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PISA, 17 luglio 2018
- La Toscana del remo piange un altro dei suoi eroi.
A Livorno, all’età di 80 anni (li aveva compiuti il
6 febbraio scorso), si è spento Vinicio Brondi. Di
origine veneta e avviato al canottaggio a 15 anni da
un altro mito del remo livornese, Unico Marconcini,
Brondi iniziò presso l’Unione Canottieri Livornesi,
e in pochi anni bruciò le tappe, arrivando prima a
conquistare il titolo italiano con l’otto
dell’Unione nel 1959 e poi ad essere preselezionato
per i Giochi Olimpici di Roma 1960: doveva fare la
riserva, ma dopo 40 giorni di raduno, con
l’Olimpiade imminente, venne rispedito a casa.
Il vero e proprio debutto in maglia azzurra avvenne
così solo l’anno successivo, nel 1961, quando a
Praga conquistò il titolo europeo nell’otto, formato
da quattro atleti della Moto Guzzi e quattro della
Marina Militare, tra cui appunto lo stesso Brondi,
che con i colori della Marina conquistò quell’anno
anche un altro titolo italiano. Brondi appese i remi
al chiodo nel 1964, quando già selezionato per
l’Olimpiade di Tokyo, patì un serio infortunio al
tendine di Achille che si rivelò più grave del
previsto, costringendolo ad abbandonare il
canottaggio.
Da allora per qualche anno Brondi si dedicò alla
carriera dirigenziale nel mondo remiero, lavorando
poi fino alla pensione come portuale. Vinicio Brondi
lascia la moglie Luciana e i figli Wladimiro,
Fabiana e Valentina, oltre alla sua Livorno, che
oggi piange un altro dei suoi figli dell’epoca d’oro
in cui era la capitale del canottaggio italiano.
Niccolò Bagnoli – Ufficio Stampa Comitato FIC
Toscana –
Il Presidente Giuseppe Abbagnale, insieme al
Consiglio federale e a nome di tutto il Canottaggio
nazionale, porge le più sincere condoglianze alla
Famiglia Brondi in questo momento di grande dolore
per la scomparsa del caro Vinicio.