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Il FVG riparte! – 5 Società Ginnastica Triestina

martedì 2 Giugno 2020

Il FVG riparte! – 5 Società Ginnastica Triestina


TRIESTE, 02 giugno 2020 – I biancocelesti della Sacchetta non si son certo fatti pregare, ed appena dichiarata la possibilità di prendere il mare, hanno tolto le barche che troppo tempo sono rimaste inoperose ai sostegni della sala dove erano ricoverate. Giornate dense di emozioni, come fosse la prima volta, quelle che si sono susseguite nella prima settimana post lockdown, che il coach della Ginnastica Triestina, Pietro Milos, ha così commentato:

Che impressione ti ha fatto, ritornare in società, calcare il pontile di alaggio delle barche, e pensare che d’ora in avanti si potevano riprendere gli allenamenti? “La cosa è stata graduale: sono riuscito a rientrare dopo mesi in sede per dei lavori di manutenzione e mi sono sentito di nuovo a casa; poi quando ci hanno lasciato tornare in barca ho scoperto che la sensazione che mi era mancata maggiormente era spingere il motoscafo mentre inseguivo le barche degli atleti”.


Gli atleti hanno approfittato subito del via libera? Come hanno reagito? C’era ancora un po’ di timore da parte delle famiglie? “A tutt’oggi alcune famiglie hanno ancora paura e si fanno problemi a lasciar venire i ragazzi in sede. Ci sono volute ampie rassicurazioni e un rigido protocollo di comportamento per riottenere la fiducia di tutti.
Gli atleti invece hanno risposto in maniera più spensierata al via libera: a loro bastava uscire di casa dopo mesi in reclusione”. Tre mesi, sono passati, nonostante tu li abbia visti da remoto, hai notato qualcosa di diverso in loro? Fisicamente e nel comportamento? “Gli adolescenti risentiranno per anni di questo periodo. I rapporti sociali sono profondamente alterati; si nota la paura nel compiere qualsiasi azione e nel muoversi troppo vicini ai compagni; quasi a fidarsi degli altri. Ho trovato addirittura la comunicazione e il problem solving molto compromessi. A livello fisico non mi pongo problemi: quello che si è perso si recupererà col tempo. Di fronte a problemi mondiali più grossi, le competizioni vanno in secondo piano”.


Come hanno affrontato il primo giorno di allenamento? “I primi giorno ci siamo dedicati soprattutto all’apprendimento delle nuove rigide regole. In barca non ho fretta di spingere su lavori impegnativi: la priorità è ritrovare il piacere e la fiducia nel mare. In barca in molti hanno avuto difficoltà a ritrovare l’equilibrio. A livello emotivo i ragazzi erano felicissimi di ritrovarsi dopo tanto”. Ed i soci, hanno cambiato le loro abitudini? Sia quelli che erano soliti ad uscire in barca, sia coloro i quali sono rimasti affezionati frequentatori? “Potendo attualmente uscire solo in barca singola, purtroppo abbiamo notato un allontanamento da parte di chi comprendeva il canottaggio come un evento sociale da barca multipla. Chi invece ha più obiettivi agonistici o di forma fisica ha subito ripreso con entusiasmo”.


Dopo un periodo di allenamenti sul remoergometro e di preparazione atletica, quella che si poteva effettuare in casa, quali le maggiori carenze/difficoltà, che hai riscontrato negli atleti? “Probabilmente in controtendenza con i colleghi, io non ho spinto troppo in questi mesi per il mantenimento della forma fisica. So la differenza tra allenarsi in gruppo e con l’allenatore o allenarsi soli in casa. Non ho trovato saggio mortificare chi non ha trovato la forza di allenarsi ogni giorno nonostante gli allenamenti programmati. Quindi logicamente a livello fisico siamo indietro. L’importante però è stato rimanere sempre in contatto con tutti ed evitare il loro abbandono e allontanamento dallo sport, cosa non proprio scontata per degli adolescenti. Sono tuttavia contento di scoprire chi ha stretto i denti ed è riuscito ad allenarsi con grande impegno; questa situazione mi ha fatto capire chi dei miei atleti tiene veramente a questo sport e su cui puntare forte per il futuro”.


Ed in questa prima fase di “ripristino”, su quali aspetti punterai maggiormente? “In questo primo periodo l’unica barca a disposizione è il singolo, che è anche la barca più difficile da gestire; sfrutteremo questa situazione per aumentare le capacità individuali e tornare in forma fisicamente. L’unico problema è dover dividere la squadra in piccoli gruppetti, non avendo abbastanza barche per tutti contemporaneamente. Quando le normative ci permetteranno di tornare in barca multipla ricominceremo a costruire le barche da iscrivere alle gare autunnali”. Quale credi sarà il primo appuntamento agonistico di questa stagione, e quali gli obiettivi della tua squadra? “Purtroppo alcuni ambiziosi obiettivi sono stati ridimensionati a causa delle variazioni del calendario. Stiamo comunque studiando come riuscire a presentarci pronti ai primi appuntamenti che teoricamente si dovrebbero svolgere da settembre. Abbiamo una squadra giovane e numerosa da mettere in mostra; da questa puntiamo a far spuntare le migliori individualità per onorare la Selezione FVG e magari ottenere le prime soddisfazioni in campo nazionale per questa nuova generazione”.

Riprenderanno anche i corsi estivi, tradizionale appuntamento un po’ per tutte le società di canottaggio? “I problemi per ospitare un corso estivo sono tantissimi a causa delle limitazioni, dei regolamenti dovuti alla situazione Covid e pure agli spazi limitati della sede. Noi abbiamo ovviamente la volontà di organizzarli, probabilmente con partecipazione limitata e ben controllati dai nostri istruttori”. Che cosa ti ricorderai nel bene e nel male di questo periodo? “Di negativo purtroppo ricorderò troppe cose. Una situazione del genere riduce all’impotenza ed all’incapacità di reagire. Sicuramente apprezzerò maggiormente la normalità, che invece in passato abbiamo dato troppo per scontata”.

Maurizio Ustolin