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Ridotta da 24 a 15 mesi la squalifica a Leone Maria Barbaro

martedì 11 Ottobre 2016

Ridotta da 24 a 15 mesi la squalifica a Leone Maria Barbaro

ROMA, 12 ottobre 2016 – Con la sentenza pronunciata lo scorso 22 settembre, di cui sono state rese note le motivazioni il 10 ottobre 2016, la Seconda Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping presieduta dal Prof. Avv. Luigi Fumagalli ha disposto la riduzione della squalifica da 24 a 15 mesi per l’atleta del CC Tirrenia Todaro Leone Maria Barbaro.
L’interesse per questa sentenza è enorme poiché in primo luogo conferma la non intenzionalità di Leone nell’assunzione del farmaco contenente la sostanza proibita, in secondo luogo attesta che la sua condotta è stata causata da una negligenza. In merito a questo la non significatività del fatto gli ha consentito di ottenere nel giudizio di appello il riconoscimento dell’attenuante. La decisione della II sezione del TNA, dunque, restituisce al remo italiano un atleta che ha commesso una disattenzione, pienamente ammessa dallo stesso, e lo ricolloca nei valori sportivi su cui si fonda l’intera Federazione Italiana Canottaggio. Quando ci si pone di fronte a un caso di doping tutto lo sport si rammarica per il tradimento dei valori che esso stesso comporta, ma occorre sempre analizzare un fatto per poterlo poi comprendere e dipanare nelle sue molteplici componenti. La Sezione presieduta dal prof. Fumagalli si è mossa proprio su questa linea offrendo un saggio di sapienza giuridica che rasserena gli animi. Aver assunto un farmaco da banco senza accertarsi delle controindicazioni contenute sul foglietto illustrativo, anche se il contenitore spray dello stesso farmaco non riportava il pittogramma rosso di avvertenza doping, costituisce un fatto sanzionabile. Non si può essere sportivo di vertice senza rendersi pienamente conto delle responsabilità discendenti dalle proprie condotte, ma in questo caso è stato accertato che la necessità di lenire le proprie piaghe ha generato una sorta di riflesso automatico verso un medicamento di uso comune che conteneva un anabolizzante la cui assunzione, oltretutto, non è perfettamente comprensibile in un atleta “peso leggero”. Forse, in ogni caso, sarebbe stato meglio comunicare tempestivamente al medico federale le proprie problematiche fisiche di atleta. Ma la vicenda umana e sportiva di Leone Maria Barbaro ha anche un altro protagonista: il suo Circolo, con i suoi allenatori, i compagni di barca, i soci, gli amici. Un piccolo e glorioso sodalizio, protagonista delle vicende remiere capitoline degli ultimi settanta anni: con la sua passione e voglia di vincere gli si è stretto tutto intorno e non lo ha lasciato solo. Non si è trattato semplicemente di pacche sulle spalle o discorsi di circostanza, tutti erano consapevoli del valore umano e sportivo di Leone e nessuno voleva perderlo. La squalifica di due anni a pochi mesi dalla realizzazione del sogno olimpico poteva schiacciare chiunque, ma al “Tirrenia Todaro” nessuno ha mai pensato di isolare o allontanare uno dei suoi elementi migliori, addirittura selezionato nei raduni preolimpici e con titoli mondiali al suo attivo. Il Circolo si è stretto attorno al ragazzo sostenendolo nel suo tracollo psicologico e mettendo in campo un efficace e preparato team legale di cui si assumeva gli oneri economici. Con la sentenza del 22 settembre 2016 si è messo fine ad un procedimento iniziato il 12 febbraio 2016, quando durante il raduno preolimpico a Sabaudia venne riscontrata la sua positività al Clostebol metabolita, agente anabolizzante, contenuto in un preparato usato per ridurre le vesciche. Non furono richieste controanalisi poiché il prodotto assunto da Leone Maria tutte le sere dal 7 al 17 gennaio 2016 avena lasciato tracce evidenti, mai peraltro negate dall’atleta. Fu però dimostrata la coerenza tra le quantità rilevate e le modalità di somministrazione di questa specialità farmaceutica che si presentò subito particolarmente adatta allo scopo: tutto escludeva da subito la semplice idea di doping. Ma la giustizia sportiva ha fatto il suo corso ed ha fatto bene, anche perché oggi si può affermare che il canottaggio è lo sport pulito in cui abbiamo sempre creduto. Leone Maria Barbaro è stato protagonista e testimone di una vicenda che porterà sempre con se, ma adesso potrà riprendere a gareggiare dal 1 giugno 2017, continuando quel percorso agonistico che è stata parte importante della sua vita e di quella del suo “Tirrenia Todaro”. Sappiamo che ha già iniziato a curare la preparazione agonistica per gli impegni nazionali ed internazionali della prossima stagione e che non mollerà mai. In tutti coloro che hanno seguito questa vicenda è forte il senso di soddisfazione per una storia che ha insegnato tanto a molti e dato a tutti i canottieri la soddisfazione di dimostrare che il Canottaggio vive in un ambiente sano, fatto di pochi mezzi e tante soddisfazioni. E questo senza alcun dubbio.

Pino Lattanzi
Ufficio Stampa
Circolo Canottieri Tirrenia Todaro