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Grande successo a Trento per i fratelli Abbagnale ospiti a Il Festival dello Sport””

domenica 14 Ottobre 2018

Grande successo a Trento per i fratelli Abbagnale ospiti a Il Festival dello Sport””


TRENTO, 14 ottobre 2018 – Sala Falconetto in Palazzo Geremia a Trento letteralmente gremita di persone questa mattina per l’appuntamento con “Abbagnale, la famiglia dell’Olimpiade – Tre fratelli che hanno cambiato la storia del canottaggio e dello sport azzurro”, uno dei momenti clou del Festival dello Sport, l’evento dedicato ai record organizzato dalla Gazzetta dello Sport, con il patrocinio di CONI e CIP, nella città tridentina.


Un tuffo nel passato di oltre un’ora, sotto la guida del giornalista della Rosea Riccardo Crivelli, per il presidente federale Giuseppe Abbagnale, i fratelli Carmine e Agostino e il timoniere Giuseppe “Peppiniello” Di Capua, che a 30 anni dalla straordinaria impresa dei Giochi Olimpici di Seul 1988 – Giuseppe e Carmine conquistano con Peppiniello l’oro a cinque cerchi nel due con, Agostino vince a sua volta l’oro olimpico nel quattro di coppia appena mezz’ora più tardi – che hanno ripercorso le tappe salienti delle loro carriere, capaci di rivoluzionare l’immagine del canottaggio azzurro agli occhi degli appassionati dello sport del remo. L’incontro in Palazzo Geremia ha richiamato, oltre agli appassionati, anche molte personalità della città come il sindaco Alessandro Andreatta e il rettore dell’Università di Trento Paolo Collini, oltre ad alcuni volti noti del mondo remiero italiano che, di passaggio a Trento, hanno colto l’occasione per assistere all’evento, come l’azzurra Asja Maregotto (iridata Assoluta e Under 23 2017 nel quattro di coppia Pesi Leggeri femminile) e i tecnici Marina Plos e Marco Guerra (papà dell’azzurra Clara Guerra).


L’appuntamento moderato da Riccardo Crivelli ha visto i fratelli Abbagnale concentrarsi lungo tutto l’arco della loro parabola agonistica, dagli esordi internazionali di Giuseppe con Antonio Dell’Aquila alla nascita del sodalizio tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80 con Carmine (Giuseppe partecipò in due con assieme a Dell’Aquila e sempre con Di Capua al timone ai Giochi di Mosca 1980, nel 1981 arrivò il primo titolo mondiale dei Fratelloni nella loro storica specialità), dalla discesa in acqua del più piccolo dei tre fratelli, Agostino (il più vittorioso della famiglia con tre ori olimpici), dalla vittoria del terzo oro a cinque cerchi di quest’ultimo a Sydney 2000 fino ai giorni nostri, che vedono Giuseppe Abbagnale presidente della Federazione Italiana Canottaggio impegnata nella corsa all’Olimpiade di Tokyo 2020.


Al centro della chiacchierata, corredata di foto dell’epoca, sia delle gare che delle prime pagine della Gazzetta di allora, e dei video con le indimenticabili telecronache di Giampiero Galeazzi, il punto più alto dell’epopea azzurra dei fratelli Abbagnale, trascinati al canottaggio dallo zio allenatore dottor Giuseppe La Mura (“per la rassegnazione di papà Vincenzo”, ricorda simpaticamente Giuseppe) e quel 25 settembre 1988 capaci di vincere, a Seul, tre ori olimpici a distanza di pochi minuti. La storia della famiglia Abbagnale e del canottaggio azzurro era stata scritta, ma tanti sono stati i ricordi emersi a Trento, dalla gioia di Giuseppe che ricorda quel giorno come “l’emozione più grande della mia carriera, tre fratelli sul podio olimpico più alto” alla freddezza di Carmine secondo il quale “eravamo allenati per partire a razzo e poi tenere un passo talmente forte che nessuno in quegli anni riusciva veramente a starci dietro”; dai bagni in acqua dopo le vittorie di Peppiniello, “una tradizione che avevano lanciato in tedeschi e che noi abbiamo ripetuto sempre, era una liberazione dopo le gare, vinte perché ogni anno alzavamo l’asticella e ci allenavamo per migliorarci, non per mantenerci. Non continui a vincere se non cerchi sempre il miglioramento” ai ricordi più sofferti, come il lungo stop fisico dopo Seul 1988 – “continuavo ad allenarmi da solo ma a un certo punto mi ero quasi rassegnato a non gareggiare più e a indossare la divisa della Guardia di Finanza” – di Agostino.


Tante anche le risate in sala, per i siparietti tra Giuseppe e Carmine con Peppiniello il quale ricordava le litigate in allenamento, e per il ricordo della gara più dura di Agostino, non una gara olimpica o una finale mondiale, bensì la semifinale dei Mondiali del 1999: “in quattro di coppia eravamo campioni del Mondo in carica, uscimmo in semifinale e quella gara è stata la più dura della mia vita, non ricordo di essere mai giunto al traguardo ‘morto’ come in quella occasione. L’anno dopo però ritrovammo la quadra, e arrivò l’oro di Sydney…”.


Un turbine di ricordi ed emozioni, una celebrazione del passato possibile grazie alla Gazzetta e al suo Festival dello Sport, che si è chiusa però giustamente con uno sguardo al presente e con l’auspicio per il futuro che finalmente a Tokyo 2020, l’oro del quattro di coppia di Sydney 2000 possa perdere lo scettro di ultima vittoria del canottaggio azzurro ai Giochi Olimpici.

La Galleria Foto dell’evento (ph Canottaggio.org)