Clicca
per stampare
questa news
ROMA, 21 giugno 2020 - Sapevamo di
iniziare un lavoro lungo e complesso poiché
sentire tutti i presidenti delle Società
remiere, e quando si dice tutti e proprio tutti,
non è facile, ma noi continuiamo poiché al
telefono troviamo tanti appassionati che mettono
a disposizione il proprio tempo libero per far
crescere il canottaggio nel loro territorio.
Tutti, o quasi, rispondono con entusiasmo
all’iniziativa dell’Ufficio Area Comunicazione
della Federazione e tra questi, a farlo non
appena terminata la telefonata, c’è Luca Cecchinelli, il Presidente della Società Sportiva
Murcarolo.
Un giovane Presidente che, prima ancora di
ascoltare le nostre domande, dice subito:
“Volevo innanzitutto iniziare ringraziando il
Consiglio federale ed il Presidente Giuseppe
Abbagnale per gli aiuti concreti che sono stati
deliberati di recente. Vedersi accreditare le
quote di affiliazione e il contributo
sull'acquisto di attrezzatura, sia sportiva che
per le sanificazioni, sono gesti che da
Presidente ho molto apprezzato. Poi,
probabilmente, ci sarà stata anche qualche
lamentela, ma quello che è stato messo in campo
a mio parere va nella giusta direzione”.
Bene Presidente, entriamo a piè pari nel dialogo
e le chiediamo subito di illustrarci i progetti
che la sua società stava predisponendo prima del lockdown: “Non le nego che quest'anno le
aspettative erano molte, soprattutto in chiave Paralimpica, poiché con Gian Filippo Mirabile
puntavamo decisamente alla qualifica per Tokyo.
Oltre a lui tra le fila societarie troviamo
Alessandro Bonamoneta che, insieme agli altri
‘ragazzi terribili’, come mi piace chiamarli
(Giovanni Melegari, Pietro Sitia, Andrea
Licatalosi e Tommaso Cerruti su tutti) si
stavano allenando veramente bene e forte.
Avranno sicuramente tempo per rifarsi, ma
ricuperare i dodici mesi persi in un’età così
critica non sarà facile. Lavoreremo per
annullare questo gap”.
Tutto il canottaggio, e l’Italia intera è stata
bloccata per mesi, le chiedo come hanno vissuto
questo periodo di quarantena i suoi tesserati? E
poi siete già ripartiti con le attività
sportive? “Noi abbiamo riaperto tutto il 25
maggio, ci siamo dovuti organizzare creando un
protocollo che è stato comunicato a soci, atleti
e famiglie, ed abbiamo usato il periodo di
chiusura per effettuare dei lavori all’interno
dei locali e, grazie ad alcuni soci, siamo
riusciti a creare un sistema di prenotazione
online sia per accedere alla palestra e sia per
prendere il materiale sociale per uscire in mare
in canoa o in barca. Durante il lockdown avevamo
svuotato la palestra e distribuito i
remoergometri e i pesi agli atleti così hanno
potuto allenarsi in casa. Ora tutto è rientrato,
ma purtroppo abbiamo ancora il Centro Remiero di Pra' inagibile e tutte le società genovesi hanno
le barche fuori. Una situazione che non ci
permette di usufruire della struttura per ritardi sui lavori svolti dal Comune di Genova.
Speriamo anche in questo caso di poter tornare
alla normalità quanto prima”.
Lei ritiene che i suoi ragazzi possono essere
pronti per affrontare le gare ancora in
calendario? “Personalmente ne sono convinto,
poiché qualche gara internazionale è ancora in
calendario e i ragazzi ce la stanno mettendo
tutta per essere pronti alla chiamata azzurra.
Sono certo che con la ripresa delle gare a
settembre non si faranno cogliere impreparati”.
Come valuta le gare virtuali organizzate dalla
Federazione durante il lockdown? “La mia società
ha la doppia affiliazione, Federazione Italiana
Canoa Kayak e Federazione Italiana Canottaggio e
le posso dire che il gap in fase di lockdown si
è ulteriormente allungato in favore del ‘sistema
canottaggio’ poiché le gare virtuali, così come
pure gli allenamenti condivisi anche con altri
sodalizi organizzati centralmente o in house,
hanno permesso ai ragazzi di mantenere il
contatto sociale con gli avversari e gli amici
di sempre. Questa esperienza secondo me non è da
lasciare nel cassetto anche quando si tornerà
alla normalità, ma va coltivata e, magari,
proposta anche a livello scolastico. Un circuito
di gare virtuali, tra istituti sparsi nella
Penisola, ritengo che non sarebbe da
tralasciare. Spero che la Federazione valuti
questa mia idea”.
In che modo affronterà l'ultima parte della
stagione remiera da settembre a dicembre?
“Speriamo di viverla come prima, in modo
normale. I risultati arriveranno, ne sono certo,
ma ora la voglia è tanta, anche di fare lunghe
trasferte, caricare i carrelli e tornare a notte
fonda a casa. Ci manca un sacco tutta questa
nostra vita così dinamica e speriamo di
riviverla il prima possibile”.
Speciale "Focus sulle Società Remiere"