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EuroIndoor di Parigi. Le conclusioni di Paolo Ramoni

sabato 4 Febbraio 2017

EuroIndoor di Parigi. Le conclusioni di Paolo Ramoni

PARIGI, 05 febbraio 2017 – Al termine della partecipazione degli Special Olympics Italia al Campionato Europeo, Paolo Ramoni, Coordinatore Tecnico Nazionale Special Olympics per la Federazione Italiana Canottaggio, ci ha rilasciato le sue conclusioni: “Come lo sorso anno, ho avuto le stesse positive sensazioni, mi riferisco allo spirito di grande collaborazione che nasce sempre spontaneamente nel nostro gruppo. Ricordo, ad esempio, Pino Cocco che è stato il primo a crederci nel canottaggio Special Olympics, tant’è che i primi Giochi Nazionali, i primi eventi, li cominciammo a fare una decina d’anni fa a La Spezia. Lui avrebbe meritato lo scorso anno, prima di altri, di far parte di una delegazione Special Olympics Italia, ma Pino capisce le situazioni, per cui quando gli chiesi di lasciare il posto a qualcun altro, non fece alcun tipo di polemica: sempre disponibile, di supporto e tante volte lui mi ringrazia, ed io gli rispondo che da soli non si fa nulla. Noi siamo un gruppo altrimenti non potremmo portare avanti così tante attività.

Francesca Grilli seguiva in particolare le tre ragazze. Pure lei abbiamo avuto modo di conoscerla da qualche anno: è una persona in gamba, come d’altra parte tutto il gruppo dell’Armida. E poi Angelo Sireci, il più giovane tra gli istruttori dei vari team: dà una mano ad Enzo Ademollo a San Miniato. E’ stato proprio quest’ultimo, quando ci sentimmo la prima volta, nel credere nel canottaggio Special. Enzo è stato bravo e, comprendendo l’esigenza, ha lasciato il posto ad Angelo, più giovane e con tanto entusiasmo per cui ritengo sia stato giusto stimolare queste persone. Mi ha fatto piacere che sia lasciato spazio ai giovani che iniziano questa avventura. Angelo remava alla SC Telimar, poi si spostò in Toscana, e ora lavora lì e dà una mano alla Canottieri San Miniato.

Un’altra considerazione è da farsi sugli obiettivi che ci si è prefissati nel portare una nostra Delegazione all’estero. Far conoscere le caratteristiche del nostro fare indoor rowing in questi anni con Special Olympics e di portare questa esperienza al di fuori dei confini nazionali coinvolgendo altre realtà sportive nazionali. In Ungheria lo scorso anno non c’era nessuno, oltre a noi, mentre quest’anno solo i francesi (tanti, ndr). Alla fine non siamo riusciti in questo nostro obiettivo di creare un movimento a livello internazionale. Quello che c’è stato di positivo, grazie al contributo datoci dalla Federazione Italiana canottaggio che promuove e garantisce ampio spazio pubblicistico a questi eventi, è la crescita a livello nazionale del movimento Special: mi hanno contattato da diverse nuove realtà dalla Sicilia, dalle Marche, e il movimento si allarga sempre più coinvolgendo sempre un maggior numero di persone.

Effettivamente c’è una crescita del nostro modo di fare, di intendere lo sport nell’ambito della disabilità intellettiva, con le gare a tempo anziché a metri, con le distanze più corte, con le barche integrate. Quello che poi ci caratterizza è questo clima festoso nel momento extrasportivo, poi quando c’è la gara si cerca di farla nel miglior modo possibile. Ultimo aspetto, quello economico. Abbiamo faticato un po’ a sostenere una trasferta in una città cara come Parigi, rimanendo all’interno del nostro budget. Dovevamo scegliere se abbassare il numero dei partecipanti, fornendo dei servizi di un livello più alto, o fare il contrario. Abbiamo scelto questa seconda soluzione e nessuno si è lamentato, ma anzi tutti sono stati felici di questa trasferta, con spirito di adattamento ed un clima sereno, ed è motivo d’orgoglio per noi aver portato 15 persone all’Europeo Indoor a Parigi. Vogliamo farlo anche l’anno prossimo”.