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Antonio Colamonici a tutto campo, tra Elpis e Nazionale

venerdì 15 Gennaio 2016

Antonio Colamonici a tutto campo, tra Elpis e Nazionale

GENOVA, 15 gennaio 2016 Se c’è uno sempre ottimista, tranquillo anche nei momenti più difficili e rassicurante per i suoi atleti, quello è il “nostro” Antonio Colamonici. Raggiunto al cellulare dopo una “caccia” durata tutto il giorno tra due cellulari ognuno in cerca dell’altro, alla fine Colamonici è stato “preso” in trappola.
“Che dire -ha detto ridendo Colamonici- sono sempre in giro, il lavoro di tecnico federale mi impegna tantissimo, cerco di tenermi sempre aggiornato su tutto e su tutti, non perdo mai occasione per dare un’occhiata a nuovi atleti, il mio ruolo di tecnico lo impone, lo esige, anche il mettere a proprio agio i vogatori e capirne le potenzialità stimolandoli nella crescita psicologica e tecnica”.
Come è stato il 2015 appena archiviato dell’Elpis Genova.
“Molto positivo, direi. Siamo andati a medaglia non solo nell’ambito delle competizioni nazionali, ma anche in quelle internazionali, segno di una società sana, ben diretta e gestita e con un alto potenziali tecnico, senza contare lo spessore umano di tutti gli “elpissini”. Anzi, colgo l’occasione per fare i complimenti al presidente Pietro Dagnino e a tutto il suo staff tecnico che è di primissimo livello e con cui ormai ho un rapporto di fiducia direi totale e costruttivo. Una sintonia perfetta con tutto l’ambiente Elpis e con chi lo compone e ne fa parte a vario titolo”.
Come procede il suo progetto Elpis?
“Beh, bene anche quello. In sintonia con tutti, come era da me richiesto, e come voleva la dirigenza, stiamo creando e puntando molto sul settore giovanile, con nuovi ragazzi iscritti e con altri che hanno già iniziato e stanno crescendo e maturando molto bene. Credo che, stando ai tempi del canottaggio, tra due o al massimo tra tre anni potremmo e saremo in grado di offrire al canottaggio locale e nazionale vogatori di altissimo spessore”.
Intanto, ora c’è la marcia verso le Olimpiadi di Rio de Janeiro.
“Si, una occasione imperdibile per il canottaggio, come per tanti altri sport, una vetrina di primissimo piano. Un atleta si forma per le competizioni che contano, come Olimpiadi appunto e Mondiali, facendoli “esplodere” proprio nei quattro anni che passano tra una Olimpiade e l’altra. Per questo, il mio pensiero va proprio all’Elpis, perché Rio sia vista come una occasione di riferimento per migliorarsi e capire bene il canottaggio nella sua veste più difficile ma spettacolare. Perché, inutile dirlo, oltre che l’allenamento fisico, il canottaggio richiede intelligenza tattica, capacità di gestire la tensione e maturità, tutte cose che si imparano, anche, vedendo gareggiare in manifestazioni di altissimo spessore i propri “colleghi””.
Un pensiero a Cesare Gabbia.
“Un ragazzo davvero splendido, intelligente, coraggioso e di talento. Purtroppo per lui, il grave infortunio l’ha fermato ai box praticamente per un anno, e so che è uscito di nuovo vincente dalla sfida. Ora ci vuole coraggio, per lui che era del gruppo olimpico, per ricominciare ad allenarsi in modo già da sfruttare i prossimi impegni. Ma con calma , con metodo, io so delle sue potenzialità e lo aiuterò, come sono sicuro farà la società”.
A fine giugno sarai a Genova?
“ Si certo, e ci prenderemo un bel caffè insieme”.
Di quello buono alla napoletana però, “’na tazzulella e caffè”.

Beppe D’Amico
Addetto Stampa Elpis Genova