di Giovanni Santaniello relativamente alla Nazionale. Loro credono in me e questo mi dà tanta fiducia, consentendomi di affrontare gli impegni con positività”.