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Focus sulle Società Remiere: il Circolo Canottieri “G. Sannio”

martedì 30 Giugno 2020

Focus sulle Società Remiere: il Circolo Canottieri “G. Sannio”


ROMA, 30 giugno 2020 – La Sardegna, specialmente in questo periodo, è meta di vacanzieri che si riversano sull’Isola alla ricerca di luoghi meravigliosi e incontaminati. Uno di questi è Bosa, una cittadina che si dipana lungo le rive del fiume Temo, e con un ricco ventaglio di bellezze storico-archeologiche e naturalistiche tutte da scoprire, oltre a una cucina tradizionale con piatti unici e gustosi. Ma Bosa è anche la sede del Circolo Canottieri “G. Sannio” del Presidente Giovanni Maria Ruggiu che, lo scorso anno, ospitò anche il raduno pre-mondiale junior femminile. Insomma una bella realtà sportiva immersa nelle bellezze paesaggistiche che contraddistinguono la Sardegna. Per iniziare il dialogo, a Ruggiu abbiamo chiesto di illustraci i progetti che la sua società stava predisponendo prima del lockdown:


“Il blocco delle attività è arrivato qualche giorno prima dell’inizio delle gare regionali e nazionali. Eravamo pronti per testare la preparazione dei nostri ragazzi con la prima regata regionale per poi programmare i meeting nazionali. Avevamo appena svolto anche due regate di fondo regionali, di cui una organizzata da noi sul fiume Temo. Parallelamente alle attività della squadra agonistica, stavamo per avviare un progetto, per noi molto importante,‘ImPara_Rowing nel Temo’: un progetto cofinanziato da una fondazione bancaria e finalizzato all’avvio dell’attività del pararowing nella nostra società attraverso il coinvolgimento di vari partner tra cui la scuola, il comune, alcune cooperative sociali e una società di canottaggio di Londra (Poplar Blackwall and District Rowing Club) con l’obiettivo di coinvolgere un certo numero di potenziali atleti utilizzando lo sport per l’inclusione sociale delle persone svantaggiate. Il progetto sperimentale si sarebbe dovuto concludere con la partecipazione ad una regata nazionale e con uno scambio di esperienze internazionali”.


Un vero peccato questo stop, ma ci dica come hanno vissuto il periodo di quarantena i suoi tesserati e se lo scorso 25 giugno siete tornati alla normalità con le uscite in barche multiple: “Dopo un primo normale smarrimento, devo dire che tutti i tesserati hanno accettato in maniera molto responsabile le prescrizioni normative; da parte nostra, soprattutto grazie all’entusiasmo e la disponibilità dei tecnici, si è riusciti a tenere un rapporto con i vari atleti, dai bambini più piccoli fino al gruppo dei master e degli amatori, attraverso la predisposizione di programmi di allenamento videoregistrati e in diretta e garantendo un costante rapporto con tutti attraverso l’utilizzo della tecnologia disponibile.


Questo è stato fondamentale per fare in modo che i tesserati non si sentissero abbandonati in un periodo di profondo smarrimento e con tempi di durata incerti. Devo dire che l’impegno ha pagato perché ora che tutti i gruppi sono rientrati, i numeri e la qualità del lavoro che si sta svolgendo ci danno molta fiducia. Il ritorno alle barche multiple era molto atteso soprattutto da parte degli atleti perché questo ci consentirà di preparare al meglio i prossimi appuntamenti e avere una disponibilità di posti in barca decisamente superiore per far fronte agli allenamenti delle varie categorie”.


Presidente, lei ritiene di poter ripristinare i progetti iniziali e di svilupparli ulteriormente? “Assolutamente sì. Lo abbiamo già fatto in parte con le attività già riprese e riprogrammate verso la stagione remiera predisposta dalla Federazione. Per il progetto sul pararowing stiamo rimodulando il cronoprogramma poiché, dopo aver sentito la Fondazione di Sardegna (Banco di Sardegna) che ci ha cofinanziato, l’iniziativa è ancora in linea con il bando ed è ancora valido il nostro progetto già presentato e approvato. Abbiamo fatto partire anche la versione estiva del centro di avviamento allo sport con sessioni di gioco, allenamento e avvio al canottaggio svolte al mattino; questa è un’attività alla quale pensavamo da molti anni e il periodo di quarantena è stata l’occasione per metterla in pratica.


Devo dire che i genitori hanno apprezzato molto e stiamo notando come i bambini abbiano un grande bisogno di ritorno alla socialità. Un nostro importante obiettivo rimane la nascita di una sezione di coastal rowing poiché la Sardegna è particolarmente incline a questo tipo di attività e non dobbiamo farci scappare l’occasione. Ho intenzione di coinvolgere la Federazione seguendo la scia dei prossimi campionati italiani di coastal rowing in programma a Cagliari”.


_Tornando al periodo di quarantena, lei come valuta le gare virtuali organizzate dalla Federazione? “Le valuto in maniera molto positiva poiché la Federazione si è mossa bene all’interno di un periodo dove le possibilità erano oggettivamente ridotte al minimo soprattutto per uno sport come il canottaggio. Oltre alle varie tipologie di gare virtuali, è molto apprezzabile l’interessamento rivolto alla base con i programmi di allenamento a distanza, sia sul remoergometro che a corpo libero,con le sessioni formative, le riunioni virtuali con il Direttore Tecnico Cattaneo. Questo ritengo abbia rafforzato la convinzione che lavorare in sinergia, possa essere l’unico modo di crescere e migliorare anche nei periodi ‘normali’ ”.


In che modo affronterà, con la sua squadra agonistica, l’ultima parte della stagione remiera riprogrammata da settembre a dicembre? “Ci stiamo preparando e allenando per cercare di partecipare a più gare possibili in quel periodo. Vorremmo partecipare ad un meeting nazionale per allievi e cadetti, e questo per dare la possibilità ai ragazzi, che non hanno potuto partecipare al Festival dei Giovani, una possibilità di confronto e questo soprattutto è valido per la categoria cadetti poiché per loro è l’ultimo anno disponibile per potersi cimentare in gare di questa categoria prima di fare il salto nella categoria superiore.


Guardiamo con particolare attenzione anche al campionato italiano di Coastal Rowing e Beach Sprint di Cagliari e al quale non vorremo mancare. Siamo in costante contatto con la Canottieri Ichnusa, organizzatrice della gara, che si sta adoperando con il cantiere Filippi per avere le barche a disposizione prima dell’evento: questo anche in una logica di sviluppo di questa disciplina nella nostra regione. Per il resto poi vedremo come si metterà la stagione, soprattutto sulla base dell’andamento dell’epidemia, sia per le gare regionali che per l’organizzazione di una regata promozionale a Bosa in programma a Novembre”.


Presidente Ruggiu, come altre realtà italiane, lei con la sua società è ripartito bene rimettendo in campo quanto stava predisponendo prima del lockdown, per cui nelle sue parole si denota estrema fiducia per il futuro. È un inguaribile ottimista? “Assolutamente sì e per questo vorrei condividere un messaggio di fiducia poiché sono convinto che il mondo del canottaggio possa riprendersi molto bene dal periodo dell’emergenza, sia per l’innata tempra dei canottieri e sia perché oggettivamente il nostro è un mondo sano e fatto da realtà associative solide.


L’importante è che a tutti i livelli non ci si dimentichi della base, delle società sul territorio che sono il cuore pulsante del canottaggio. Questo segnale di attenzione, forte e chiaro, è arrivato dalla Federazione con il pacchetto di contributi approvato in favore delle società. Questo lo ritengo molto importante e apprezzato, noi dal canto nostro utilizzeremo tutti gli strumenti messi a disposizione e coinvolgeremo la Federazione nei nostri progetti di sviluppo certi di trovare un interlocutore attento e disponibile”.


Speciale “Focus sulle Società Remiere”