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Intervista a tutto campo al Presidente Giuseppe Abbagnale: “Abbiamo stanziato 550 mila euro in favore delle Società”

mercoledì 20 Maggio 2020

Intervista a tutto campo al Presidente Giuseppe Abbagnale: “Abbiamo stanziato 550 mila euro in favore delle Società”


ROMA, 20 maggio 2020 – Ancora una intervista realizzata da Franco Morabito. Questa volta l’accento è stato posto sul Presidente Giuseppe Abbagnale che, a quarant’anni dalla sua prima gara con il fratello Carmine ed il timoniere Giuseppe “Peppiniello” Di Capua, sta per concludere il suo secondo mandato. Un secondo quadriennio durante il quale l’Italia del canottaggio è tornata a vincere e convincere in ogni ambito riuscendo anche a convivere, durante questi primi mesi del 2020, con la feroce infezione pandemica da Covid-19 che, di fatto, ha fermato l’intero Pianeta seminando dolore e disperazione. Un lungo dialogo durante il quale Giuseppe Abbagnale parla di canottaggio, di blocco e di ripartenza. Leggiamola attentamente:


Una situazione surreale che fino a poco tempo fa nessuno avrebbe mai potuto immaginare e che, anche se in via di allentamento, ha stravolto anche l’intero mondo dello sport. Lei come ha trascorso questo lungo periodo di clausura? “Come tutti sono rimasto a casa, per la gioia della mia famiglia, dividendomi tra l’impegno lavorativo, che porto avanti da casa, e l’impegno come presidente federale che, in questo periodo, è diventato ancora più decisivo perché la distanza dalle squadre e dalle società mi ha portato a stare costantemente al telefono o in call conference”.


C’è – fra le tante difficoltà del momento – qualcosa che la preoccupa più di tutto? “La mia preoccupazione, che vivo con maggior apprensione e attenzione, è quella di questo lento ritorno alla normalità che, in ogni modo, non significa ‘liberi tutti’, ma vivere giornalmente la normalità conoscendo bene le regole che ci verranno comunicate per contenere e debellare questa pandemia mondiale”.


Il blocco dell’attività ha causato alla Federazione anche comprensibili danni economici. Ce ne può parlare? “Abbiamo accordi con dei marchi nazionali che prevedevano visibilità, a livello nazionale e internazionale, e questo non é avvenuto per la cancellazione degli eventi programmati sia nel calendario nazionale e sia in quello internazionale. Abbiamo cercato di dare visibilità ai nostri partner sulle piattaforme comunicative federali, ma mi rendo conto che la mancanza di regate potrebbe penalizzarci oltremodo analogamente ad altre discipline sportive”.


È saltata, tra l’altro, la stagione internazionale con il conseguente annullamento di eventi che avrebbero dovuto tenersi proprio in Italia. Fra questi, il tradizionale Memorial Paolo d’Aloja a Piediluco, le tappe di Coppa del Mondo di Sabaudia e Varese e le prove di qualificazione olimpica e paralimpica in programma rispettivamente a Varese e a Gavirate. Un danno ingente, quindi, anche per gli organizzatori. “É stato un danno economico ingente sia per i COL, che hanno investito molto per preparare l’organizzazione di così tanti eventi in Italia programmati in un solo anno, che per la Federazione che ne ha risentito a livello d’immagine nei confronti dell’opinione pubblica. È chiaro che organizzare regate in Italia è fondamentale per promuovere il canottaggio e rendere sempre più competitivi i Comitati Organizzatori, ma è anche chiaro che la mancata organizzazione di queste regate internazionali ci ha danneggiato tutti poiché i COL stessi fanno parte della filiera dell’industria culturale italiana e di questa filiera ne fa parte appieno anche la Federazione”.


Questi eventi sono stati annullati o rinviati a data da destinarsi? “Tutte le regate internazionali programmate in Italia sono state annullate definitivamente in accordo con COL, FISA e FIC. Per quanto riguarda, invece, il ritorno alle gare, insieme al Consiglio e sentito i Consultori, abbiamo ipotizzato e varato un calendario che riparte da settembre il quale ruota intorno ai tre eventi Continentali che la FISA ha riprogrammato: il Campionato Europeo Assoluto di Poznan (Polonia), dal 9 all’11 ottobre 2020, Il Campionato Europeo Under 23 di Duisburg (Germania), il 5 e 6 settembre 2020, e il Campionato Europeo Junior di Belgrado (Serbia), il 26 e 27 settembre 2020. Tutti eventi che serviranno per il rilancio dell’attività internazionale e si svolgeranno intervallati dalle manifestazioni remiere nazionali riprogrammate e contenute nel calendario già emanato”.


Qual è stato il riscontro da parte delle varie Istituzioni (CONI, Governo, Amministrazioni locali) sulle richieste avanzate da tutti sulla necessità di un’ulteriore sostegno economico in favore delle Società remiere? “Oltre agli aiuti che la Federazione annualmente predispone in favore delle Società, abbiamo programmato ulteriori e cospicui stanziamenti e per farlo concretamente, e nelle regole che ci impone la contabilità dello Stato, abbiamo svolto tre Consigli durante i quali, progressivamente, sono state discusse le azioni e le modalità di aiuto straordinario alle Società, lo stanziamento dei fondi non appena avuto il via libero da parte del CONI e Sport e Salute e la delibera di spesa attraverso l’approvazione della variazione di bilancio 2020. Un’operazione con la quale abbiamo potuto mettere a disposizione delle Società la somma di 550.000 euro già comunicata alle stesse dalla Segreteria Federale attraverso l’Avviso 66/2020 che contiene anche le norme procedurali cui tutti i sodalizi devono attenersi per avere il sostegno economico. Denaro che può essere speso dalle Società per l’acquisto di materiale nautico/sportivo e per sanificare gli ambienti dei vari circoli. Posso dire che la Federazione Italiana Canottaggio è tra quelle che hanno messo a disposizione degli affiliati fondi senza aspettare la fine dell’infezione pandemica e se la situazione sanitaria non dovesse normalizzarsi nei prossimi mesi sono pronto, insieme al Consiglio, a mettere in campo altre azioni in favore di tutti i sodalizi affiliati. Vogliamo ripartire e dobbiamo farlo tutti insieme”.


Lei è stato uno dei primi, se non addirittura il primo quando ancora non se ne parlava, a pronunciarsi sulla necessità di slittamento dei Giochi. Una decisione che per il CIO e il Comitato organizzatore giapponese non è stata certo facile anche per i problemi organizzativi ed economici che questo rinvio ha comportato. Tra l’altro il canottaggio italiano ha già qualificato per Tokyo 10 barche (5 maschili e 4 femminili senior e pesi leggeri, e 1 paralimpica) e altre avrebbe potuto qualificarne nella prova finale di Lucerna a metà maggio. Che cosa cambia ora? “Io ero convinto, e lo sono ancora di più oggi, che era necessario posticipare i Giochi Olimpici e Paralimpici poiché sono eventi così importanti e così grandi che non potevano essere universalmente condivisi in piena pandemia da Covid-19. Quindi la scelta finale è stata quella giusta. Per la nostra nazionale non cambia nulla poiché abbiamo solo spostato in avanti i nostri obiettivi olimpici, paralimpici e di qualificazione per cui riprogrammeremo tutto in funzione del calendario internazionale FISA, non appena sarà ufficializzato, con la speranza che tutto si possa svolgere senza eccessive restrizioni che, in ogni modo, rispetteremo per la salute di tutte le persone che gravitano intorno al canottaggio”.


Come si è tenuto in contatto con i tecnici e gli atleti? “Sentendo quotidianamente il Direttore Tecnico e chiamando direttamente o rispondendo a tutti quelli che mi hanno chiamato. Il canottaggio è una grande Community dove tutto quello che si fa è in assoluta trasparenza e tutto viene divulgato sulle piattaforme comunicative federali”.


Alcuni presidenti si sono dichiarati contrari al ventilato slittamento di un anno delle elezioni federali visto che il ciclo olimpico si chiuderà con i Giochi del 2021. Qual è il suo pensiero? “La nostra assemblea elettiva è stata fissata per il prossimo 14 novembre e, ad oggi, è ancora fissata per quella data. Ovviamente aspetto che il CONI si pronunci per decidere il da farsi. In questo periodo la mia priorità è stata solo quella di far ripartire la ‘macchina remiera’ aiutando le Società in questa ripartenza. Senza voler peccare di presunzione, posso dire di essere molto soddisfatto di quello che, insieme al Consiglio, abbiamo messo in campo in favore delle Società”.


Durante il lockdown alcuni atleti si sono lamentati del fatto che, anche in un momento così drammatico per tutto lo sport, i media parlino e scrivano soprattutto del calcio. Anche il presidente del Coni Malagò si è espresso sulla stessa linea. Lei è d’accordo? “Il calcio è lo sport, o meglio il gioco, che tutta la nazione segue e, quindi, i media per facilità e per conoscenza, oltre che per audience, ne parlano maggiormente. Lo fanno anche i nostri governanti e, quindi, spetta a noi far comprendere che ogni sport è diverso con peculiarità e attenzione sociale sempre diversa da quella percepita nei confronti del calcio. Noi però non dobbiamo marcare le differenze che esistono con il calcio, ma dobbiamo trovare il modo di farci sentire magari utilizzando, come stiamo facendo, gli spazi che devono essere riempiti in assenza di calcio e ampliando, contemporaneamente, anche l’offerta d’informazione che può essere intercettata dai social media. La televisione è importante e fondamentale, ma oggi c’è la necessità di essere presenti anche in rete poiché nella rete è più facile essere intercettati e ascoltati ed è possibile promuovere anche gli sponsor. Noi lo stiamo facendo ponendo attenzione agli investimenti come lo poniamo in ogni settore”.


Da atleta lei ha sempre guardato avanti con fiducia e impegno. Ora se la sente di essere altrettanto ottimista? “Assolutamente sì. Io sono un ottimista per natura e quindi sono convinto che torneremo a vivere come prima, magari mantenendo un periodo di distanza sociale, ma torneremo a essere gli italiani di sempre. Abbiamo fatto i conti con la tecnologia, e questo non può che farci bene. Torneremo più forti di prima, anche se più consapevoli e coscienti che il Mondo è cambiato, e cambierà ancora, e che la globalizzazione comporta anche i rischi che stiamo vivendo tutti, nessuno escluso, sulla nostra esistenza”.

Franco Morabito

foto mimmo perna