News

Stephen Hawking, geniale astrofico inglese, fu anche un canottiere

giovedì 15 Marzo 2018

Stephen Hawking, geniale astrofico inglese, fu anche un canottiere


ROMA, 15 marzo 2018
– Quando una persona illustre, e nel mondo del canottaggio ve ne sono state e ve ne sono molte, in qualche modo ha vissuto le sensazioni che si provano a praticare il canottaggio e lo riconoscono, è bene condividerle con tutto il mondo remiero. Questa volta, il giorno dopo la sua morte e alla vigilia dell’apertura ufficiale delle Celebrazioni dei 130 anni, vogliamo ricordare Stephen William Hawking, cosmologo, fisico, matematico e astrofisico britannico fra i più autorevoli e conosciuti fisici teorici al mondo, noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri, sulla cosmologia quantistica e sull’origine dell’universo.
 

Lo facciamo con questa frase che lui ha pronunciato in un’intervista ampiamente riportata da tutti i quotidiani in edicola oggi e visibili nella rassegna stampa federale: “…Non ero bravo nei giochi con la palla, o forse fu proprio quella la ragione della mia mancanza di interesse nello sport o per le attività fisiche. Le cose parvero però cambiare quando andai a Oxford. Cominciai a fare il timoniere nel canottaggio. Non ero certamente a un livello di gare ufficiali, ma me la cavavo a quelle delle gare fra college”. Una bella immagine di quest’uomo che, ridotto su una sedia a rotelle dalla sclerosi laterale amiotrofica (SLA), è riuscito a superare la speranza di vita iniziale – solo due anni dal momento della diagnosi – arrivata a oltre 50 anni e morto ieri all’età di 76 anni.


Pur non praticando sport, se non nel periodo giovanile, Stephen William Hawking nel 2012 partecipò alla cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Londra essendo impegnato in prima persona anche per i diritti dei disabili. Nel 2014 aderì alla campagna dell’Ice Bucket Challenge di sensibilizzazione verso i malati di SLA, ma in vece sua furono i suoi figli e nipoti a farsi rovesciare il secchio di acqua ghiacciata sulla testa, in quanto Hawking poteva rischiare una ricaduta della polmonite che l’aveva colpito nel 2013.