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Sport&Inclusione: conclusa a Budapest la discesa a remi del Danubio

lunedì 29 Luglio 2019

Sport&Inclusione: conclusa a Budapest la discesa a remi del Danubio


ROMA, 29 luglio 2019 – Si è conclusa domenica scorsa, 28 luglio, con l’arrivo al Wiking Yacht Club di Budapest, l’impresa remiera internazionale di cui sono stati protagonisti atleti del canottaggio e pararowing insieme lungo i 300 chilometri del Danubio che separano Vienna da Budapest. Quattro gli equipaggi delle barche 8 con timoniere – tra cui uno composto da atleti non vedenti o ipovedenti e accompagnatori, italiani ed austriaci, e gli altri da atleti del Circolo Canottieri 3 Ponti e da due atleti del Circolo Canottieri Aniene di Roma – messi in acqua da Riccardo Dezi e Giulia Benigni, tecnici di IV livello europeo, allenatori del Circolo Canottieri 3 Ponti, ideatori dell’evento sportivo, che hanno realizzato con il fondamentale contributo della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale. L’appoggio della Fondazione si inserisce nel quadro del suo impegno costante nella promozione, tra l’altro, di tutte quelle attività sportive che contribuiscano alla coesione e all’inserimento sociale delle categorie vulnerabili, veri e propri servizi sociali d’interesse generale.


Per quasi tutte le 6 tappe della regata è stato proprio l’equipaggio degli atleti del Pararowing con gli accompagnatori a tenere il passo e la testa del gruppo, con una formazione che vedeva al numero 1 Luca Agoletto (PR3 Aniene), al numero 2 Marco Carapacchio (PR3 CC3Ponti), al numero 3 Claudia Rauch (PR3 Donauhort), al numero 4 Gerard Ziniel (PR3 Donauhort), al numero 5 Daniele Stefanoni (PR3 Aniene), al numero 6 Richard Sellinger (accompagnatore), al numero 7 Aldo Cerini (accompagnatore), al numero 8 Matteo Fraschetti (accompagnatore) e, al timone, Florian Kremslehner (accompagnatore).


Partiti dal DONAUHORT RUDERVEREIN, uno dei più antichi club remieri di Vienna, gli equipaggi hanno raggiunto prima Bad Deutsch-Altemburg, località termale della Bassa Austria, a circa 45 chilometri. Successivamente Bratislava, in Slovacchia (40 km), e poi l’ungherese Gonyu, la tappa più dura lunga 63 chilometri con l’attraversamento delle due chiuse di Kunovo e Dunakility. Di lì a Komarno, Slovacchia, per un tragitto di circa 35 chilometri sul fiume, e poi i 50 chilometri fino ad Esztergom, di nuovo in Ungheria. L’ultima tappa domenica scorsa: 65 chilometri circa per arrivare a Budapest, con sosta anche a Szentendre, fino al WIKING YACHT CLUB.


In tutto circa 300 chilometri per un’impresa più che impegnativa, che ha presentato le sue difficoltà. Proprio l’ultima tappa, in particolare, è stata durissima. Oltre alla considerevole distanza da percorrere, che prevedeva solo due soste sulle spiagge, i canottieri hanno dovuto affrontare un fortissimo vento contrario che soffiava a 10-12 nodi. Dopo la seconda sosta, ripartiti verso Budapest, a circa 12 km dall’arrivo, le barche sono state raggiunte da una tempesta con pioggia fortissima e vento, che ha costretto gli equipaggi a sbarcare rapidamente su una vicina spiaggia di sabbia fangosa, che ha ospitato le barche e riparato con la sua fitta vegetazione gli atleti. Venti, interminabili, minuti di sosta forzata, durante i quali le raffiche di vento minacciavano di sollevare in aria le barche. Passata la tempesta, il Danubio ha riacquistato il suo famoso colore blu e il suo placido aspetto e gli equipaggi hanno completato la tappa finale della regata, raggiungendo il WIKING YACHT CLUB di Budapest. Sollievo, orgoglio per l’impresa compiuta, festeggiamenti di rito e una meritata cena di gala hanno scritto la parola ‘fine’ sul racconto di sei giorni da non dimenticare. Nel segno dello sport più bello, quello che da strumento di benessere psicofisico e di prevenzione, diventa veicolo di inclusione, partecipazione e aggregazione sociale.

#DiscesadelDanubio2019
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Nelle foto:
Gli equipaggi alla partenza da Vienna
Gli equipaggi all’arrivo a Budapest
Lo scambio dei body tra Luca Agoletto (PR3 Aniene) e Gerard Ziniel (PR3 Donauhort)
La bandiera della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale

Diana Daneluz
Ufficio Stampa – Comunicazione