MANDELLO
DEL LARIO,
25 novembre 2016 -
Appuntamento d'eccezione sabato 26 e
domenica 27 novembre a Mandello Lario,
per celebrare il ricordo di un
importante evento sportivo che
sessant'anni fa riempì le pagine dei
giornali: il 27 novembre 1956 il
“quattro con timoniere” della Moto Guzzi,
cogliendo un po' a sorpresa i grandi
esperti, vinceva l'oro olimpico. Un
risultato che colpì in Italia e
all'estero per i particolari fattori con
cui fu realizzato, ed esaltò gli
sportivi di Mandello ed i lavoratori
della Moto Guzzi. In questi giorni a
Mandello si è lavorato sodo per
allestire una mostra rievocativa nella
“Sala Azzurri d'Italia” della
Polisportiva Mandello, opera curata da
Gerolamo Stasi, appassionato cultore di
storia locale e che tra i suoi
precedenti vanta anche una importante
ricostruzione filatelica sulle Olimpiadi
di Roma, collezione poi donata al CONI.
E
tra un quadro da sistemare e un
consiglio da dare svetta la memoria
storica dell'epoca, Ivo Stefanoni, che
in questi anni non ha mai mancato
iniziative “per non dimenticare” gli
amici dell'epoca che oggi non ci sono
più. Straordinarie anche le circostanze
di quella gara: oggi si dibatte della
opportunità che le varie competizioni
olimpiche siano concentrate nell'ambito
della località che ne è fulcro, ma in
quella circostanza il canottaggio fu
organizzato su un piccolo lago nella
cittadina di Ballarat, sita ben oltre
100 Km da Melbourne, che vantava dal
lontano 1851 (quando vi fu scoperta la
prima pepita d'oro) il significativo
nome di “capitale” australiana dell'oro.
Ed i giovani campioni di Mandello,
novelli cercatori d'oro, vi andarono a
conquistare la massima medaglia
olimpica.
Un
successo che nel ricordo dei superstiti
sarà l'elemento centrale della grande
“Festa dell'amicizia e 60^ delle
Olimpiadi di Melbourne” a Mandello
domenica 27 novembre. E non mancherà il
ricordo del 12^ anniversario della
tragica scomparsa di Don Angelo Villa,
il “cappellano” dei canottieri di
Mandello, che morì in un tragico
incidente sul lago d'Orta e che aveva
sempre i campioni della Moto Guzzi nel
cuore. Sabato apertura della mostra
(aperta sino a domenica sera), con
orario 9 – 12 e 15 – 19, che domenica
mattina alle 12 sarà il punto di
incontro dei partecipanti dopo la Santa
Messa in memoria degli scomparsi (ore 11
nella Chiesa di San Lorenzo).
I
canottieri della Moto Guzzi erano stati
portati alle stelle dopo l'eccezionale
vittoria olimpica del 1948 ad Henley
(Giuseppe Moioli, Elio Morille, Giovanni
Invernizzi e Franco Faggi) e negli anni
successi continui nelle posizioni di
vertice del canottaggio europeo. Però
alle Olimpiadi del 1952, ad Helsinki
(gare in mare aperto) la formazione che
aveva sempre vinto si trovò in
difficoltà: terzi in batteria dietro a
Saar e Norvegia, primi nei ricuperi
eliminando l'Olanda, ma eliminati in
semifinale dalla Finlandia, sulla quale
erano in vantaggio, quando ai 1000 metri
una terribile onda investì l'equipaggio
italiano che ruppe l'azione. E tra gli
eliminati di prestigio si ricordano
anche anche Usa e Urss, mentre vinse il
titolo un po' a sorpresa la Yugoslavia
con la giovane formazione del Gusar di
Spalato.
Poi
le innovazioni: chi lasciava e chi
restava. Ed era sempre Giuseppe Moioli
l'incrollabile cima maestra del quattro
senza con gli ori europei di Amsterdam
1954 e Bled 1956. Quell'anno furono
disputati a Bled gli “europei”
nonostante fosse l'anno olimpico:
infatti le gare australiane sarebbero
state disputate a fine novembre e veniva
paventata una attesa non agonistica
troppo lunga. A Bled Giuseppe Moioli con
Attilio Cantoni, Giovanni Zucchi e
Abbondio Marcelli furono al centro del
podio a ricevere la medaglia d'oro del
quattro senza, un risultato che dava
certezze per la prova olimpica. Ed in
gara c'era anche una giovane formazione
della Moto Guzzi (Franco Trincavelli,
Angelo Vanzin, Romano Sgheiz, Albert
Winkler, tim. Ivo Stefanoni) che lo
stesso anno olimpico, ma anche l'anno
successivo, aveva vinto il titolo
italiano. Un buon segno, ma che forse
meritava un aiutino (e lo vedremo più
avanti). A Bled il “quattro con” fu pure
al podio, con la medaglia di bronzo che
per le Olimpiadi dava tranquillità, ma
la sicurezza veniva dal risultato del
“quattro senza”. Ma a Ballarat purtroppo
l'equipaggio di capitan Moioli fu quarto
ed in merito ci sembra costruttiva
l'espressione del grande giornalista
italiano Gianni Brera, che sul “Giorno”
a conclusione del suo commento alla
giornata remiera scriveva “A Ballarat
abbiamo avuto una grande vittoria e una
non tragica sconfitta”.
Agli
spettatori del “quattro con” sul lago
australiano si presentò uno strano
equipaggio, dalla conformazione inusuale
che tra la generale sorpresa aveva
rivoluzionato l'impostazione, invertendo
le postazioni remiere a centro barca. Il
capovoga, il buon Franco Trincavelli, in
una intervista in tempi successivi a
“Sport Illustrato” concentrava
preliminari e risultato dalla decisione
scaturita da una brillante osservazione
dell'ing. Giulio Cesare Carcano,
progettista della Moto Guzzi e
appassionato velista, esperto di
nautica. “Non eravamo certo favoriti,
agli europei che si erano svolti tre
mesi prima eravamo arrivati appena
terzi. La carta vincente ce la diede
l'ingegner Carcano, progettista della
Moto Guzzi, che ci aveva osservato in
allenamento, una trovata geniale, che
finì per rivoluzionare tutto il mondo
del canottaggio. Siccome perdevamo
secondi preziosi, a causa di alcuni
sbandamenti, ci consigliò di spostare la
posizione dei remi tre e quattro.
E
andammo in Australia gelosi della
scoperta, una specie di uovo di Colombo
che ci faceva volare”. Una sorpresa alla
prima uscita sul campo: la nuova
impostazione, che anche in Italia aveva
sollevato qualche interrogativo, mosse
la generale curiosità ed ebbe forse
anche un effetto psicologico, al di là
poi del risultato concreto. Ma provocò
anche azioni poco corrette da parte di
alcuni che si sentivano penalizzati.
Accadde un episodio al quale non si
volle dare un seguito, ma che poteva
avere pesanti conseguenze. Lo ricorda
ancora con un ombra di rabbia Ivo
Stefanoni, il grande timoniere:
“Eravamo
usciti per il riscaldamento prima della
finale e ci rendemmo conto che il
secondo remo affondava. Rientrammo con
tanta preoccupazione data la bagarre del
momento, cambiandolo al volo con un remo
di riserva e con un po' di tensione, con
la paura di fare tardi, via alla
partenza. Poi l'apoteosi della gara, una
conclusione dal grande impegno e che
ancor oggi ricordo. A sorpresa,
rientrati al pontile dopo la gara,
esaminando il remo sostituito ci
accorgemmo che risultava schiacciato
come fosse stato pressato in una morsa.
Se lo avessimo usato, dopo pochi colpi
sicuramente si sarebbe rotto e oggi non
saremmo qui a celebrare il risultato di
quella straordinaria giornata”.
Una serie di ricordi, elementi
particolari che valorizzano l'impegno
dei canottieri della Moto Guzzi
all'apice di grandissimi risultati.
“Risultati – conclude Ivo Stefanoni –
che fanno correre il pensiero al nostro
grande allenatore, Angelo Alippi, l'uomo
dalle mille intuizioni, tecniche e di
percezione dei valori umani dei tanti
nostri campioni. Un uomo di cui si
diceva che senza di lui non ci sarebbe
stata la Moto Guzzi nella storia del
canottaggio”.
All'incontro
su vasta scala di domenica, che si
innesterà con la festa sociale della
Canottieri Motoguzzi, interverranno il
sindaco di Mandello Riccardo Fasoli, già
campione mondiale junior di canottaggio
e l'assessore allo sport e vice sindaco
Serenella Alippi. E con loro numerosi
campioni di canottaggio, il presidente
nazionale degli Azzurri d'Italia
Gianfranco Baraldi e il presidente
regionale ANAOAI della Lombardia Nicolò
Simone (già Canottieri Redaelli, a
Dervio), che proprio la stessa domenica
a Roma, nel corso dell'assemblea della
Fercanottaggio ne sarà proclamato “socio
benemerito”.
Ferruccio Calegari
Foto 1 – Poster
Foto 2 – Lo sbarco a Napoli dei campioni
Foto 3 – La premiazione – a sinistra di
Ivo Stefanoni nella foto Pierino De
Gregori, capo della comitiva azzurra
Foto 4 – L’equipaggio subito dopo la
linea d’arrivo, con Ivo Stefanoni che
stringe la mano e rincuora Trincavelli
stremato dalla grande fatica (si tratta
di uno spezzone del filmato originale
d’arrivo girato da equipe inglese e poi
ristrutturato a colori)
Foto 5 – Sulla tolda del transatlantico
all’arrivo a Napoli (a destra felice
l’allenatore Angelo Alippi)
Foto 6 – L’accoglienza dei campioni
all’arrivo a Napoli (i primi due a
sinistra Gigi Grappelli, segretario
generale (on) della FIC e il presidente
della Canottieri Moto Guzzi Cesare
Lanfranconi)
Foto 7 - il 4 con
Foto 8 - il 4 con
Foto 9 - Angelo Alippi