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TRIESTE, 16 settembre 2018 - Se ne è andato
ieri mattina Luciano Michelazzi, il papà del
canottaggio italiano. Dire chi fosse il popolare
“Ciano”, in una parola è impossibile: atleta,
dirigente, giudice arbitro, memoria storica del
canottaggio italiano ed internazionale, a 90 anni,
festeggiati lo scorso anno, si è sempre voluto
tenere al corrente, quando non poteva essere
presente di persona, di come stava andando il nostro
sport, attraverso il telefono ma soprattutto con le
frequenti visite di chi a Michelazzi era
affezionato, ed erano tantissimi. Mente lucidissima,
una delle sue ultime fatiche è stata la
collaborazione per il libro “60 anni di amicizia
all'insegna del canottaggio”, presentato dal
Comitato Regionale in questi giorni per festeggiare
l'Incontro Esagonale Giovanile del quale proprio lui
ne fu, nel 1958 uno dei rappresentanti delle regioni
fondatrici. Avvicinatosi al canottaggio come atleta,
dal 1947 al 1952, alla “sua” Ginnastica Triestina,
rimase sempre attaccatissimo al club biancoceleste
della Sacchetta della quale fu anche Presidente,
oltre ad altri ruoli all'interno del Direttivo, ma
anche uno dei partecipanti al Raid Trieste-Zara in
yole a 4 nel 1975, e curatore del museo Storico
nella sede di via della Ginnastica.
Una ricca carriera dirigenziale da Segretario del
Comitato Regionale V Zona dal 1961 al 1980, a
Presidente dal 2001 al 2004, ma anche Consigliere
Federale dal 1981 al 2000, nel 1984 fu colui che
favorì l'Istituzione della Coupe de la Jeunesse su
incarico dell'allora Presidente d'Aloja. Brillante
fu la sua carriera di giudice arbitro nazionale ma
soprattutto internazionale, dal 1962 fino al
compimento del 65° anno di età, partecipando in
giuria anche alle Olimpiadi di Los Angeles '84,
facendo parte nel contempo, per 12 anni, della
Commissione FISA Juniores. Nel 1980 Cavaliere della
Repubblica, nel 1982 Stella d'oro del CONI al Merito
Sportivo, Socio Onorario della FIC, Decano dello
Sport al Panathlon di Trieste, a giugno era
intervenuto di persona a ritirare il diploma della
Federcanottaggio per i festeggiamenti dei 130 anni,
salutato da un'autentica standing ovation da parte
di tutti i premiati presenti. Luciano Michelazzi era
generoso nel dispensare i suoi ricordi legati allo
sport del canottaggio perchè i suoi intendimenti
erano quelli di tramandarli alle nuove generazioni
affinchè questi non venissero dimenticati, ed anche
i più giovani rimanevano sempre affascinati dalle
sue parole dense di storia e di significati.
Ma era soprattutto il rapporto con tutti che faceva
di Ciano una persona speciale, dimostrato da quando
lo scorso anno, una fastidiosa frattura alla gamba
lo costrinse ad una lunga degenza in una struttura
ospedaliera, e successivamente in una residenziale,
per mesi, giornalmente, ricevette le visite di tutti
coloro che avevano fatto parte dello sport, del
canottaggio, del suo mondo. Venerdì scorso, 7
settembre, a Villach (Austria), fu il primo che
chiamò telefonicamente il Presidente d'Ambrosi per
conoscere i risultati del 61° Incontro Esagonale
Giovanile vinto anche stavolta dal Friuli Venezia
Giulia. Con Luciano Michelazzi se ne va un pezzo di
storia, ma anche un pezzo di noi che il canottaggio
lo abbiamo sempre vissuto in prima persona.
Maurizio Ustolin
Ufficio Stampa FIC FVG