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Il valore della memoria: I Trabaccolanti, Luigi Bonati e Luca Vascotto

giovedì 11 Giugno 2015

Il valore della memoria: I Trabaccolanti, Luigi Bonati e Luca Vascotto

ROMA, 11 giugno 2015 – Under 23, Ragazzi ed Esordienti, sono queste le categorie che saranno protagoniste del Campionato Italiano che si svolgerà a Lago Patria questo week end. E sono queste le categorie, assieme agli Junior, che preludono all’attività Assoluta, l’apice di qualsiasi sport. Consequenziale, in questo senso, è considerare gli atleti che prendono parte a queste competizioni il futuro dello sport, nello specifico del canottaggio. Sicuramente è giusto guardare al futuro, ma nel percorso di costruzione del “ciò che sarà” è di fondamentale importanza mantenere viva la memoria di “ciò che è stato”. Lo sport molto spesso si spende in questo senso, intitolando luoghi, eventi o trofei con nomi che hanno lasciato un segno indelebile. Un esempio lo riscontriamo proprio nei Campionati Italiani che si svolgeranno a Lago Patria, in occasione dei quali saranno messi in palio, oltre ai Titoli Italiani, anche tre Trofei: il Trofeo “Coppa Gigi Bonati” per l’otto maschile Ragazzi, il Trofeo “Luca Vascotto” per il doppio maschile Under 23 e la Targa “Coppa d’Oro i Trabaccolanti Circolo Canottieri Barion 1894 Città di Bari” – perpetua al quattro di coppia maschile Under 23.

Per l’occasione abbiamo voluto offrire un contributo alla memoria, ricordando chi sono stati i personaggi ai quali il canottaggio italiano ha voluto dedicare il riconoscimento.
Procedendo in ordine cronologico troviamo innanzitutto la Coppa d’Oro i Trabaccolanti Circolo Canottieri Barion 1894 Città di Bari. Il trofeo in questione, come da dicitura, è intitolato ai “Trabaccolanti”, Gaetano Caccavallo, Peppino Nacci, Paolo Diana e Vittorio Narducci, atleti che ancora oggi sono considerati i pionieri baresi del canottaggio. In quattro con i vogatori pugliesi, attivi nei primi del novecento, vinsero praticamente tutto e furono i primi in Italia a fregiarsi, a Napoli, del titolo europeo dopo essersi laureati campioni nazionali. Una delle loro caratteristiche era sicuramente uno stile di voga non bellissimo da vedere ma estremamente pratico, essenziale e straordinariamente efficace. E fu proprio in riferimento a quello stile che il Capitano Andriola, comandante del piroscafo Puglia sul quale viaggiavano i canottieri baresi alla volta di Trieste (all’epoca, ancora sotto la dominazione asburgica), per disputare una delle tante vittoriose trasferte fuori Bari dette loro quel curioso nome da battaglia.

Successivamente troviamo Luigi “Gigi” Bonati un uomo che ha dedicato la sua vita alla Marina Militare e al canottaggio. Durante la Seconda Guerra Mondiale fece parte di Supermarina (Roma, Taranto, Fiume) per poi diventare responsabile amministrativo di Marisport. E’ stato socio onorario del Circolo Canottieri Lazio e della Società Canottieri La Spezia nonché presidente del Collegio dei Revisori dei Conti della Federazione Italiana Canottaggio e Stella d’Oro al Merito Sportivo del CONI.

Infine c’è Luca Vascotto. Luca è stato un vogatore nato agonisticamente nei Vigili del Fuoco Ravalico, sotto la guida di Gianfranco Bosdachin, e passato poi alla Canottieri Pullino. Considerato il “Golden Boy” del remo azzurro, Luca si è messo in luce sin dai primordi della sua carriera, conseguendo risultati importanti. Ricordiamo infatti le vittorie in Coppa delle Nazioni e in Coppa del Mondo assieme a Nicola Sartori, l’eccellente quarto posto in una finale mondiale al cardiopalmo a un soffio dal podio a Aiguebelette in Francia e la convocazione nella squadra olimpica per Atlanta come riserva. Stiamo quindi parlando di un atleta dal potenziale indiscutibile che guardava ad un futuro ricco di speranze e che, sfortunatamente, è andato via troppo presto, a soli venticinque anni, a causa di un male incurabile.

Nelle immagini: la Targa “Coppa d’Oro i Trabaccolanti Circolo Canottieri Barion 1894 Città di Bari”; la consegna del Trofeo “Coppa Gigi Bonati” per l’otto maschile Ragazzi ai Tricolori di Sabaudia 2014; Luca Vascotto (a sx) e Nicola Sartori (a dx) a Lucerna 1998.