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Valter Bagliano saluta la Nazionale e, terminati i Mondiali di Rotterdam, va in pensione””

lunedì 29 Agosto 2016

Valter Bagliano saluta la Nazionale e, terminati i Mondiali di Rotterdam, va in pensione””

ROTTERDAM, 29 agosto 2016 – Classe 1946, come la Sampdoria di cui è timido tifoso, mentre il canottaggio è una passione vera, vissuta per metà della sua vita in due differenti momenti e ora, almeno dal punto di vista operativo, destinata ad andare in pensione. Valter Bagliano, collaboratore di Claudio Romagnoli con il settore Femminile, archiviato il Mondiale di Rotterdam appende contacolpi e cassetta degli attrezzi al chiodo. “Avevo deciso di farlo già lo scorso anno dopo i Mondiali Junior di Rio de Janeiro – racconta Valter nell’ultima giornata di gare a Rotterdam, in attesa delle finali Junior – perché è venuto il momento di fare il nonno a tempo pieno: la mia nipotina Carol, 5 anni, ogni volta che vado in raduno o a qualche gara non fa altro che chiedermi quando torno… Poi però Romagnoli, con cui ho un rapporto molto stretto, mi ha chiesto se potevo continuare un altro anno perchè aveva bisogno, e così in questo ultimo anno del quadriennio, ho collaborato solo con lui in Nazionale, rimanendo tesserato per i Sampierdarenesi ma senza allenare in società. Ora dopo Rotterdam basta davvero”.

Valter Bagliano ha iniziato la sua collaborazione con la Nazionale nel 2011, sempre con Romagnoli: “E’ stato un film bellissimo, iniziato cinque anni fa prima con gli Junior maschili, con cui sono stato due anni, poi con il Gruppo Olimpico femminile e infine con le donne Junior e Under 23. Anni molto diversi tra loro: con i maschi avevamo creato un gruppo molto unito, che si sarebbe buttato nel fuoco per l’obiettivo prefissato insieme e che ha raggiunto risultati eccezionali. Con le donne è stato più difficile, naturalmente, perché le situazioni sono diverse, e tutte molte emotive, caratteriale, psicologico. Però lavorando, e personalmente smussando anche lati del mio carattere che non pensavo più di poter cambiare alla mia età, siamo riusciti anche qui a creare un bel collettivo, soprattutto in questo ultimo anno sia con le Junior che con le Under 23”. Questi cinque anni sono passati in fretta, e ora dopo Rotterdam, Valter Bagliano è a casa, dove ha intenzione di rimanere, pur con in testa le emozioni vissute in questo lustro: “Serberò per sempre con me le emozioni e gli episodi belli e brutti, perché anche quelli insegnano e forse più di quelli belli, condivisi con un gruppo di collaboratori straordinari e con un Caposettore al quale devo molto. Ringrazio, oltre a Claudio, Leonardo Antonini, Massimo Casula, Giancarlo Romagnoli e Benedetto Vitale, così come coloro che hanno avuto modo di collaborare con questo gruppo, ovvero Ronny Ariberti, Paolo Braida, Lello Polzella ed Enrico Tordoni. Li ringrazio non solo per avermi sopportato, ma anche per avermi supportato e sostenuto in momenti meno facili”. I ringraziamenti del tecnico ligure non si fermano qui: “Ringrazio la Federazione Italiana Canottaggio e tutti i suoi dirigenti per avermi dato questa possibilità, oltre naturalmente ai ragazzi e alle ragazze che mi hanno conosciuto e con cui ho lavorato. A loro particolarmente auguro una bella carriera, ricca di successi nello sport e nella vita”.
In attesa che raggiungano i successi auspicati nella vita, molti ragazzi e ragazze allenate da Valter i successi nel canottaggio li hanno già raggiunti, ultime in ordine cronologico le ragazze dell’otto Junior femminile medaglia di bronzo a Rotterdam per soli sette centesimi sulla Bielorussia, le quali lo hanno pubblicamente ringraziato per aver sempre creduto in loro. E dire che dopo una discreta carriera da atleta negli anni ’60, Valter è stato per quasi 30 anni lontano da barche e remi, riavvicinandosi quasi per caso: “Facevo parte del Gruppo Olimpico per i Giochi di Città del Messico del 1968, ero sull’otto e all’epoca per andare ai Giochi c’era il tempo federale, e noi non riuscimmo mai a raggiungerlo. Poi ho ripreso nel 1996, quasi per caso, allenando i bambini della Multedo 1930. Da lì Rowing Club Genovese, Elpis, Sampierdarenesi, fino alla Nazionale, un’esperienza che mi ha insegnato molto.

Ho imparato a sacrificarmi, grazie al lavoro svolto al seguito di queste ragazze, che hanno un’esigenza per i particolari che personalmente lavorando in società non avevo avuto modo di curare così meticolosamente, e di questo sono particolarmente contento. Adesso però basta, è giunta l’ora di stare con Carol, la nipotina nata un mese dopo i Mondiali Junior del 2011: “Fu un momento eccezionale, da ragazzo a un Mondiale Junior ci sarei andato a piedi se fosse esistito, e ora mi trovavo contemporaneamente a parteciparvi nelle vesti di tecnico e a diventare nonno di lì a poco. In questi ultimi cinque anni, con il canottaggio è stata la mia vita, una volta l’ho messa a sedere su un 7.20 e ogni tanto mi chiede di andare a vedere i canottieri. Però non sa che lavoro con le ragazze, mia figlia le ha fatto vedere le foto di me con la squadra ed è gelosa! A Carol e a mia moglie vanno il mio ringraziamento per la pazienza di questi anni, e a mia moglie, che mi ha sempre assecondato dico che ora che son tornato, non me ne vado più”.