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A colloquio con Daniele Corazza e la sua laguna

lunedì 26 Ottobre 2015

A colloquio con Daniele Corazza e la sua laguna

TRIESTE, 27 ottobre 2015 – Salgo in catamarano domenica mattina per seguire, per la prima volta, la Vogadalonga Grado 2015, manifestazione non competitiva (ma vedremo che di non competitivo ci sarà ben poco… almeno per qualcuno…), organizzata dall’Ausonia, club remiero centenario della cosiddetta Isola d’Oro. Le condizioni meteo ideali, ci accompagneranno per le due ore scarse, a coprire i 18 km circa della tradizionale long distance, e mentre gli equipaggi si portano sulla linea di partenza richiamati dal Presidente Olivotto, Daniele si accerta che tutto sia in ordine, che gli equipaggi siano a loro agio, con un occhio particolare alla gig a 4 sulla quale sono imbarcati il fratello Adriano e la nipote Ilaria.
“Mi raccomando, non partite troppo forte, curate la tecnica…”raccomanda dal catamarano al giovanissimo equipaggio.

Daniele ha un passato importante da canottiere negli anni ’80, quando da peso leggero, era uno tra i migliori in Italia. Nato all’Ausonia, si trasferì ai Vigili del Fuoco di Trieste, dove, sotto la guida di Bosdachin migliorò la sua tecnica, fino ad arrivare a vestire la maglia azzurra ai campionati del mondo. Rientrato nella sua società d’origine, divenne un po’ il factotum del club gradese: da atleta master, ad allenatore, a dirigente, Corazza è sempre rimasto fedele al Circolo che lo ha visto nascere: innamorato del suo canottaggio, dell’Ausonia e della sua laguna.

“Vedrai…il percorso è bellissimo. D’estate qui c’è molto traffico, molti turisti, motoscafi che vanno avanti e indietro, ma primavera ed autunno sono i periodi migliori per godersi la laguna.”
Alle 10,00 in punto il via. Partono simultaneamente le 70 imbarcazioni tra le quali diverse canoe che cercano di prendere la testa della gara.
Passato il ponte, transitando nel canale formato da grossi pali che indicano i tratti dove non si va incontro a secche, ci addentriamo nella laguna gradese, con un occhio alle barche di testa, ed uno al paesaggio davvero suggestivo.
“Speriamo il tempo tenga. Il canale che percorriamo passa davanti all’isola di Barbana: uno spettacolo vedrai!”
E Daniele Corazza ha ragione, dopo alcuni chilometri intravediamo tra i ciuffi d’erba delle “mote” come i gradesi chiamano le piccole isole lagunari ricoperte di canne e cespugli, il campanile del santuario mariano del VI secolo dell’isola di Barbana, noto ai più per il Perdon de Barbana, che dal 1237 si è sempre celebrato con una processione di barche addobbate a festa, la 1° domenica di luglio.

“E’ un posto magico.” conferma Daniele, “ Io vado ogni tanto. C’è un piccolo ristorante, poi ti sistemi sulle sdraio sotto gli alberi e ti godi la pace della laguna.”
Le barche della Vogadalonga le passano vicino per addentrarsi in un dedalo di canali, mentre dall’acqua si leva il volo di una coppia di aironi bianchi, e sulla riva fanno capolino i “casoni” dei pescatori, in origine fatti di paglia e canne palustri.
“Una volta si trattava della caratteristica casa del pescatore, senza acqua né luce, solo un riparo, dove rigovernare le reti, o fare tesoro del proprio pescato. Ora ne rimangono pochi così, perchè vengono rilevati da chi ci vuol fare la propria casa vacanze, e viene completamente snaturato il senso.”

Lasciamo passare le ultime imbarcazioni della regata e ci portiamo alla fine dell’anello che una volta percorso, immetterà i concorrenti sulla strada del ritorno. Lungo il percorso sono diversi i punti di assistenza, con i volontari che approfittano della giornata per vivere una domenica in laguna, oltre che per dare una mano all’Ausonia.
“Tutto bene? “ passa voce Corazza.
“Bene, bene, il pescatore del casone qua dietro ci ha promesso di farci il Boreto…” rispondono da una delle barche appoggio
“Ma dai…e con cossa?”
“Orade…”
Il Boreto a la Graisana, un piatto prelibato, era realizzato originariamente con il pesce di scarto che non poteva essere venduto al mercato, ma comunque freschissimo, cucinato con i pochi ingredienti a disposizione.

Un po’ invidiosi passiamo oltre ed andiamo ad incontrare i leader della regata. L’otto giovanissimo di san Giorgio ed il 4 con inossidabile della Pullino hanno fatto il vuoto dietro a loro, e sono venuti a Grado per vincere. I muggesani in testa per buona parte della regata sono stati raggiunti, ma non vogliono mollare. Al loro passaggio due maestosi cigni, disturbati nel loro menage si alzano in volo e vanno a cercare un posto più tranquillo, e qui di certo non ne mancano. Si intravedono alcune baldanzose canoe, poi ancora yole a quattro, poi gig, una yole a due, la yole a otto, una gig a otto.

Inizia il tragitto di ritorno, la marea si è leggermente abbassata e la corrente in certi tratti scarroccia le imbarcazioni che grazie alla bravura dei timonieri passano indenni. Si ripassa Barbana che si anima di turisti. Grado di sta risvegliando in questa domenica autunnale. Passiamo il ponte, il traguardo.
“Io adesso vado dentro in società, devo dare una mano a rientrare…” mi avvisa Daniele Corazza.
Rientriamo, ora transitano sull’arrivo un po’ tutti, anche coloro che alla Vogadalonga di Grado sono venuti per godersi una splendida giornata a remi.
All’anno prossimo Grado! All’anno prossimo Ausonia!


Maurizio Ustolin
Ufficio Stampa FIC FVG