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La violenza sulle donne non è uno sport: l’esempio del canottaggio  napoletano

martedì 24 Novembre 2015

La violenza sulle donne non è uno sport: l’esempio del canottaggio  napoletano

NAPOLI, 24 novembre 2015 Il 25 novembre si celebra la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall’Assemblea Generale dell’Onu nel 1999. Questo giorno ha lo scopo di porre l’attenzione su un fenomeno ancora molto diffuso, che ogni anno provoca vittime di violenze fisiche, sessuali e psicologiche in tutto il mondo. Lo sport italiano al femminile ha risposto per le rime: Flavia Pennetta e Roberta Vinci regine di New York, Federica Pellegrini padrona nel nuoto, Tania Cagnotto nei tuffi. Tasselli di un mosaico che si sta imponendo a livello internazionale, per far sì che alle prossime olimpiadi di Rio l’Italia grazie alle donne possa arricchire il suo medagliere di metalli “pesanti”.

Il canottaggio è uno sport nel quale la presenza femminile sembra poco indicata, perché visto storicamente come un’attività di fatica e sudore. Ma da Napoli e dal canottaggio arriva l’esempio più bello. I circoli napoletani, sensibilizzati dalla passione e l’amore per il remo, puntano sulle giovani promesse ed i loro vivai, aumentando le quote rosa per quantità e qualità.

La Canottieri Napoli con le sue giovanissime conquista medaglie nelle competizioni giovanili, il Circolo Italia comincia a puntare su di una sezione femminile di particolare interesse, il Posillipo ha un gruppo coeso e proiettato verso traguardi importanti ed il Circolo Savoia vanta una lungimiranza in questo settore da anni. È proprio in questo 2015 ai Campionati Italiani ragazzi che il 4 senza femminile, tutte al primo anno di categoria del circolo bianco blu conquista una medaglia di bronzo con Andrea Alfano, Allegra Sbarra, Roberta Guerra e Benedetta Lauro.

“È un lavoro che va fatto dentro e fuori dalla barca con le ragazze, ma una volta che si raggiunge l’obiettivo della formazione di un gruppo, hanno più grinta degli uomini”, dice Flaviano Ciriello, responsabile del settore femminile del Rycc Savoia. “Sana competizione e voglia di primeggiare in un ambiente pulito, caratteristiche fondamentali dello sport, danno alle piantine di oggi gli strumenti per individuare e non subire un atteggiamento persecutorio che possa ledere la dignità personale. Lo sport è un diritto di uomini e donne ed aiuta a crescere e l’Italia sembra averlo capito oramai da un pezzo”.

Marco Caiazzo