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Da Pechino 2008 al 2018 per festeggiare il decennale della medaglia paralimpica del quattro con LTAMix

martedì 2 Ottobre 2018

Da Pechino 2008 al 2018 per festeggiare il decennale della medaglia paralimpica del quattro con LTAMix


ROMA, 02 ottobre 2018 – Riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo riguardante i festeggiamenti per il decimo anniversario della vittoria della medaglia d’oro paralimpica, la prima per il pararowing italiano. Il pezzo è stato scritto da Graziana Saccocci, capovoga del mitico quattro con LTAMix formato da: Alessandro Franzetti, al timone, Daniele Signore, Graziana Saccocci, Luca Agoletto e Paola Protopapa. Buona lettura: “””Il quattro con LTAMix di Pechino 2008 festeggia il decimo anniversario della vittoria Paralimpica. Credo sia importante sottolineare i momenti che fanno brillare la nostra vita. Uno di questi momenti è capace di riunire cinque persone: Alessandro Franzetti, Daniele Signore, Graziana Saccocci, Luca Agoletto e Paola Protopapa.


Nonostante ognuno di noi persegua le proprie attitudini lavorative, sportive ecc., rimaniamo legati da un filo di intento e di emozione che non ci permette di allontanarci troppo. Sembra che aver condiviso fatiche, umiliazioni, delusioni ma anche successi e vittorie, ci abbia reso capaci di trasformare la nostra individualità in un ampliamento mentale a favore di una condivisione di pregi e difetti che lavorando e collaborando hanno eliminato attriti e scontenti, amalgamandosi in un respiro che, in gara, ha rasentato un movimento armonico. Il pensiero vincente è stato, ed è, lavorare in eccellenza per permettere al mio compagno di fare altrettanto.


Scegliere di evidenziare e salvare ciò che è utile nei pensieri, nelle azioni e nelle situazioni, rende facile e semplice ogni tipo di aggregazione. In coesione e con comune determinatezza si lavora per raggiungere piccoli e grandi obiettivi e fini comuni. Con queste premesse, noi, cinque “ragazzi ” del quattro con di Pechino, ci siamo serviti di una lista WhatsApp, a volte deserta e a volte affollata per organizzare un incontro che permettesse di festeggiare degnamente, dopo 10 anni, la data dell’11 settembre 2008. Scavalcati gli impegni, io e Daniele in macchina con Alessandro alla guida, timoniere per sempre, siamo partiti da Milano alla volta dell’Abruzzo dove Paola e Luca ci aspettavano per passare un week-end di complicità e serenità.


Dopo 600 km siamo arrivati a tarda notte in un paese sopra l’Aquila. La casa di Paola, opportunamente addobbata con il tricolore, ci ha accolti e ancor prima di stringerci in un abbraccio ci siamo guardati e fermati e senza dire una parola abbiamo intonato e urlato l’inno Italiano, nel paese che dormiva, consapevoli del fatto che, non tanto la medaglia d’oro o i festeggiamenti che ci hanno travolti dopo Pechino, ma l’aver servito e alzato la bandiera Italiana sopra tutte le altre ci rende orgogliosi di aver vinto quell’olimpiade. Con noi hanno respirato: Renzo Sambo, Piero Poli, Giovanni Calabrese e definita e definitiva Paola Grizzetti.


Dentro casa Luca e Paola ci hanno rifocillato con ricotta, salame e una certa quantità di bottiglie di vino…. Il sabato mattina ci ha visto arrampicare fino a Rocca Calascio, sito scelto per le riprese del film “Il nome della rosa”. Da questa Rocca c’è una splendida vista della terra d’Abruzzo e in particolare del Gran Sasso, e abbiamo goduto del sole, del vento e di una copiosa pioggia mentre eravamo in trekking! Non potevamo rientrare senza aver percorso le strade della città dell’Aquila, martoriata dal terremoto. L’Aquila, a detta dei suoi abitanti che hanno scelto di abitare nuovamente la città, è diventata anche più bella.


Nelle zone ricostruite si notano ancora palazzi puntellati. Un accenno di coraggio si trova in coloro che hanno aperto esercizi pubblici, bar e ristoranti, che sono gestiti nella maggior parte dei casi da giovani. Grande è la desolazione che prende mentre si passeggia per le strade e si notano cartelli attaccati a muri e a finestre che invitano ad acquistare o affittare. Molto è stato fatto ma il sentimento di solitudine e anche di timore permane. Nel pomeriggio, dopo aver deciso di concludere il week-end e rientrare, molto è stato il tempo dedicato ai saluti…. Questo week-end denso di significato di parole dette e di situazioni chiarite, di risate e complicità ci ha dato la certezza che questi incontri continueranno ancora, le nostre persone intere e diverse in qualche modo trovano il piacere dello stare insieme. Graziana Saccocci”””